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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2340 del 19 marzo 1996
«Mentre l'irritualità della continuazione del processo, nonostante la sua interruzione a seguito della morte del procuratore di una delle parti, può essere fatta valere soltanto dalla parte colpita dall'evento interruttivo, essendo l'interruzione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4470 del 20 aprile 1995
«Nell'ipotesi in cui il giudice di primo grado abbia pronunciato una sentenza di mero rito ricognitiva della perdurante interruzione del processo, in ragione della nullità dell'atto di riassunzione, il giudice d'appello che ritenga erronea tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11946 del 8 agosto 2003
«Nel procedimento avanti al giudice di pace, l'art. 319 c.p.c. consente alle parti di costituirsi in cancelleria o in udienza, garantendo loro libertà di forme, sicché ben può il convenuto considerarsi esonerato dall'onere di presentare la comparsa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11973 del 22 maggio 2006
«Nel procedimento dinanzi al giudice di pace, l'art. 320 terzo comma c.p.c., stabilendo la possibilità di fissare un'udienza successiva per ulteriori produzioni e mezzi di prova quando ciò sia reso necessario dalle attività svolte dalle parti in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 22918 del 9 ottobre 2013
«Il trasferimento di azienda attribuisce al cessionario autonoma legittimazione all'impugnazione della sentenza sfavorevole al cedente, stante l'opponibilità del giudicato nei suoi confronti, quale successore a titolo particolare; a ciò si aggiunge...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26245 del 6 dicembre 2011
«La sentenza pronunciata nei confronti di una società in nome collettivo - la quale, ancorché priva di personalità giuridica, costituisce, in ragione della propria autonomia patrimoniale, un centro di imputazione di rapporti distinto da quello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7660 del 28 marzo 2007
«L'art. 328, ultimo comma. c.p.c., che prevede la proroga del termine annuale di cui all'art. 327 dello stesso codice per impugnare la sentenza qualora dopo sei mesi dalla sua pubblicazione sopravvenga alcuno degli eventi previsti dall'art. 299 del...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 18153 del 9 settembre 2004
«La proroga del termine annuale di impugnazione della sentenza, disposta dall'art. 328, terzo comma, c.p.c. con riguardo ai casi di morte o perdita della capacità della parte (o del suo legale rappresentante) previsti dal richiamato art. 299, non è...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 315 del 12 gennaio 2012
«La comparsa conclusionale assolve unicamente una funzione illustrativa delle domande e delle eccezioni ritualmente introdotte nel giudizio e sulle quali si sia instaurato il contraddittorio delle parti, non potendo di regola contenere domande o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18611 del 5 agosto 2013
«Quando l'adempimento, volontario o coattivo, della condanna al pagamento pronunciata in primo grado sia avvenuto in parte prima della proposizione dell'appello e in parte nel corso del giudizio di appello, la domanda di restituzione dell'intero,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 23156 del 11 ottobre 2013
«In tema di estinzione del processo di appello, dalla quale deriva, ai sensi dell'art. 338 c.p.c., il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, il termine di prescrizione dell'"actio iudicati" decorre non già dal momento in cui è intervenuto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9339 del 10 aprile 2008
«La parte, la quale abbia formulato la riserva di impugnazione differita di una sentenza non definitiva, non ha l'onere, quando sia sopravvenuta la sentenza definitiva, di impugnare ambedue le sentenze, e ciò sia in ragione della finalità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5313 del 9 agosto 1983
«Qualora la parte che abbia fatto riserva di appello differito contro una sentenza non definitiva, sia obbligata a proporre appello incidentale in dipendenza dell'appello immediato di altro soccombente, può proporre la sua impugnazione come...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9407 del 18 aprile 2013
«L'art. 342 cod. proc. civ. - che, nel testo (applicabile "ratione temporis") quale sostituito dall'art. 50 legge 26 novembre 1990, n. 353, e prima dell'ulteriore modifica di cui all'art. 54, comma 1, lett. a, del d.l. 22 giugno 2012, n. 83,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2217 del 1 febbraio 2007
«Il principio della specificità dei motivi di impugnazione - richiesta dagli artt. 342 e 434 c.p.c. per la individuazione dell'oggetto della domanda d'appello e per stabilire l'ambito entro il quale deve essere effettuato il riesame della sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18310 del 30 agosto 2007
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20730 del 30 luglio 2008
«Nel vigente sistema processuale è consentito solo al giudice di primo grado il potere incondizionato di qualificazione della domanda, mentre al giudice di appello in ragione dell'effetto devolutivo di tale impugnazione e della presunzione di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9244 del 18 aprile 2007
«Nel giudizio di appello - che non è un novum iudicium - la cognizione del giudice resta circoscritta alle questioni dedotte dall'appellante attraverso specifici motivi e tale specificità esige che alle argomentazioni svolte nella sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7809 del 8 giugno 2001
«Allorché la sentenza di primo grado pronunci sulla domanda in base ad una pluralità di autonome ragioni, ciascuna di per sé sufficiente a giustificare la decisione, come al giudice è consentito, qualora egli, ritenendo di poter fondare la...»
