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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4787 del 3 febbraio 1994
«A norma dell'art. 305, secondo comma, c.p.p., il provvedimento con il quale sono prorogati i termini di durata della custodia cautelare può essere ritualmente emesso dal giudice per le indagini preliminari dopo aver sentito le parti. Ciò...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 231 del 27 febbraio 1996
«... Nella fase delle indagini preliminari infatti più che di reati deve parlarsi di «ipotesi di reato» ed occorre tener conto della fluidità della contestazione, che si concretizza in una imputazione solo al termine delle indagini. Quando perciò...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 424 del 19 gennaio 1998
«...su di una domanda che si afferma regolarmente proposta — la Corte di cassazione ha il potere-dovere di procedere direttamente all'esame e all'interpretazione degli atti processuali e, in particolare, delle istanze e delle deduzioni delle parti.»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 5052 del 9 febbraio 2004
«La L. n. 63/2001, è stata resa applicabile, anche alla fase delle indagini preliminari e anche ai procedimenti de libertate , dalla regola di cui al comma 1 dell'art. 26, con la conseguenza che, dopo l'entrata in vigore della legge, un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4114 del 20 gennaio 1992
«Infatti, il giudice del riesame: a) «annulla, riforma o conferma l'ordinanza oggetto del riesame, decidendo anche, sulla base degli elementi addotti dalle parti nel corso dell'udienza»; b) «può annullare il provvedimento impugnato o riformarlo in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 14828 del 16 aprile 2010
«...e delle formazioni sociali nelle quali si sviluppa la personalità: il danno ambientale in quanto lesivo di un bene di rilevanza costituzionale, quanto meno indiretta, reca una offesa alla persona umana nella sua sfera individuale e sociale.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4007 del 11 marzo 1999
«...rigorosa e puntuale e non si esaurisca in una mera perifrasi della norma di legge, occorrendo che emerga l'esistenza di un'autonoma valutazione ad opera del giudice circa la presenza delle condizioni richieste per l'esecuzione delle captazioni.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1782 del 21 luglio 1993
«In particolare, nel provvedimento deve essere indicata l'ipotesi concreta del reato per cui si procede, sia pure sinteticamente e con l'approssimazione che lo stato delle indagini permette, non essendo sufficiente la sola indicazione degli...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 14 del 22 febbraio 1993
«...predetto possano avere influenza gli atti inerenti allo stesso procedimento di riesame ovvero l'eventuale produzione, nel corso delle udienze di riesame, di ulteriori elementi addotti dalle parti, ai sensi del nono comma, dell'art. 309, c.p.p.).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3820 del 30 settembre 1998
«Il richiamo all'art. 127 c.p.p. contenuto nell'ottavo comma dell'art. 309 stesso codice implica che il procedimento del riesame si conformi al principio del contraddittorio, in forza del quale il giudice può pronunciarsi solo su atti che abbiano...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1749 del 2 luglio 1993
«Nel caso di più sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti, pronunciate in procedimenti distinti contro la stessa persona, non possono cumularsi in maniera costante e indiscriminata i benefici previsti dagli artt. 81 c.p. e 444...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2853 del 29 gennaio 1996
«In tema di impugnazione di misure cautelari reali, l'art. 127, primo comma c.p.p., che prescrive l'avviso dell'udienza in camera di consiglio alle parti, alle altre persone interessate e ai difensori, risulta specificato dal disposto dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 11 del 2 giugno 1998
«È manifestamente infondata, in relazione agli artt. 3, 13, comma secondo e 24 Cost., la questione di legittimità costituzionale dell'art. 309, comma decimo, c.p.p., interpretato nel senso che è sufficiente ad evitare l'effetto caducatorio ivi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 8007 del 14 agosto 1996
«Perché possa trovare applicazione la particolare disciplina prevista dall'art. 210 c.p.p. per l'esame delle persone imputate in procedimento connesso, occorre la pendenza a carico delle stesse di un procedimento penale connesso ai sensi dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2902 del 24 luglio 1993
«La nullità di un verbale per incertezza assoluta sulle persone intervenute alla redazione dello stesso ovvero per mancanza della sottoscrizione del pubblico ufficiale che lo ha redatto, prevista dall'art. 142 c.p.p., rientra tra quelle relative ex...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1733 del 23 maggio 1997
