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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23816 del 24 novembre 2010
«In tema di prova civile, una circostanza dedotta da una parte può ritenersi pacifica - in difetto di una norma o di un principio che vincoli alla contestazione specifica - se essa sia esplicitamente ammessa dalla controparte o se questa, pur non...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4116 del 4 aprile 2000
«Quando il debitore, pur contestando, ancorché genericamente, la pretesa creditoria, produca in giudizio, al fine di chiarire le pretese contro di lui azionate, i dati e i conteggi attraverso i quali la controparte ha quantificato il proprio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25978 del 29 ottobre 2008
«In tema di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, a seguito di opposizione accolta per difetto dei presupposti di diritto sostanziale ovvero, come nella specie, per violazione di norme processuali, il fallito può chiedere, in entrambe...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4096 del 21 febbraio 2007
«La responsabilità del creditore istante per il fallimento del proprio debitore per i danni derivati dalla dichiarazione di fallimento di quest'ultimo configura una particolare applicazione, al processo fallimentare, dell'istituto della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 25218 del 29 novembre 2011
«Ai fini della specificità dei motivi d'appello richiesta dall'art. 342 c.p.c., l'esposizione delle ragioni di fatto e di diritto, invocate a sostegno del gravame, possono sostanziarsi anche nella prospettazione delle medesime ragioni addotte nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5809 del 19 aprile 2001
«L'affermazione del giudice di merito circa la sussistenza di un fatto notorio può essere censurata in sede di legittimità solo se sia stata posta a base della decisione una inesatta nozione del notorio, da intendere come fatto conosciuto da un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18241 del 15 settembre 2005
«Nella ipotesi di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, in assenza di estremi di responsabilità a carico del creditore istante, a seguito della soppressione del ruolo degli amministratori giudiziari e del fondo speciale per il compenso...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10831 del 17 dicembre 1994
«La parte che produce documenti in lingua straniera ha l'onere di produrne anche la traduzione giurata, non essendo consentito al giudice — che non conosca detta lingua — disporre d'ufficio tale traduzione, in mancanza d'istanza della parte...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 10143 del 20 giugno 2012
«L'art. 82 del r.d. 22 gennaio 1934, n. 37 - secondo cui gli avvocati, i quali esercitano il proprio ufficio in un giudizio che si svolge fuori della circoscrizione del tribunale al quale sono assegnati, devono, all'atto della costituzione nel...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1884 del 9 marzo 1996
«La parte la quale lamenti che in udienza è stata omessa, in violazione dell'art. 126 c.p.c., la verbalizzazione dell'indicazione delle persone intervenute e delle relative dichiarazioni e richieste, non può dolersi in sede di impugnazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7620 del 5 giugno 2001
«Il principio, secondo cui, anche al di fuori dell'ambito di operatività dell'art. 138, secondo comma, c.p.c., il rifiuto del destinatario di un atto unilaterale recettizio di ricevere lo stesso non esclude che la comunicazione debba ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19514 del 6 ottobre 2005
«Nei procedimenti camerali attivati su istanza di parte, il giudice adito è tenuto a fissare con decreto l'udienza di comparizione con termine per la notifica del ricorso e del decreto alle controparti, ed è altresì tenuto al deposito di tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5501 del 5 aprile 2012
«Il reclamo ex art. 26 legge fall., nella formulazione anteriore al d.l.vo 9 gennaio 2006, n. 5 (applicabile "ratione temporis") apre un procedimento di tipo inquisitorio, nel quale il tribunale, investito di tutta la procedura e nell'esercizio...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21909 del 25 settembre 2013
«Il principio generale di riparto dell'onere probatorio di cui all'art. 2697 c.c. deve essere contemperato con il principio di acquisizione probatoria, che trova fondamento nella costituzionalizzazione del principio del giusto processo, con la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18237 del 3 luglio 2008
«Se al momento della decisione della causa risulti la mancanza di taluni atti da un fascicolo di parte, il giudice è tenuto a disporne la ricerca o, eventualmente, la ricostruzione solo se sussistano elementi per ritenere che tale mancanza sia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2707 del 12 febbraio 2004
