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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13708 del 7 dicembre 1999
«Per ottenere l'annullamento di un contratto di vendita concluso dal rappresentante in conflitto di interessi con il rappresentato, è necessario non solo che quegli persegua interessi, propri o di un terzo, inconciliabili con il rappresentato, ma...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7698 del 21 agosto 1996
«Ai fini dell'annullabilità del contratto stipulato dal rappresentante in conflitto di interessi con il rappresentato, il giudice di merito può argomentare l'esistenza di un tale conflitto e la sua conoscenza o conoscibilità da parte del terzo da...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1498 del 16 febbraio 1994
«Perché sussista un conflitto di interessi fra rappresentante e rappresentato che possa essere influente quale causa di annullamento del contratto concluso dal primo, è necessario che il rappresentante persegua interessi propri sui personali od...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8472 del 26 agosto 1998
«Nei compiti dell'organo gestionale di una società di persone, ai sensi degli artt. 2266, 2298 e 2318 c.c., sono «naturalmente» compresi (in carenza di espressa limitazione) non solo gli atti di ordinaria amministrazione, ovvero gli atti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1852 del 8 ottobre 1970
«Il conflitto di interessi tra rappresentante e rappresentato costituisce causa di annullabilità del contratto concluso dal rappresentante, se comporta, attualmente o potenzialmente, un pregiudizio degli interessi del rappresentato e non soltanto...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6398 del 21 marzo 2011
«L'annullabilità del contratto concluso dal rappresentante con se stesso è esclusa nelle due ipotesi, previste in via alternativa dall'art. 1395 c.c., dell'autorizzazione specifica e della predeterminazione del contenuto del contratto. Peraltro,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14982 del 24 ottobre 2002
«L'annullabilità del contratto che il rappresentante conclude con sé stesso è esclusa, giusta disposto dell'art. 1395 c.c., nelle due ipotesi di autorizzazione specifica rilasciata dal rappresentato e di predeterminazione, da parte di questi, del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12081 del 10 novembre 1992
«L'art. 1395 c.c. trova applicazione nel caso di contratto di vendita di propri beni ad una società per azioni concluso, alle condizioni da lui ritenute più vantaggiose, dall'amministratore che rappresenta detta società, anche dopo che sono...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3154 del 9 novembre 1971
«Sebbene le due ipotesi indicate nell'art. 1395 c.c. nelle quali il contratto con se stesso può essere ritenuto valido, e cioè l'espressa autorizzazione del rappresentato e la predeterminazione del contenuto del contratto debbano intendersi...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 709 del 15 febbraio 1978
«La revoca della procura non può esplicare effetti rispetto ai terzi destinatari delle determinazioni e degli atti del procuratore sino a che non sia stata data loro comunicazione, con adeguati mezzi di partecipazione, dell'avvenuto ritiro dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3974 del 2 aprile 1993
«Per il disposto dell'art. 1396 c.c. le cause estintive della procura operano nei confronti dei terzi soltanto quando sia accertato che questi le hanno colposamente ignorate, di guisa che incombe al rappresentato l'onere di provare le circostanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 305 del 5 febbraio 1974
«L'estinzione del potere di rappresentanza per morte del soggetto che l'ha conferito, non è opponibile ai terzi contraenti che senza loro colpa l'abbiano ignorata, sia da parte del rappresentante che da parte degli eredi del rappresentato. I limiti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11453 del 12 novembre 1998
«Mentre la responsabilità del falsus procurator nei confronti del terzo contraente incolpevole è espressamente disciplinata dall'art. 1398 c.c., nessuna espressa disposizione contempla la responsabilità del terzo contraente nei confronti dello...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4258 del 14 maggio 1997
«Il negozio concluso dal falsus procurator non è nullo e neppure annullabile, ma inefficace nei confronti del dominus fino alla ratifica di questi; tale inefficacia (temporanea) non è rilevabile d'ufficio, ma solo su eccezione dello pseudo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9061 del 29 agosto 1995
«Il contratto di natura privatistica stipulato dal legale rappresentante dell'ente pubblico in difetto dell'atto deliberativo dell'organo competente (ratifica) è assimilabile al negozio concluso dal falsus procurator ed è soggetto alla relativa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8831 del 27 agosto 1990
