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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1387 del 4 febbraio 2000
«La fattispecie criminosa delineata dall'art. 578 c.p., postula uno stato di abbandono della madre inteso non come fatto contingente legato al momento culminante della gravidanza, bensì come condizione di vita, che si sostanzia nell'isolamento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7756 del 18 agosto 1993
«Il delitto di cui all'art. 578 c.p. nella sua attuale formulazione dopo la modifica intervenuta con l'art. 2, L. 5 agosto 1981, n. 442, si differenzia da quello di omicidio ex art. 575 stesso codice perché richiede non solo che la morte del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10434 del 17 luglio 1989
«Il delitto di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale è configurabile soltanto se l'evento letale avviene di turbamento psichico che costituisce la ragione del diverso trattamento sanzionatorio rispetto all'omicidio volontario....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7997 del 12 settembre 1985
«Il reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p. come modificato dalla L. 5 agosto 1981, n. 442 non è compatibile con l'aggravante della premeditazione. Nel reato di infanticidio di cui all'art. 578 c.p., come modificato dalla L. 5 agosto 1981,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46945 del 2 dicembre 2004
«In tema di delitti contro la persona, l'elemento distintivo delle fattispecie di soppressione del prodotto del concepimento è costituito anche dal momento in cui avviene l'azione criminosa. La condotta di procurato aborto, prevista dall'art. 19 L....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3104 del 3 marzo 1990
«Elemento costitutivo del delitto di furto d'uso, previsto dall'art. 626, comma primo, n. 1, c.p., è la restituzione immediata dopo l'uso (cui va equiparata la mancata restituzione dovuta a caso fortuito o a forza maggiore) della cosa al suo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 44937 del 22 dicembre 2010
«Il delitto di introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui per farli pascolare è integrato anche qualora la condotta riguardi un singolo capo di bestiame, purché lo stesso appartenga a quella specie di animali che, se riuniti, formano un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 17509 del 23 aprile 2009
«Il delitto d'introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo può essere commesso dal proprietario del fondo in danno del possessore dello stesso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 35746 del 24 ottobre 2006
«Ad integrare l'elemento soggettivo del delitto previsto dall'art. 636 c.p. (introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo) è sufficiente il dolo generico nell'ipotesi prevista dal primo comma, è necessario quello specifico...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 20287 del 29 aprile 2004
«Il delitto di cui all'art.636 c.p. può essere consumato non solo con l'introduzione diretta degli animali nei fondi vicini ma anche con il loro abbandono in libertà e senza custodia, nella consapevolezza che essi vi si introdurranno guidati...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3588 del 1 aprile 1978
«L'art. 636 c.p. prevede due distinte ipotesi di reato: la prima relativa alla introduzione o abbandono di animali «in gregge o in mandria» nel fondo altrui per uno scopo diverso da quello del pascolo abusivo; la seconda relativa all'introduzione o...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 158 del 25 gennaio 1974
«In tema di pascolo abusivo, l'ultimo capoverso dell'art. 636 c.p. prevede alternativamente due distinte ipotesi: il verificarsi del pascolo abusivo e il danno derivante dall'introduzione e dall'abbandono degli animali. Ai fini della sussistenza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1276 del 3 ottobre 1972
«La introduzione o l'abbandono di animali nel fondo altrui per farli pascolare integra il reato di pascolo abusivo (art. 636 secondo comma c.p.) anche se si tratta di un singolo capo di bestiame, purché appartenga a quella specie di animali che, se...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4717 del 27 febbraio 2014
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la parte, la cui prova non sia stata ammessa nel giudizio di primo grado, deve dolersi di tale mancata ammissione attraverso un apposito motivo di gravame, senza che possa attribuirsi significato di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 41480 del 31 ottobre 2003
«Il reato di cui all'art. 316 ter c.p. si configura nell'ipotesi di indebita percezione di erogazioni pubbliche conseguita dal mero utilizzatore o presentatore di documenti o dichiarazioni falsi o contenenti attestazioni contra verum circa la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4799 del 12 settembre 1984
