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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 12093 del 17 novembre 1980
«L'improvviso malore da cui sia colpito il conducente di un autoveicolo non costituisce caso fortuito, ma è evento che incide, escludendole, sulla coscienza e volontarietà della condotta. Conseguentemente, grava sull'imputato soltanto un onere di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16978 del 12 aprile 2013
«La cooperazione nel delitto colposo si verifica quando più persone pongono in essere una autonoma condotta, nella reciproca consapevolezza di contribuire con l'azione od omissione altrui alla produzione dell'evento non voluto. (Nella fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 48318 del 17 dicembre 2009
«Non si ha cooperazione nel delitto colposo qualora più persone, pur avendo contemporaneamente violato la medesima regola cautelare, abbiano posto in essere un'autonoma condotta, in mancanza della reciproca consapevolezza di contribuire all'azione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 40205 del 13 ottobre 2004
«La cooperazione nel delitto colposo di cui all'art. 113 c.p. si verifica quando più persone pongono in essere una autonoma condotta nella reciproca consapevolezza di contribuire all'azione od omissione altrui che sfocia nella produzione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43988 del 28 ottobre 2013
«In tema di colpa professionale, per l'affermazione della responsabilità penale del singolo sanitario operante in equipe chirurgica, è necessario non solo accertare la valenza con-causale del suo concreto comportamento attivo o omissivo al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 43083 del 18 ottobre 2013
«È responsabile ai sensi dell'art. 113 cod. pen. di cooperazione nel delitto colposo l'agente il quale, trovandosi a operare in una situazione di rischio da lui immediatamente percepibile, pur non rivestendo alcuna posizione di garanzia,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6300 del 27 aprile 1989
«In materia di reati colposi, qualora l'evento, posto ad oggetto del reato scaturisca dal sinergismo di consapevoli condotte colpose, attribuibili alla vittima e a terzi imputati, va applicata la disposizione di cui all'art. 113 c.p., speciale...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45069 del 22 novembre 2004
«La cooperazione nel delitto colposo si caratterizza per un legame psicologico tra le condotte dei concorrenti, nel senso che ciascuno dei compartecipi deve essere consapevole della convergenza della propria condotta con quella altrui, senza però...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6242 del 24 maggio 1988
«Ai fini dell'applicabilità dell'effetto estensivo della querela nel caso di delitti colposi, occorre distinguere l'ipotesi della cooperazione prevista dall'art. 113 c.p. da quella del concorso di azioni od omissioni colpose costituenti cause...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10721 del 12 ottobre 1998
«L'onere della prova della intempestività della querela è a carico di chi allega l'inutile decorso del termine, e la decadenza dal diritto di proporla va accertata secondo criteri rigorosi e non può ritenersi verificata in base a semplici...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3639 del 6 aprile 1982
«Il dolo necessario ad integrare il delitto di apologia e propaganda sovversiva o antinazionale (art. 272 c.p.) è solo quello generico, costitutivo dalla consapevolezza e volontà di diffondere presso terzi, con l'intento di influenzare l'altrui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1737 del 10 febbraio 1994
«La configurabilità in concreto di un consenso, in virtù di prevedibilità o previsione, e di una contestuale accettazione di ogni possibile evento successivo e conseguente, costituisce il sostrato delle categorie del dolo alternativo ed eventuale....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10233 del 19 ottobre 1988
«Il concetto di attentato alla vita ed alla incolumità della persona di cui all'art. 280 c.p., introdotto col d.l. 15 dicembre 1979, n. 625, prescinde dalla verificazione dell'evento, tanto è vero che nella ipotesi in cui si realizzino morte o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«A differenza che per le ipotesi criminose previste dagli artt. 432, 433 e 434 c.p., per la sussistenza del delitto di detenzione di materie esplodenti (art. 435 c.p.) non è richiesto il verificarsi di un pericolo per la pubblica incolumità. Il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1538 del 9 febbraio 1979
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 285 c.p. in riferimento agli artt. 3 e 27 della Costituzione. Invero, la previsione per tale reato della pena dell'ergastolo costituisce esplicazione della facoltà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1684 del 14 febbraio 1978
