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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6948 del 21 novembre 1983
«Gli usi aziendali — che sono riconducibili alla categoria degli usi negoziali o di fatto e non a quella degli usi normativi — per esplicare la loro efficacia non debbono necessariamente interessare la generalità delle aziende di un settore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 202 del 14 gennaio 1982
«La prassi aziendale, costituendo un uso negoziale, è un mezzo d'interpretazione del contratto di lavoro e d'integrazione della volontà dei suoi contraenti, che il giudice del merito è tenuto ad utilizzare, ai sensi dell'art. 1374 c.c., al fine di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6314 del 22 marzo 2006
«Affinché una clausola contrattuale possa considerarsi vessatoria, e come tale efficace solo se specificamente approvata per iscritto, non è sufficiente indicare che essa comporti l'alterazione del sinallagma contrattuale, ma è necessario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18886 del 10 luglio 2008
«È nullo ex art. 1418, secondo comma, cod. civ., per impossibilità giuridica dell'oggetto, il contratto di locazione (o di affitto di azienda) relativo a beni che per essere situati in una particolare zona possono avere solo una certa...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12142 del 10 agosto 2002
«Deve ritenersi nullo, per impossibilità giuridica dell'oggetto, il contratto di affitto di azienda relativo a beni situati in zona destinata ad attività agricola, all'interno della quale l'esercizio della attività di ristorazione è consentito solo...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5243 del 5 giugno 1996
«La norma dell'art. 1359 codice civile secondo cui la condizione si considera avverata qualora sia mancata per causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario all'avveramento di essa trova applicazione nella sola ipotesi di condizione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4507 del 16 aprile 1993
«Il giudice di merito, chiamato ad interpretare il contratto (nella specie, accordo aziendale del 1987), deve arrestarsi al significato letterale delle clausole, che evidenzi chiaramente la volontà delle parti, e non è tenuto a motivare su...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15721 del 12 agosto 2004
«In tema di interpretazione di accordo aziendale stipulato dall'imprenditore con organismi rappresentativi dei lavoratori, può rilevare, ai fini della determinazione della comune intenzione delle parti stipulanti, il comportamento del datore di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1589 del 12 febbraio 2000
«Per interpretare la volontà negoziale della parte che assume un'obbligazione naturale, ben può essere valutato, ai sensi dell'art. 1362 c.c., il successivo comportamento dell'obbligato nella concreta attuazione degli impegni assunti. (Nella specie...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10298 del 16 luglio 2002
«In tema di interpretazione del contratto, qualora la medesima vicenda negoziale ed i relativi effetti abbiano formato oggetto di due o più atti scritti, il giudice è tenuto, giusta disposto dell'art. 1363 c.c., ad esaminare tutte le convenzioni...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10500 del 9 agosto 2000
«Nell'interpretazione della disciplina contrattuale collettiva dei rapporti di lavoro — la quale spesso è articolata su diversi livelli (nazionale, provinciale, aziendale, ecc.), regola una materia vasta e complessa in ragione della interdipendenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 839 del 3 febbraio 1984
«La prassi aziendale — che costituisce un mezzo interpretativo utilizzabile dal giudice ai fini della ricostruzione del contenuto e degli effetti di un negozio — è riconducibile alla categoria degli usi negoziali odi fatto, i quali, se prescindono...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8872 del 28 novembre 1987
«Nell'ipotesi in cui, locato un immobile adibito all'esercizio di un'attività commerciale o artigianale e ceduta dal conduttore l'azienda insieme al contratto di locazione, il conduttore cedente, anziché effettuare la consegna al cessionario,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19472 del 19 dicembre 2003
«In tema di promessa del fatto del terzo, ai sensi dell'art. 1381 c.c., le conseguenze derivanti dal mancato compimento del fatto promesso, per il rifiuto del terzo di obbligarsi o di tenere il comportamento oggetto delle promessa, devono essere...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 368 del 16 gennaio 1984
«La violenza morale può estrinsecarsi secondo una fenomenologia varia ed indefinita, e quindi anche in modo non esplicito ma indeterminato o indiretto, sempreché sussista il requisito — indefettibile per la rilevanza di tale forma di violenza — che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9779 del 4 maggio 2011
