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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7924 del 9 giugno 2000
«In caso di infortunio sul lavoro, la legge rimette alle parti collettive la determinazione dei termini di conservazione del posto di lavoro nel periodo successivo all'infortunio (art. 2110 c.c.); pertanto, è legittima la previsione contrattuale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11451 del 12 novembre 1998
«La quietanza ha valore probatorio di regola limitatamente alla somma della quale attesta la ricezione tranne che in base a particolari elementi di fatto che devono essere individuati si evidenzi la volontà abdicatoria del richiedente in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11015 del 23 agosto 2000
«I fondi speciali per l'assistenza e la previdenza costituiti nell'ambito della previsione dell'art. 2117 c.c. con la contribuzione sia del datore di lavoro che dei lavoratori, ove non abbiano ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3540 del 10 marzo 2003
«In tema di risoluzione del rapporto di lavoro, qualora il rapporto cessi in virtù di una clausola di risoluzione automatica prevista dal contratto collettivo di diritto comune (nella specie, Ccnl per i dipendenti dell'Ente Poste Italiane), nel...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15496 del 11 giugno 2008
«Il licenziamento di un dirigente (non soggetto alla disciplina delle leggi nn. 604 del 1966 e 300 del 1970), per dar luogo ad un danno risarcibile secondo il diritto comune deve concretarsi per la forma o per le modalità del suo esercizio e per le...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4060 del 18 febbraio 2011
«La giusta causa di licenziamento è nozione legale e il giudice non è vincolato dalle previsioni del contratto collettivo; ne deriva che il giudice può ritenere la sussistenza della giusta causa per un grave inadempimento o per un grave...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5372 del 16 marzo 2004
«L'elencazione delle ipotesi di giusta causa di licenziamento contenuta nei contratti collettivi, al contrario che per le sanzioni disciplinari con effetto conservativo, ha valenza meramente esemplificativa e non esclude, perciò, la sussistenza...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 12804 del 18 novembre 1999
«La sentenza pronunciata a norma dell'art. 444 c.p.p., che disciplina l'applicazione della pena su richiesta dell'imputato, non è tecnicamente configurabile come una sentenza di condanna, anche se è a questa equiparata a determinati fini; tuttavia,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5516 del 4 giugno 1999
«La tutela apprestata in favore del lavoratore dall'art. 2126, primo comma, c.c. non può trovare applicazione nell'ipotesi in cui il contratto di lavoro abbia una causa illecita rappresentata dalla comune intenzione delle parti di costituire un...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25158 del 13 dicembre 2010
«Ove il partecipante ad una comunione tacita familiare, di cui all'abrogato art. 2140 c.c., acquisti in nome proprio un immobile, non è consentito presumere che il denaro utilizzato per l'acquisto provenga dagli utili dell'attività economica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9237 del 17 settembre 1997
«Il contratto d'opera ha in comune con l'appalto l'obbligo verso il committente di compiere dietro corrispettivo un'opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e con assunzione del rischio da parte di chi esegue, differenziandosene invece...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8033 del 19 luglio 1993
«Poiché l'obbligazione di redigere un progetto di costruzione è di risultato, impegnando il professionista alla prestazione di un progetto concretamente realizzabile, il committente, in base al principio inadimplenti non est adimplendum , ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13234 del 16 giugno 2011
«...autonomo per l'edilizia popolare, costituito in forma di società per azioni e partecipato da un Comune, le quali stabilivano la non prevedibilità degli utili di bilancio e la devoluzione del patrimonio per il caso di scioglimento della società).»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1961 del 22 febbraio 2000
«L'esistenza di una qualunque società, semplice, di persone, di capitali, regolare, irregolare, e quindi anche di una società di fatto, richiede il concorso di un elemento oggettivo, rappresentato dal conferimento di beni o servizi, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12663 del 18 dicembre 1998
«Elementi essenziali del contratto di società (anche di fatto) sono la previsione dell'esercizio in comune di una determinata attività economica e la conseguente costituzione di un «fondo comune» - vincolato all'esercizio collettivo dell'attività...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8154 del 10 agosto 1990
