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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6095 del 10 febbraio 2014
«In materia di reati sessuali in danno di minori, non si applica la disposizione di cui al comma primo bis dell'art. 190 bis c.p.p. quando è richiesta la ripetizione in dibattimento dell'esame della persona offesa, già sentita in sede di incidente...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 28153 del 2 luglio 2015
«Il principio di necessaria retroattività della disposizione più favorevole, affermato dalla sentenza CEDU del 17 settembre 2009 nel caso Scoppola contro Italia, non è applicabile in relazione alla disciplina dettata da norme processuali, che è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20405 del 15 maggio 2014
«È legittima l'applicazione di una misura cautelare coercitiva a persona che ricopre un ufficio elettivo per diretta investitura popolare, nonostante il divieto previsto dall'art. 289, comma terzo, c.p.p., di applicare a tale soggetto la misura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 43445 del 24 ottobre 2013
«In tema di misure cautelari, il P.M. non ha l'obbligo di mettere a disposizione, del G.i.p. prima e del Tribunale del riesame dopo, gli atti di indagine nella loro integralità e, pertanto, sono utilizzabili le dichiarazioni accusatorie rese da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23729 del 3 giugno 2015
«L'appello concernente misure cautelari personali, implicando una valutazione globale della prognosi cautelare, attribuisce al giudice "ad quem" tutti i poteri "ab origine" rientranti nella competenza funzionale del primo giudice, ivi compreso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11807 del 12 marzo 2013
«La retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare disposta per differenti reati non solo presuppone, in ogni caso, che la seconda ordinanza abbia ad oggetto fatti anteriori a quelli oggetto della prima, ma, quando i reati siano...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11748 del 11 marzo 2014
«In tema di durata delle misure cautelari personali interdittive, la disposizione speciale contenuta nell'art. 308, comma secondo bis, c.p.p., secondo cui le stesse perdono efficacia decorsi sei mesi dall'inizio della loro esecuzione, si applica ai...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 30701 del 17 luglio 2013
«La parte che eccepisce la mancata trasmissione al Tribunale del riesame di tutti gli atti posti a fondamento dell'ordinanza applicativa di misura cautelare non può limitarsi ad una dichiarazione di mera incompletezza degli stessi, ma deve...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22652 del 30 maggio 2014
«In tema di sequestro preventivo, la disposizione di cui all'art. 322 bis c.p.p., che prevede la generale appellabilità delle ordinanze adottate in materia, trova applicazione anche nelle ipotesi in cui il giudice abbia provveduto a dichiarare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19313 del 6 maggio 2013
«La ritenuta oggettiva falsità della testimonianza da parte del giudice del dibattimento non esclude di per sè l'applicabilità della disposizione contenuta nell'art. 500, comma quarto c.p.p., dovendosi comunque valutare la sussistenza in concreto...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 32367 del 24 luglio 2013
«Il principio di immutabilità del giudice non trova applicazione nel giudizio abbreviato cd semplice (cioè senza integrazione probatoria), sia perché l'art. 442 c.p.p. non richiama l'art. 525 c.p.p., sia perché questa disposizione si riferisce ad...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11029 del 20 dicembre 1996
«La contemporaneità delle richieste, pertanto, contraddice la disposizione di legge. (Nella fattispecie la corte di appello aveva negato il rinvio dell'udienza camerale richiesto dal difensore il quale coevamente aveva asserito verbalmente che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8637 del 24 settembre 1996
«Peraltro, in ossequio al principio della tassatività della nullità sancito nell'art. 177 c.p.p., la mancata lettura del dispositivo in udienza, nei casi in cui la disposizione dell'art. 442 comma primo in relazione all'art. 545 comma primo c.p.p....»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15461 del 1 aprile 2004
«In tema di giudizio di impugnazione, la disposizione di cui all'art. 597 primo comma c.p.p. va interpretata nel senso che esso attribuisce gli stessi poteri del primo giudice al giudice di appello: con la conseguenza che questi — fermo restando il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48334 del 17 dicembre 2009
«Non viola il divieto di "reformatio in pejus" il giudice di appello che, applicato dal primo giudice il minimo edittale secondo la previgente disposizione, abbia tenuto conto della riduzione per novella legislativa di quel parametro applicando...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10091 del 5 marzo 2008
