-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4568 del 11 gennaio 1993
«L'intervento del giudice dell'esecuzione, funzionalmente investito delle questioni attinenti all'esecuzione del giudicato — che, indubbiamente, subisce non lievi scalfitture dall'istituto introdotto dal vigente codice di procedura penale — non si...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2485 del 6 luglio 1992
«... Ogni altra causa di mancata applicazione della disciplina della continuazione non ne impedisce l'applicazione da parte del giudice dell'esecuzione, a cui spetta in definitiva la valutazione del complesso dei fatti giudicati con separate...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11909 del 22 novembre 1991
«Né ad un contrario avviso può condurre il rilievo della possibilità di applicazione della continuazione anche in sede di esecuzione, introdotta con l'art. 671 c.p.p., perché tale possibilità (che non modifica, attesa la natura processuale della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4855 del 4 aprile 1990
«Tanto doveva essere fatto, senza che vi fosse una espressa disposizione di legge, per non vanificare il diritto dell'imputato a fruire della più favorevole disciplina prevista dall'art. 81 c.p.p.; attualmente ciò non è più necessario in quanto la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 40536 del 30 ottobre 2008
«La necessità di rideterminare il cumulo per la sopravvenienza di nuovo titolo definitivo di detenzione che si assuma in continuazione con fatti già oggetto di precedente provvedimento del giudice dell'esecuzione di unificazione, a norma dell'art....»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3090 del 26 giugno 1997
«Qualora il giudice dell'esecuzione applichi ai fatti di reato oggetto di diverse sentenze di condanna l'istituto della continuazione, e sempre che la stessa non sia stata esplicitamente esclusa nei provvedimenti di cognizione, la possibilità di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1750 del 24 luglio 1993
«Ai fini dell'applicazione della disciplina del reato continuato da parte del giudice dell'esecuzione, mentre non può farsi carico all'interessato di un onere di allegazione materiale di atti e documenti, dalla legge non imposto, non può dubitarsi...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1544 del 22 febbraio 1993
«La richiesta rivolta dal condannato al giudice dell'esecuzione, dell'applicazione della disciplina del reato continuato, ai sensi dell'art. 671, primo comma, c.p.p., non esige di essere specificamente documentata, né suffragata da elementi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6587 del 9 gennaio 1997
«In tema di applicazione della continuazione in sede esecutiva, mentre all'interessato incombe l'onere di indicare i reati ai quali la continuazione dovrebbe riferirsi, non può dirsi che egli sia anche tenuto a provare l'unitarietà del disegno...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4565 del 14 ottobre 1995
«Qualora, in sede esecutiva, venga richiesta la continuazione fra il delitto di associazione per delinquere armata di tipo mafioso e singoli reati attinenti alle armi, il giudice dell'esecuzione non può dare per scontato, in assenza anche di una...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5959 del 13 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5637 del 12 febbraio 2002
«Nel procedimento di esecuzione, quando riconosca il vincolo della continuazione tra reati considerati in più sentenze o decreti di condanna, il giudice è soggetto nella determinazione della pena al limite indicato nell'art. 671, comma secondo,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38296 del 23 ottobre 2001
«Il potere del giudice dell'esecuzione di concedere la sospensione condizionale della pena non ha portata generale, ma è strettamente connesso al riconoscimento del concorso formale o della continuazione, e non può essere esteso ad altre ipotesi,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 20471 del 18 maggio 2001
«Il giudice dell'esecuzione, investito da richiesta ai sensi dell'art. 671 c.p.p., non può trascurare, ai fini del riconoscimento del vincolo della continuazione, la valutazione già operata in fase di cognizione, con riguardo a episodi criminosi...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3751 del 21 luglio 1995
«Quando la disciplina del reato continuato viene applicata in sede di esecuzione, ai sensi dell'art. 671 c.p.p., il giudice è privo del potere discrezionale relativo all'individuazione della violazione più grave. Quest'ultima, infatti, va ravvisata...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 662 del 1 aprile 1994