«L'elemento materiale del delitto previsto dall'art. 285 del c.p. consiste nel compimento di qualsiasi fatto diretto a portare la devastazione, il saccheggio o la strage nel territorio dello Stato o in una parte di esso. È, quindi, sufficiente, per...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 1 del 18 marzo 1970
«Il delitto di attentato contro l'integrità dello Stato, enunciato dalla legge nella ipotesi astratta di «un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero» (art. 241 c.p.), si...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5864 del 19 maggio 1978
«Il diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero supera il suo limite giuridico costituito dal rispetto del prestigio delle istituzioni repubblicane e decanta, quindi, nell'abuso del diritto e cioè nel fatto-reato costituente il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4938 del 5 giugno 1986
«La diminuente prevista dall'art. 311 c.p. per i delitti contro la personalità dello Stato presuppone che il fatto nel suo complesso, risulti di lieve entità, sicché essa è esclusa quando manchi il suddetto requisito o in rapporto all'evento o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 199 del 10 gennaio 2012
«In tema di delitti contro la P.A., la circostanza attenuante speciale prevista per i fatti di particolare tenuità ricorre quando il reato, valutato nella sua globalità, presenti una gravità contenuta, dovendosi a tal fine considerare ogni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1898 del 21 gennaio 2005
«Il delitto di rivelazione di segreti di ufficio è integrato anche quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio diffondano una notizia non appresa per ragioni dell'ufficio o del servizio, bastando che tale notizia dovesse...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2620 del 18 marzo 1997
«In tema di reati contro la pubblica amministrazione, possono concorrere l'attenuante di cui all'art. 62 n. 4 c.p. e quella di cui all'art. 323 bis c.p., in quanto la prima si riferisce al fatto di reato nella sua globalità, e quindi ai...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 51056 del 18 dicembre 2013
«La mancata inflizione di più pugnalate non esclude la configurabilità del dolo omicida, ove sia accertato che, per le modalità operative e per lo strumento utilizzato, l'azione era idonea a causare la morte della vittima, evento non verificatosi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5096 del 9 febbraio 2012
«Se, in genere, per l'integrazione del dolo è necessario che la rappresentazione e la volizione abbiano ad oggetto tutti gli elementi costitutivi della fattispecie tipica (e cioè condotta, evento e causalità materiale) e non il solo evento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16465 del 27 aprile 2011
«In tema di dolo, la prova della volontà di commissione del reato è prevalentemente affidata, in mancanza di confessione, alla ricerca delle concrete circostanze che abbiano connotato l'azione e delle quali deve essere verificata la oggettiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1639 del 28 aprile 1995
«Nel delitto tentato il dolo deve essere diretto, in quanto soltanto da tale specie di elemento psicologico, non realizzandosi alcun evento, è possibile dedurre l'inequivoca direzione degli atti concretizzati dall'agente verso l'evento non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9255 del 21 ottobre 1981
«Non può ritenersi la preterintenzionalità del delitto qualora, tra l'azione dell'imputato e l'evento, sussista un rapporto di conseguenzialità ordinaria e normale proprio in considerazione delle modalità dell'azione ed in specie del mezzo adoperato.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16612 del 12 aprile 2013
«Ai fini della sussistenza del delitto tentato, occorre che, sulla base di una valutazione ex ante, gli atti compiuti, anche se meramente preparatori o solo parziali, siano idonei ed univoci, ossia diretti in modo non equivoco a causare l'evento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9365 del 13 agosto 1998
«In materia di delitto tentato l'idoneità di un atto criminoso, ai fini della sussistenza della ipotesi di cui all'art. 56 c.p., consiste nella sua capacità causale e, cioè, nella sua suscettibilità a produrre l'evento che rende consumato il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6532 del 23 gennaio 1998
«Nel vigente ordinamento penale l'ammissibilità del tentativo punibile è esclusa soltanto con riguardo a tre categorie di reati: a) i reati contravvenzionali, riferendosi l'art. 56 c.p. solo ai “delitti”; b) i reati c.d. a consumazione anticipata,...»