«La responsabilità risarcitoria del falsus procurator , di cui all'art. 1398 c.c., postula la conclusione di un contratto (idoneo a produrre effetti in capo al rappresentato a seguito di ratifica da parte del medesimo), e, pertanto, nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1756 del 7 maggio 1977
«La responsabilità del falsus procurator , prevista dall'art. 1398 c.c. verso il terzo contraente che abbia senza colpa confidato nella efficacia del contratto, è rivolta a risarcire il contraente medesimo nei limiti del cosiddetto interesse...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 204 del 10 gennaio 2003
«In tema di rappresentanza, l'applicabilità del principio dell'apparenza del diritto richiede che il rappresentato abbia tenuto un comportamento colposo tale da ingenerare nel terzo il ragionevole convincimento che al rappresentante apparente fosse...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1841 del 8 marzo 1990
«L'istituto della rappresentanza apparente — non espressamente codificato e da iscrivere, quindi, nelle ipotesi di cosiddetta apparenza colposa (o atipica), rinvenibile allo stato latente nel sistema, quale espressione del principio di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14618 del 17 giugno 2010
«Il negozio concluso dal "falsus procurator" costituisce una fattispecie soggettivamente complessa a formazione successiva, la quale si perfeziona con la ratifica del "dominus", e, come negozio "in itinere" o in stato di pendenza (però suscettibile...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4601 del 8 luglio 1983
«Il negozio concluso dal falsus procurator costituisce una fattispecie soggettivamente complessa a formazione successiva, la quale si perfeziona con la ratifica del dominus , e, come negozio in itinere o in stato di pendenza (però suscettibile...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1826 del 20 giugno 1973
«La ratifica costituisce una condicio juris al cui verificarsi è subordinata la produzione, nella sfera giuridica del rappresentato, degli effetti del negozio concluso dal rappresentante privo dei necessari poteri. Essa, quale atto unilaterale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3531 del 6 dicembre 1972
«L'ipotesi del negozio rappresentativo anomalo di cui agli artt. 1398 e 1399 c.c., e cioè del negozio concluso dal rappresentante senza poteri e poi reso efficace dalla successiva ratifica del preteso rappresentato, è ammissibile anche quando...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24571 del 20 novembre 2006
«La ratifica di un contratto, il quale — in relazione al suo oggetto — debba rivestire la forma scritta ad substantiam deve avere lo stesso requisito di forma richiesto per il contratto, restando altrimenti irrilevante il comportamento adottato...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15699 del 11 luglio 2006
«La ratifica tacita comporta che il soggetto falsamente rappresentato nel compimento del negozio si appropri della dichiarazione negoziale fatta dal falsus procurator e dei suoi effetti. Tuttavia, sia nel caso in cui la ratifica riguardi una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 408 del 12 gennaio 2006
«La ratifica relativa al contratto concluso dal falso rappresentante per il quale non sia richiesta la forma scritta ad substantiam o ad probationem può essere anche tacita e consistere, perciò, in qualsiasi atto o comportamento da cui risulti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12652 del 17 ottobre 2001
«La dichiarazione di ratifica di manifestazione di volontà, espressa dal rappresentante senza poteri, non deve necessariamente estrinsecarsi in maniera esplicita, ma può risultare anche per facta concludentia id est attraverso un comportamento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8530 del 22 giugno 2001
«In tema di simulazione, nell'ipotesi di rappresentanza volontaria non è sufficiente, per ritenere la simulazione dell'atto, la prova di un'eventuale collusione tra rappresentante e terzo, essendo necessaria anche la prova dell'esistenza di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9800 del 26 luglio 2000
«Ai fini della risoluzione del contratto, la gravità dell'inadempimento deve essere valutata in relazione sia alla parte inadempiuta dell'obbligazione rispetto a questa nel suo complesso, sia alla sensibile alterazione dell'equilibrio contrattuale,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5434 del 15 aprile 2002
«La risoluzione parziale del contratto — espressamente prevista dall'art. 1458 c.c. nella ipotesi di contratti ad esecuzione continuata o periodica — è ammissibile anche nella ipotesi in cui l'oggetto del negozio, sia rappresentato non già da una...»