«Tra i soci di una società di capitali con personalità giuridica, è configurabile una società personale, collaterale, con attività autonoma, la quale — pur quando esistano coincidenze di aree operative o sfruttamento di situazioni favorevoli di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5961 del 11 marzo 2010
«La mancanza della prova scritta del contratto di costituzione di una società di fatto o irregolare (non richiesta dalla legge ai fini della sua validità) non impedisce al giudice del merito l'accertamento "aliunde", mediante ogni mezzo di prova...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 4588 del 25 febbraio 2010
«La società di fatto prescinde dalle qualità o capacità personali dei contraenti e si fonda sul concorso di un elemento oggettivo (conferimento di beni o servizi in un fondo comune) ed uno soggettivo (comune intenzione dei contraenti di collaborare...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 27088 del 13 novembre 2008
«In materia tributaria, perchè un'attività imprenditoriale possa qualificarsi come societaria sono necessari - oltre al requisito dell'apparenza del vincolo societario nei confronti di terzi, quale indice rivelatore della reale esistenza della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8043 del 14 agosto 1998
«L'esistenza di una duplice società di fatto tra le parti in lite (qualora una di esse neghi l'esistenza dell'affectio societatis in relazione ad una sola delle attività commerciali in questione) va provata, quanto ai suoi rapporti interni,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 366 del 17 gennaio 1998
«La mancata esteriorizzazione del rapporto societario costituisce il presupposto indispensabile perché possa legittimamente predicarsi, da parte del giudice, la esistenza di una società occulta, ma ciò non toglie che si richieda pur sempre la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10695 del 29 ottobre 1997
«La nozione di società di fatto non è sinonimo di società irregolare (che presuppone l'estrinsecazione dell'accordo sociale restando inosservato l'onere formale dell'iscrizione), in quanto la prima esprime un modo di manifestarsi della volontà...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8187 del 29 agosto 1997
«La concreta mancanza della prova scritta di un contratto societario relativo ad una società di fatto o irregolare (non richiesta, peraltro, dalla legge ai fini della sua validità), non impedisce, al giudice del merito, l'accertamento, aliunde,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4187 del 13 maggio 1997
«Ai fini della configurabilità di una società di fatto, la sussistenza del contratto sociale può risultare, oltre che da prove dirette specificamente riguardanti i suoi requisiti tipici (quali l'affectio societatis, la costituzione di un fondo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6361 del 1 aprile 2004
«In tema di differenze tra società e comunione a scopo di godimento, mentre quest'ultima (espressamente disciplinata dall'art. 2248 c.c.) postula una situazione giuridica di contitolarità (presupponendo, pertanto, la comproprietà del bene in capo a...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4053 del 3 aprile 1993
«L'acquisto da parte di un terzo di una quota ideale dell'azienda, già gestita, a scopo di profitto, dall'originario imprenditore individuale, determina fra le parti, in difetto di espressa pattuizione contraria, l'insorgere non già della comunione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12310 del 5 novembre 1999
«In presenza di una cessione, da parte di una società di persone, della propria azienda ad altro soggetto, senza che la cedente sia stata liberata dai debiti relativi all'azienda ceduta, la determinazione di una situazione di coobbligazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 565 del 19 gennaio 1995
«La declaratoria di nullità della società di persone va equiparata, quoad effectum , allo scioglimento della stessa, con la conseguenza che, la ripartizione, fra coloro che hanno agito come soci, delle rispettive spettanze sul patrimonio comune...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 247 del 9 gennaio 2001
«Quando un contratto d'opera professionale concluso da un ingegnere con un comune prevede l'alternativa tra il pagamento del compenso secondo tariffa ovvero la prestazione gratuita dell'attività professionale in caso di mancato finanziamento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10393 del 3 dicembre 1994
«Al professionista è consentita la prestazione gratuita della sua attività professionale per i motivi più vari, che possono consistere nell' affectio , nella benevolentia , come anche in considerazioni di ordine sociale o di convenienza, anche con...»