«Tale mancata previsione non viola, innanzitutto, il diritto di difesa, in quanto il procedimento incidentale di riesame presiede essenzialmente al controllo, sotto il profilo della legittimità e anche del merito, delle misure cautelari adottate e...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1247 del 31 marzo 1992
«Per la validità della notificazione al difensore dell'avviso della fissazione dell'udienza, prescritto dal comma ottavo dell'art. 309 c.p.p., per il riesame delle ordinanze che dispongono una misura coercitiva, è sufficiente, avendo la legge...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38369 del 9 ottobre 2003
«...gli avvisi siano comunicati e notificati almeno tre giorni prima della relativa udienza camerale (art. 309, ottavo comma, c.p.p.) può dirsi osservata anche quando sia festivo l'ultimo dei tre giorni liberi rimasti a disposizione delle parti.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 301 del 7 aprile 1993
«Nel procedimento di riesame delle misure cautelari, con l'espressione «almeno tre giorni prima», di cui all'art. 309, comma ottavo, c.p.p., non può intendersi che i giorni che compongono il termine devono essere interi e liberi. Trattandosi di un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7112 del 26 marzo 1998
«Il termine «pubblico» sta ad indicare, nell'accezione di cui alla citata norma, tutte le persone estranee all'ufficio giudiziario nel quale l'atto deve essere compiuto, ed in particolare le parti che sono le dirette interessate al compimento delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6922 del 11 giugno 1992
«Il riconoscimento diretto effettuato nel corso dell'esame testimoniale non è qualificabile come «prova atipica», soggetta, in quanto tale, alla disciplina di cui all'art. 189 c.p.p. (che, tra l'altro, richiede la previa audizione delle parti), ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10309 del 15 novembre 1993
«Poiché l'art. 234, primo comma, c.p.p. vigente, innovando rispetto all'abrogato codice di rito, prevede espressamente l'acquisizione di documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6422 del 1 giugno 1994
«Il diritto alla prova riconosciuto alle parti dall'art. 190, primo comma, c.p.p., implica la corrispondente attribuzione del potere di escludere le prove manifestamente superflue ed irrilevanti, secondo una verifica di esclusiva competenza del...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 49491 del 31 dicembre 2003
«In tema di formazione della prova, la violazione dell'obbligo del teste di non assistere all'esame delle parti e degli altri testi non è sanzionata da alcuna nullità o inutilizzabilità, sì che incombe al giudice, in sede di successiva valutazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 31072 del 9 agosto 2001
«...avesse disposto, nonostante l'opposizione di taluna delle parti, la semplice lettura delle dichiarazioni rese in precedenza da alcuni «collaboranti», non avendo ravvisato l'assoluta necessità che costoro venissero sottoposti a nuovo esame).»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3252 del 14 febbraio 1994
«La disciplina prevista dall'art. 468 c.p.p. (deposito, a pena di inammissibilità, della lista dei testimoni, periti e consulenti tecnici, con l'indicazione delle circostanze su cui deve vertere l'esame) non può estendersi alle persone imputate in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6282 del 26 giugno 1997
«Il giudice non può ammettere il confronto tra due soggetti se gli stessi non siano stati già esaminati in quella fase processuale, essendo l'esame delle parti o dei testimoni il primo sistema per eliminare i contrasti tra gli stessi. Inoltre, se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13750 del 1 dicembre 1999
«Non sussiste obbligo del giudice di dare lettura della relazione scritta eventualmente presentata dal perito, a meno che il giudice, dopo aver proceduto all'esame del perito, non lo ritenga necessario o qualcuna delle parti ne faccia richiesta;...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3352 del 28 marzo 1995
«In tema di perizia, la discrezionale presenza dei consulenti delle parti, consentita in virtù del disposto di cui al comma 2 dell'art. 226 c.p.p., pone le parti stesse in condizione di un immediato dialogo tecnico col perito, sicché è del tutto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9320 del 5 settembre 1995
«E ciò per il regime di utilizzazione delle dichiarazioni risultanti dalla sentenza costituzionale n. 255 del 1992, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità dell'art. 500, terzo e quarto comma, c.p.p., nella parte in cui non prevede...»