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Cassazione civile, Sez. VI-5, ordinanza n. 10440 del 6 maggio 2013
«L'inammissibilità dell'appello, in ragione del deposito del relativo atto oltre il termine annuale di decadenza previsto dall'art. 327, primo comma, c.p.c. ("ratione temporis" vigente), è rilevabile in ogni stato e grado del giudizio e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. VI-3, ordinanza n. 23226 del 14 ottobre 2013
«Il potere del giudice d'appello di procedere d'ufficio ad un nuovo regolamento delle spese processuali, quale conseguenza della pronunzia di merito adottata, sussiste in caso di riforma in tutto o in parte della sentenza impugnata, in quanto il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20313 del 19 settembre 2006
«Qualora venga notificato un atto di appello e successivamente l'appellante, ritenendo che la notificazione sia affetta da nullità, provveda spontaneamente alla notificazione di un nuovo atto di appello, nel rispetto del termine di impugnazione (da...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4191 del 6 maggio 1996
«La circostanza che la sottoscrizione del ricorso per cassazione, da parte del difensore munito di valida procura speciale, sia illeggibile, ovvero contenga soltanto una sigla, non incide sull'ammissibilità dell'atto, qualora non sia contestata la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2642 del 10 marzo 1998
«Quando dalla copia notificata all'altra parte risulta che il ricorso per cassazione (o il controricorso) presentano a margine o in calce ovvero in foglio separato ad essi unito materialmente una procura rilasciata al difensore che ha sottoscritto...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 13666 del 18 settembre 2002
«Il requisito, posto dall'art. 83, terzo comma, c.p.c. (nel testo modificato dall'art. 1 della legge 27 maggio 1997, n. 141), della materiale congiunzione tra il foglio separato, con il quale la procura sia stata rilasciata, e l'atto cui essa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6169 del 22 marzo 2005
«In tema di procura alle liti, costituiscono sufficienti elementi per ritenere con ragionevole certezza che il mandato sia stato conferito prima della notificazione dell'atto la dicitura «mandato sull'originale» (o altra equivalente) trascritta a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4034 del 21 febbraio 2007
«A norma dell'art. 345 c.p.c., può configurarsi un mutamento della domanda non consentito, riguardo al petitum solo quando risulti innovato l'oggetto della pretesa, inteso non come petitum immediato (ossia come provvedimento richiesto), bensì come...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6350 del 16 marzo 2010
«La formula "somma maggiore o minore ritenuta dovuta" o altra equivalente, che accompagna le conclusioni con cui una parte chiede la condanna al pagamento di un certo importo, non può essere considerata, di per sé, come una clausola meramente di...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 8203 del 20 aprile 2005
«Nel rito ordinario, con riguardo alla produzione di nuovi documenti in grado di appello, l'art. 345, terzo comma, c.p.c. va interpretato nel senso che esso fissa sul piano generale il principio della inammissibilità di mezzi di prova «nuovi» — la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11383 del 11 novembre 1998
«Il giudice d'appello che abbia dichiarato la contumacia dell'appellato non può fondare la propria decisione su documenti inseriti nel fascicolo di parte del contumace, già attore in primo grado, atteso che tali documenti, da ritenersi non prodotti...»