«Le norme (art. 2697 ss.) poste dal libro VI, titolo II del codice civile regolano le materie: a) dell'onere della prova; b) dell'astratta idoneità di ciascuno dei mezzi in esse presi in considerazione all'assolvimento di tale onere in relazione a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7411 del 14 maggio 2003
«La rinunzia alla prescrizione costituisce oggetto di una difesa, e non di un'eccezione in senso stretto, cosicché la parte che allega la rinuncia della controparte alla eccepita prescrizione ha solo l'onere di allegare i fatti dai quali tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8596 del 22 giugno 2001
«Il “contegno delle parti” dal quale, ai sensi dell'art. 116, secondo comma, c.p.c., il giudice è abilitato a trarre elementi indiziari di giudizio, è solo quello tenuto nel corso del processo, rimanendo, pertanto, ininfluente, ai predetti effetti...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 8702 del 10 aprile 2013
«In tema di motivazione della sentenza, l'onere del giudice quanto alle ragioni che lo inducano a disattendere, anziché accogliere, le conclusioni di una consulenza tecnica resa in altro giudizio si configura in modo analogo rispetto all'obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 23368 del 30 ottobre 2006
«In tema di notificazioni, la consegna dell'atto da notificare «a persona di famiglia» secondo il disposto dell'art. 139 c.p.c., non postula necessariamente né il solo rapporto di parentela — cui è da ritenersi equiparato quello di affinità — né...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 16164 del 28 ottobre 2003
«In caso di notificazione ai sensi dell'art. 139, secondo comma, c.p.c., la qualità di persona di famiglia o di addetta alla casa, all'ufficio o all'azienda di chi ha ricevuto l'atto si presume iuris tantum dalle dichiarazioni recepite...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 607 del 17 gennaio 2012
«Lo spossessamento del fallito, ai sensi dell'art. 42 legge fall., colpisce tutti i beni rinvenuti nella sua disponibilità a qualsiasi titolo alla data del fallimento, giustificando l'acquisizione di essi alla massa attiva in via diretta, se...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13651 del 6 dicembre 1999
«La surrogazione dell'Inail nei confronti del terzo responsabile, ai sensi dell'art. 1916 c.c., costituisce una ipotesi di successione a titolo particolare dell'ente nei diritti di cui il lavoratore era titolare verso l'autore del danno. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12190 del 1 dicembre 1998
«Qualora le parti del contratto abbiano espressamente subordinato l'operatività della garanzia assicurativa all'adozione, da parte dell'assicurato, di determinate misure di sicurezza, il giudice non può sindacare la loro concreta idoneità ad...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18656 del 5 dicembre 2003
«L'assicuratore per la responsabilità civile obbligatoria derivante dalla circolazione dei veicoli a motore che voglia contenere l'obbligazione di risarcimento nei limiti del massimale di polizza ha l'onere di indicare quali siano detti limiti e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14388 del 29 luglio 2004
«Nel caso in cui la notifica venga effettuata, nel luogo indicato nell'atto da notificare e nella richiesta di notifica, nelle forme previste dall'art. 140 c.p.c., è da presumere che in quel luogo si trovi la dimora del destinatario, onde...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7736 del 29 marzo 2007
«Nel caso di elezione di domicilio, la notificazione va fatta al destinatario presso il domicilio eletto e ai sensi dell'art. 141 c.p.c., a tale regola si deroga solo nelle specifiche ipotesi ivi previste, vale a dire nel caso che il domiciliatario...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5556 del 19 marzo 2004
«In tema di notificazioni e comunicazioni nel corso del procedimento, ove il difensore trasferisca lo studio professionale, presso cui la parte abbia eletto domicilio, ai sensi dell'art. 170 c.p.c., ad indirizzo diverso da quello risultante dagli...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8287 del 7 giugno 2002
«La notifica presso il domicilio dichiarato nel giudizio a quo, che abbia avuto esito negativo perché il procuratore si sia successivamente trasferito altrove, non ha alcun effetto giuridico, dovendo essere effettuata al domicilio reale del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5109 del 26 maggio 1999
«Alla notificazione effettuata presso il domiciliatario ai sensi dell'art. 141 c.p.c. sono applicabili le disposizioni di cui all'art. 139 c.p.c. in ordine alla persona cui può essere consegnata la copia dell'atto da notificare, con la conseguenza...»