«Nel caso in cui la sentenza di appello sia stata annullata con rinvio, ed in applicazione del divieto di reformatio in pejus (operante anche nel giudizio di rinvio) la pena già determinata dal giudice dell'appello non possa essere aggravata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 166 del 10 gennaio 1998
«A favore dell'affermazione di tale principio depone, del resto, la natura eccezionale della disposizione in esame, costituente deroga al principio generale dell'effetto devolutivo dell'appello stabilito dall'art. 597, comma primo, c.p.p., con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2538 del 13 giugno 1998
«La disposizione dell'art. 666, comma settimo, c.p.p., circoscritta alle ordinanze pronunciate nel procedimento di esecuzione si pone come norma eccezionale, e pertanto non è estensibile per analogia, rispetto al principio generale fissato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5653 del 19 dicembre 1996
«La disposizione dell'art. 486 c.p.p. che prevede i casi di impedimento a comparire dell'imputato e del difensore si impone, se l'impedimento è legittimo, il rinvio dell'udienza, è applicabile anche al processo di esecuzione, per effetto del...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35375 del 24 settembre 2007
«Il ricorso per cassazione può avere ad oggetto anche soltanto l'eccezione di illegittimità costituzionale della disposizione applicata dal giudice di merito perché implica comunque una censura di violazione di legge riferita all'impugnata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4911 del 19 agosto 1998
«Le questioni di diritto sostanziale possono esser sollevate per la prima volta davanti alla Corte di cassazione — così venendo meno la preclusione per le violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello — sempre che si tratti di deduzioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7576 del 23 febbraio 2004
«In tema di processo penale a carico di imputati minorenni, l'ordinanza con la quale il giudice dispone, ai sensi dell'art. 28 D.P.R. 448 del 1988, la sospensione del processo e la messa alla prova, senza la preventiva audizione delle parti e in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4115 del 10 gennaio 1996
«Il sindacato demandato alla Corte di cassazione, infatti, per espressa disposizione normativa, deve essere limitato soltanto a riscontrare l'esistenza di un logico apparato argomentativo sui vari punti della decisione impugnata, senza spingersi a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6937 del 14 luglio 1997
«In tema di modalità di determinazione del reddito d'impresa per i soggetti ammessi ai regimi forfetari e che si avvalgono della c.d. contabilità semplificata (D.L. 19 dicembre 1984, n. 853 art. 2 comma 9, convertito con modificazioni in L. 17...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1691 del 4 maggio 2000
«Sono pienamente utilizzabili a fini cautelari le dichiarazioni accusatorie rese da soggetto sentito come persona informata dei fatti che, successivamente e in diverso procedimento, assuma la qualità di indagato in procedimento per reato solo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6182 del 25 giugno 1997
«In tema di prove, la disposizione di cui al terzo comma dell'art. 192 del codice di procedura penale — valutazione delle dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso — non rappresenta un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5036 del 29 maggio 1997
«Infatti, la citata disposizione richiede che gli «altri elementi di prova», unitamente ai quali il giudice di merito deve valutare le dichiarazioni di cui si tratta, confermino l'attendibilità delle stesse e non le singole circostanze riferite;...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1724 del 29 gennaio 2015
«In tema di fallimento, poiché la disposizione di cui all'art. 44, secondo comma, legge fall. deve essere coordinata con quelle contenute negli artt. 42, secondo comma, e 46, primo comma, n. 1, della stessa legge, il pagamento ricevuto dal fallito...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 403 del 12 gennaio 2001
«In tema di fallimento, il legislatore, nel dettare le norme di cui all'art. 67, primo e secondo comma L. fall., non soltanto ha inteso differenziare le ipotesi di azione revocatoria fallimentare da quella di revocatoria ordinaria sub specie del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1187 del 20 gennaio 2006
«Qualora l'apertura di credito bancario risulti in concreto pattuita, per effetto di collegamento fra più negozi - in ipotesi, in forza di contestuale cessione pro solvendo di crediti verso terzi, e rimessa sul conto corrente della somma riscossa...»