«In tema di adozione ed in presenza di due diversi provvedimenti, entrambi esecutivi, il primo della corte di appello con il quale sia stata dichiarata l'efficacia in Italia di una pronuncia straniera di affidamento preadottivo di minore straniero...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6199 del 21 giugno 1993
«Il soggetto attivo del reato ex art. 733 c.p. può essere rappresentato sia dal proprietario sia dal possessore o dal detentore, dato che un'interpretazione eccessivamente restrittiva del termine «proprio» paradossalmente escluderebbe dalla tutela...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46992 del 3 dicembre 2004
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 734 c.p., non è necessario che l'alterazione del luogo protetto abbia carattere primario, ma la condotta di deturpamento può anche essere successiva ad altri fatti, sempre che il giudice motivi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5584 del 11 giugno 1997
«Costituisce maltrattamento la detenzione di gatti in piccole gabbie, poiché essa priva l'animale della possibilità di movimento e di espansione, se non al prezzo di sofferenza; sussiste una situazione di sofferenza ingiustificata nel caso di cani...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6122 del 27 aprile 1990
«La Convenzione europea sulla protezione degli animali nei trasporti internazionali, firmata a Bonn il 12 luglio 1973, ratificata anche dall'Italia, contiene dei principi che devono trovare applicazione anche nei trasporti nazionali: l'obbligo di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2852 del 22 gennaio 2014
«Integra il reato previsto dall'art. 727 cod. pen. il comportamento, anche colposo, di completo abbandono di animali allevati in libertà se sia tale da determinare per gli stessi condizioni di vita incompatibili con la loro natura. (Fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 18892 del 13 maggio 2011
«Integra la contravvenzione di abbandono di animali (art. 727, comma primo, c.p.) non solo la condotta di distacco volontario dall'animale, ma anche qualsiasi trascuratezza, disinteresse o mancanza di attenzione verso quest'ultimo, dovendosi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 34396 del 21 settembre 2001
«Non integra il reato di cui all'art. 727 c.p. (maltrattamento di animali), neppure sotto la forma dell'abbandono, la consegna di un cane presso le strutture comunali di ricovero per cani sul falso presupposto che l'animale non sia il proprio, ma...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9556 del 28 agosto 1998
«Il reato di cui all'art. 727 c.p. è configurabile quando, accolto un animale presso di sè, il soggetto non si curi più del medesimo, mantenendolo in condizioni assolutamente incompatibili con la sua natura — nella specie consentendo che zecche e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41742 del 30 ottobre 2009
«Il reato contravvenzionale di abbandono di animali, come modificato dalla L. 20 luglio 2004, n. 189, concorre con i reati contravvenzionali previsti dall'art. 30 della L. 11 febbraio 1992, n. 157. (In motivazione la Corte ha precisato che il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 981 del 19 gennaio 2006
«Le nozioni di fatto rientranti nella comune esperienza, che, ai sensi del secondo comma dell'art. 115 c.p.c., il giudice può porre a base della decisione, non costituiscono presunzioni iuris et de iure dovendo pertanto il giudice accogliere le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3291 del 19 maggio 1986
«Con riguardo al momento di perfezionamento della notificazione è irrilevante il fatto del destinatario che abbia dato causa al ricorso all'una o all'altra modalità di notifica (irreperibilità, mutamento o abbandono del precedente domicilio etc.)....»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9742 del 10 maggio 2005
«L'eccezione di incompetenza per materia, ritualmente sollevata, non comporta per il giudice l'obbligo di promuoverne la decisione separata ed immediata, ai sensi degli artt. 187, secondo e terzo comma, 189 e 281 quater c.p.c., potendo egli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21903 del 19 novembre 2004
«In tema di disciplina della nuova udienza a seguito della sospensione del processo, dall'art. 297 c.p.c., il quale prescrive che l'istanza di fissazione si propone con ricorso, senza richiedere che la stesso abbia il contenuto dell'atto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7266 del 24 luglio 1993
«Anche circostanze verificatesi successivamente alla commissione del delitto - quali, nella specie, l'abbandono dell'arma dell'omicidio in un cassonetto d'immondizie ed il recarsi al lavoro dopo il fatto di reato - possono essere probatoriamente...»