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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5843 del 23 aprile 1990
«Ed invero l'interesse tutelato dalla disposizione in esame non è tanto quello dell'imparzialità della pubblica amministrazione, dato che l'atto da compiere è conforme ai criteri di una sana e corretta amministrazione, bensì quello della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29338 del 9 luglio 2013
«L'art. 1, comma 75, legge n. 190 del 2012, che ha scisso l'originaria fattispecie di concussione in due distinti reati, non ha comportato alcuna decriminalizzazione delle condotte in passato sussumibili nell'art. 317 c.p., lasciando, invece, al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12977 del 11 dicembre 1998
«La disposizione dell'art. 328 c.p. mira a tutelare il privato che intenda ottenere un risultato utile in relazione al rapporto amministrativo tra lui e la pubblica amministrazione, onde il concetto di «atto di ufficio» deve intendersi nel senso di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14979 del 2 aprile 2013
«In tema di rifiuto di atti di ufficio, il carattere di urgenza dell'atto ricorre nel caso del medico in servizio di guardia che sia richiesto di prestare il proprio intervento da personale infermieristico e medico con insistenti sollecitazioni,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8117 del 12 luglio 2000
«A fronte della legittima richiesta di compimento di un atto d'ufficio rientrante fra quelli previsti dall'art. 328, comma 1, c.p., il rifiuto opposto dal destinatario di detta richiesta non può trovare giustificazione nell'asserita inosservanza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17837 del 5 maggio 2008
«Deve escludersi la configurabilità del reato previsto dall'art. 334 c.p. nel caso di circolazione abusiva con veicolo sottoposto a sequestro amministrativo a norma dell'art. 213, D.L.vo 30 aprile 1992, n. 285, in quanto, sussistendo un rapporto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24684 del 11 giugno 2015
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 349 c.p., non occorre che i sigilli siano stati materialmente apposti, né tanto meno che gli stessi siano stati oggetto di rottura o di rimozione, essendo sufficiente l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3133 del 23 gennaio 2014
«Ai fini della configurabilità del reato previsto dall'art. 349 cod. pen., anche nella forma aggravata dall'avere agito nella qualità di custode, non occorre che i sigilli siano già materialmente apposti né che siano oggetto di rottura o rimozione,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 45625 del 25 novembre 2003
«I delitti di estorsione e turbata libertà degli incanti, previsti, rispettivamente, dagli artt. 629 e 353 c.p., possono concorrere formalmente, in quanto le due norme infatti hanno diversa obiettività giuridica, tutelando la prima il patrimonio,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12175 del 29 marzo 2005
«La qualità di pubblico ufficiale, per i componenti di un organismo collegiale cui la legge attribuisce l'esercizio di pubbliche funzioni, sussiste anche quando la loro individuazione avvenga, per disposizione normativa, a cura di enti di diritto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5816 del 18 maggio 1995
«Il fondamento della responsabilità per colpa per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline consiste nel fatto che dette norme sono dirette a prevenire eventi pregiudizievoli. In particolare, norme di comportamento...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 45 del 10 gennaio 1986
«La casa da gioco gestita da un ente locale non può considerarsi ente pubblico poiché la gestione di tale casa, sia pure istituita per espressa disposizione di legge, non costituisce attività rientrante tra le funzioni del comune, ma è attività di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 36364 del 12 settembre 2003
«Integra il reato di calunnia l'indicazione delle circostanze di fatto diverse e più gravi di quelle realmente verificatesi. (Fattispecie in cui la moglie aveva accusato il marito di non aver mai in alcun modo contribuito al mantenimento dei figli...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10332 del 13 ottobre 1995
«In materia di diffamazione a mezzo stampa, quando il giornalista proponga una plausibile ricostruzione di un avvenimento contraddittoriamente rappresentato nelle dichiarazioni dei protagonisti e dei testimoni, riportate nell'articolo, il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15850 del 29 novembre 1990
«La disposizione dell'art. 51 c.p. che considera non punibili i fatti preveduti dalla legge come reati se commessi per adempiere ad un dovere derivante da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità, prende in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44868 del 18 novembre 2004