«Costituisce giusta causa di recesso del preponente dal contratto di agenzia stipulato con una società di capitali la circostanza che uno dei soci di quest'ultima, in grado di influenzarne la condotta, abbia tenuto un comportamento riprovevole tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5102 del 26 maggio 1999
«La cessione del contratto di locazione che avvenga con la cessione dell'azienda del conduttore non ha bisogno del consenso del locatore, ma deve essergli comunicata, divenendo efficace nei suoi confronti soltanto dal momento di tale comunicazione,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8344 del 29 luglio 1995
«In tema di cessione del contratto, il raffronto tra le varie norme contenute nel codice civile e nelle leggi speciali consente di escludere che viga nell'ordinamento un principio generale in forza del quale la formulazione di un esplicito consenso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10964 del 6 maggio 2010
«In caso di affitto di azienda con contestuale cessione del contratto di locazione dell'immobile nel quale l'azienda stessa è esercitata, l'art. 36 della legge n. 392 del 1978 non deroga al principio, ricavabile dall'art. 1408 c.c., per cui nei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26234 del 13 dicembre 2007
«In caso di affitto di azienda con contestuale cessione del contratto di locazione dell'immobile nel quale l'azienda è esercitata, non può ritenersi che, se gli aspetti della cessione di azienda prevalgano su quelli tipici della locazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9012 del 16 aprile 2009
«In tema simulazione di contratto di affitto di azienda, incidendo l'accordo simulatorio sulla volontà dei contraenti, colui che deduce che la simulazione è stata posta in essere in violazione di norme imperative può avvalersi di testimoni e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4180 del 12 novembre 1976
«Nel contratto di compravendita stipulato, come compratore, da una persona nella dichiarata qualità di unico titolare di una ditta che, in realtà, si riferisce ad un'impresa collettiva con soci occulti, l'espressione secondo cui la vendita del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10767 del 9 luglio 2003
«In tema di decadenza dalla garanzia per vizi della cosa venduta (art. 1495 c.c.), anche nei casi di compravendita di azienda la denunzia deve seguire entro gli otto giorni dalla scoperta, onde consentire al venditore il controllo del fondamento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10106 del 2 agosto 2000
«Il criterio discretivo tra locazione di immobile ad uso non abitativo e affitto d'azienda è fondato, rispettivamente, sulla valenza assorbente ed esclusiva dell'immobile nel primo caso e, viceversa, sulla sua considerazione funzionalmente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1401 del 12 settembre 1970
«La locazione, da parte di un socio di una società di persona, ad altro socio della propria quota sociale è ammissibile. (Nella specie l'usufruttuario di una quota sociale, costituita da parte dei locali e dell'azienda commerciale in essi gestita,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 189 del 12 gennaio 1996
«La locazione di un immobile comprende ogni componente dello stesso che, menzionata o non nel contratto, essendo effettivamente e materialmente connessa con le altre componenti in quanto parte necessaria al completamento dell'immobile per le...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10298 del 7 maggio 2007
«In caso di subentro nel contratto di locazione di immobile adibito ad uso non locativo, conseguente alla cessione d'azienda, al cessionario non è consentito l'esercizio dell'azione di risoluzione ovvero di riduzione del canone, previsti dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11005 del 12 maggio 2006
«La prova della mancanza di colpa per la perdita o il deterioramento della cosa locata, della quale l'art. 1588 c.c. (applicabile anche all'affitto di azienda, in quanto norma generale delle locazioni non incompatibile con la disciplina specifica...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 993 del 28 gennaio 2002
«Nel codice civile tra le norme sulla locazione e quelle sull'affitto, compreso l'affitto di azienda, corre il rapporto tipico tra norme generali e norme speciali, per cui se la fattispecie non è regolata da una norma specificamente prevista per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2306 del 1 marzo 2000
«In caso di «danni per ritardata restituzione» della cosa locata, la norma di cui all'articolo 1591 c.c. ha una struttura simile a quella dell'articolo 1224 c.c., in tema di interessi moratori e, quindi, in tema di danno da ritardo nell'adempimento...»