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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19740 del 17 luglio 2008
«Mentre nell'ipotesi della cessione di ramo di azienda si realizza la successione legale nel rapporto di lavoro del cessionario senza bisogno di consenso dei contraenti ceduti, nel caso della mera esternalizzazione di servizi ricorre la fattispecie...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14670 del 30 luglio 2004
«L'art. 2112 c.c., relativo alla successione dell'imprenditore cessionario all'imprenditore cedente nel rapporto di lavoro, non prevede che il lavoratore ceduto debba prestare il proprio consenso per il trasferimento del suo rapporto di lavoro, con...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9031 del 12 maggio 2004
«Si ha trasferimento di azienda in tutti i casi in cui, ferma restando l'organizzazione del complesso di beni destinati all'esercizio dell'attività economica, ne muta il titolare; in questo caso, i rapporti di lavoro preesistenti al trasferimento...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11107 del 26 luglio 2002
«La disposizione dell'art. 2213, primo comma, c.c., che stabilisce l'invalidità delle rinunzie e transazioni aventi per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti collettivi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3345 del 21 marzo 2000
«La mera accettazione del trattamento di fine rapporto ancorché non accompagnata da alcuna riserva non può essere interpretata, per assoluto difetto di concludenza, come tacita dichiarazione di rinuncia ai diritti derivanti dall'illegittimità del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11451 del 12 novembre 1998
«La quietanza ha valore probatorio di regola limitatamente alla somma della quale attesta la ricezione tranne che in base a particolari elementi di fatto che devono essere individuati si evidenzi la volontà abdicatoria del richiedente in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6024 del 10 maggio 2000
«In materia di determinazione della base imponibile per il calcolo dei contributi dell'assicurazione obbligatoria, la prescrizione dell'art. 1 D.L. 9 ottobre 1989, u. 338, convertito in legge 7 dicembre 1989, n. 389 deve essere interpretata nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16300 del 19 agosto 2004
«Il principio generale dell'automatismo delle prestazioni previdenziali, ai sensi dell'art. 2116 c.c., confermato, per l'assicurazione generale obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti, dall'art. 27, comma secondo, del R.D.L. 14 aprile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7139 del 9 maggio 2003
«Colui che intende far accertare la natura subordinata del proprio rapporto di lavoro, al fine di poter usufruire delle relative prestazioni previdenziali e assicurative, ha l'onere di provare in modo certo l'elemento tipico qualificante del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11577 del 20 novembre 1997
«Dato che il rapporto di lavoro può risolversi, oltre che mediante gli atti unilaterali di recesso di cui agli artt. 2118 e 2119 c.c., per mezzo di negozi bilaterali riconducibili alla previsione di cui all'art. 1372, primo comma, c.c....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20787 del 4 ottobre 2007
«Nel regime del rapporto di lavoro alle dipendenze della P.A. successivo all'entrata in vigore del D.L.vo n. 29 del 1993, regolato dalle norme del codice civile e dalle leggi civili sul lavoro nonché dalle norme sul pubblico impiego solo in quanto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5776 del 10 giugno 1998
«Quando il contratto collettivo definisce l'assenza del lavoratore prolungata oltre i tre giorni e non giustificata quale dimissioni, l'assenza medesima assume il valore giuridico di un atto di dimissioni, in quanto considerata espressione della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 897 del 17 gennaio 2011
«Le garanzie procedimentali dettate dall'art. 7, secondo e terzo comma, legge n. 300 del 1970, devono trovare applicazione nell'ipotesi di licenziamento di un dirigente - a prescindere dalla specifica collocazione che lo stesso assume nell'impresa,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16864 del 24 luglio 2006
«In tema di licenziamento individuale per giusta causa o per giustificato motivo soggettivo (che ha natura ontologicamente disciplinare e al cui procedimento sono applicabili le garanzie procedurali in materia di pubblicità della normativa, di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4163 del 1 marzo 2004