«In tema di circostanze aggravanti comuni, in relazione all'ipotesi di cui all'art. 61, n.11 c.p., il termine «ufficio» cui fa riferimento la disposizione, va inteso tanto nel suo senso soggettivo, come esercizio di mansioni da parte dell'agente,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2939 del 4 marzo 1988
«In tema di associazione per delinquere preordinata allo spaccio di sostanze stupefacenti, ricorre un'ipotesi di concorso nel reato associativo, e non di favoreggiamento personale nel fatto di chi, a conoscenza dell'esistenza dell'associazione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44753 del 20 novembre 2003
«In tema di favoreggiamento personale, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 D.L. 13 maggio 1991 n. 152, conv. in legge 12 luglio 1991, n. 203 (aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416 bis c.p. ovvero al fine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 50097 del 12 dicembre 2013
«Integra gli estremi del tentativo del reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice nella forma dell'elusione della misura cautelare a difesa del credito, a norma degli artt. 56 e 388, secondo comma, cod. pen., la condotta del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 692 del 19 gennaio 2000
«Il comportamento del proprietario custode dei beni pignorati che non si renda reperibile il giorno dell'accesso fissato dall'ufficiale giudiziario per la sostituzione del custode dei beni pignorati e l'asporto di essi, non integra gli estremi del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 66 del 30 gennaio 1997
«In tema di associazione per delinquere, l'indeterminatezza del programma criminoso non costituisce un requisito indefettibile per la configurabilità del reato di cui all'art. 416 c.p.; la lettera della norma, infatti, postula solo una pluralità di...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3993 del 29 gennaio 2010
«Commette il reato di falso ideologico in atto pubblico mediante induzione in errore del pubblico ufficiale colui il quale riferisce o comunque indica all'ufficiale notificante circostanze non vere, in tal modo determinando un'errata relazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10543 del 10 ottobre 2000
«Non è configurabile anche il delitto di peculato, in relazione al materiale e agli strumenti di cui illecitamente si è servito, difettando, a quest'ultimo proposito, o gli estremi dell'appropriazione, intesa come sottrazione della cosa alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6793 del 12 luglio 1997
«Ed invero la citata disposizione — nello stabilire tale competenza — menziona i «reati di diffamazione commessi attraverso trasmissioni consistenti nell'attribuzione di un fatto determinato», indipendentemente dalla persona che li abbia commessi;...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9317 del 30 agosto 1994
«È configurabile il reato di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.) a carico del notaio che consapevolmente ometta di indagare la reale volontà delle parti che compiono un atto di disposizione. Ciò perché l'art. 47, comma 3 della legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22888 del 3 luglio 2006
«Integra il delitto di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) la condotta del soggetto che attesti al pubblico ufficiale una situazione concreta ed obiettiva attinente alla propria persona non rispondente al vero e,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9048 del 15 luglio 1999
«In tema di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, non è necessario, per la sussistenza del reato, che l'atto nel quale la dichiarazione è stata recepita sia destinato ad attestare — per espressa disposizione di legge — la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 959 del 30 gennaio 1996
«In tema di falso ideologico del privato in atto pubblico, non è necessario che l'atto di cui si ipotizza la falsità sia previsto da una specifica disposizione di legge, ma è sufficiente che esso sia destinato a provare la verità, e cioè che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8495 del 17 ottobre 1983
«L'erede infatti, abbia o meno accettato l'eredità, non ha diritto di distruggere il testamento stesso, del quale non ha potere esclusivo di disposizione, ma è tenuto viceversa a provvedere a renderlo pubblico, appena abbia notizia della morte del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6436 del 11 luglio 1983
«La disposizione dell'art. 493 c.p. non dilata l'area degli atti pubblici (sono tali solo quelli formati nell'esercizio di una pubblica funzione) ma equipara quelli redatti da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio agli atti...»