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in sede esecutiva, spetta al giudice dell'esecuzione, ove il giudice della cognizione non abbia già escluso l'esistenza di un medesimo disegno criminoso, individuare, in base alle...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 710 del 9 marzo 1992
«Il giudice dell'esecuzione non può svolgere sindacato o controllo sulla correttezza, o meno, della decisione del giudice della cognizione, dovendosi interpretare in senso restrittivo la disposizione del citato art. 671, in quanto derogatrice del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 749 del 16 maggio 2000
«Qualora, invece, sia lo stesso giudice dell'esecuzione a dichiarare condonata la pena con provvedimento impugnabile a norma degli artt. 672, comma primo, e 667 c.p.p., la decisione assume — in forza del generale principio del ne bis in idem...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5569 del 16 dicembre 1998
«È illegittimo il provvedimento del giudice dell'esecuzione che de plano applichi l'amnistia, dopo aver fissato la data del commesso reato non precisata dal giudice della cognizione. E invero, in materia di applicazione dei provvedimenti di...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1319 del 20 marzo 1996
«Pertanto, quando si verifichi la condizione risolutiva di cui all'art. 11 del suddetto decreto, il beneficio va revocato, anche se il reato che importa l'effetto revocatorio sia unito — in sede di esecuzione — dal vincolo della continuazione ai...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2332 del 24 febbraio 1994
«Ciò anche nei procedimenti che proseguono con le norme del codice previgente, poiché, trattandosi di materia attinente all'esecuzione del giudicato, si applica la normativa in vigore (art. 260 att. c.p.p. 1988), che riserva ogni statuizione al...»
-
Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 32332 del 6 agosto 2009
«In tema di mandato di arresto europeo, l'indulto si applica anche al cittadino italiano la cui consegna sia stata rifiutata a norma dell'art. 18, comma primo, lett. r), della L. 22 aprile 2005, n. 69, ai fini della esecuzione nello Stato della...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1709 del 6 aprile 1998
«A norma degli artt. 672, comma primo, e 667, comma quarto, c.p.p., contro le pronunce del giudice dell'esecuzione, in materia di amnistia ed indulto, è ammessa soltanto l'opposizione davanti allo stesso giudice; trattasi di rimedio che, pur...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6320 del 16 febbraio 2010
«L'indulto concesso dal giudice della cognizione può essere revocato dal giudice dell'esecuzione solo per la sopravvenienza di una causa prevista dalla legge e non per un mero ripensamento, sia pur fondato, sulla correttezza della sua applicazione,...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 21501 del 22 maggio 2009
«In tema di indulto, in caso di reati uniti nel vincolo della continuazione, alcuni dei quali - compreso quello più grave - siano stati commessi entro il termine fissato per la fruizione del beneficio ed altri successivamente, la pena rilevante ai...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 375 del 19 aprile 1996
«Al giudice dell'esecuzione è consentita dall'art. 674 c.p.p. soltanto la revoca dell'indulto condizionato in base alla condizione risolutiva prevista dal decreto di clemenza. Fuori di tale ipotesi, il contenuto del giudicato non è modificabile,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47706 del 9 dicembre 2004
«La revoca, da parte del giudice dell'esecuzione, ai sensi dell'art. 674, comma 1 bis, c.p.p., della sospensione condizionale, quando venga riscontrata la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 168, comma terzo, c.p., ha carattere di...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2454 del 27 settembre 1997
«In sede di esecuzione non è possibile procedere alla revoca del beneficio della sospensione condizionale della pena erroneamente concesso sulla base di un certificato del casellario non attestante fedelmente i precedenti penali dell'imputato. Alla...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2669 del 28 luglio 1995
«Ne consegue che, passata in giudicato la decisione, non è possibile procedere in sede di esecuzione alla revoca del beneficio sulla sola constatazione di una erronea determinazione del giudice e, quindi, per ragioni che non riguardano accadimenti...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1257 del 6 maggio 1994
«Il potere attribuito dall'art. 674 c.p.p. al giudice dell'esecuzione di revocare la sospensione condizionale della pena deve intendersi riferito alle ipotesi di revoca di diritto previste dall'art. 168, primo comma, c.p.p. e non anche a quella di...»