«In un giudizio di impugnativa di un licenziamento per giusta causa intimato a lavoratore risultato assente a visita domiciliare di controllo, è affetta da vizio di motivazione, rilevante a norma dell'art. 360, primo comma n. 5, c.p.c., la sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5546 del 8 marzo 2010
«Nel licenziamento per giusta causa, il principio dell'immediatezza della contestazione, dell'addebito deve essere inteso in senso relativo, potendo in concreto essere compatibile con un intervallo di tempo più o meno lungo, quando l'accertamento e...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13167 del 8 giugno 2009
«In materia di licenziamento disciplinare, il principio dell'immediatezza della contestazione, che trova fondamento nell'art. 7, terzo e quarto comma, legge 20 maggio 1970, n. 300, mira, da un lato, ad assicurare al lavoratore incolpato il diritto...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 129 del 10 gennaio 1996
«L'immediatezza e la tempestività che condizionano la validità del licenziamento per giusta causa vanno intese in senso relativo e possono nei casi concreti essere compatibili con un intervallo temporale reso necessario dall'accertamento dei fatti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6903 del 25 luglio 1994
«Il requisito dell'immediatezza dell'intimazione del licenziamento in tronco rispetto alla mancanza che ne ha costituito la ragione — la sussistenza della quale deve essere provata dal datore di lavoro — è elemento essenziale per la configurabilità...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11002 del 3 novembre 1998
«Per quanto concerne il trattamento di fine rapporto, la L. 29 maggio 1982, da una parte, ha stabilito (art. 1 trasfuso nel secondo comma dell'art. 2120) che, salva diversa previsione dei contratti collettivi, la retribuzione annua comprende tutte...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7177 del 5 agosto 1996
«Per il computo dell'indennità di anzianità, prevista dall'art. 2120 c.c. nel testo previgente, e del Tfr, previsto dall'art. 2120 c.c. nel testo vigente, il legislatore ha assunto come parametro di riferimento una nozione di retribuzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1222 del 4 febbraio 2000
«Ove, oltre al coniuge divorziato ed al coniuge superstite, esistano anche figli del lavoratore defunto (e/o altri parenti od affini a suo carico) aventi diritto alla indennità di buonuscita ai sensi dell'art. 2122 c.c., dal coordinamento di tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10527 del 23 ottobre 1998
«A norma dell'art. 2135 c.c., l'attività di allevamento del bestiame può considerarsi agricola e, come tale, non assoggettabile a fallimento, ancorché svolta con l'ausilio di tecniche moderne, quando si presenta in collegamento funzionale con il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13094 del 10 dicembre 1992
«In tema di rappresentanza delle società, se ai fatti ad essa inerenti (cessazione, attribuzione della stessa ad altro soggetto, estensione o riduzione del suo ambito) non sia stata data la prescritta pubblicità, gli atti compiuti in nome e per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4421 del 20 aprile 1995
«La disposizione di cui al comma 1 dell'art. 2195 c.c. non ha alcun carattere definitorio, ma sostanzialmente esaurisce, ai numeri 1 e 2, l'ambito della nozione di imprenditore (di cui all'art. 2082 c.c.) mediante la previsione delle imprese...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12685 del 9 giugno 2011
«In tema di competenza per territorio, ove un avvocato abbia agito, con il procedimento di ingiunzione, al fine di ottenere dal proprio cliente il pagamento di competenze professionali avvalendosi del foro speciale di cui all'art. 637, terzo comma,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4705 del 25 febbraio 2011
«Il mandato professionale per l'espletamento di attività di consulenza e comunque di attività stragiudiziale non deve essere provato necessariamente con la forma scritta, "ad substantiam" ovvero "ad probationem", potendo essere conferito in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8546 del 22 aprile 2005
«In tema di responsabilità del prestatore di opera intellettuale, poiché l'art. 1176 c.c. fa obbligo al professionista di usare, nell'adempimento delle obbligazioni inerenti la sua attività professionale, la diligenza del buon padre di famiglia, il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5945 del 10 maggio 2000
«La controeccezione (nella specie, di interruzione della prescrizione) è assimilabile ad una eccezione in senso stretto e va pertanto proposta nel rispetto dei prescritti termini processuali; tuttavia la disciplina codicistica non prevede anche un...»