-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2576 del 2 febbraio 2009
«Ne consegue che l'art. 412-quater cod. proc. civ. va interpretato nel senso che disciplini un unico regime di impugnazione del lodo irrituale, sia che questo sia previsto dalla contrattazione collettiva, sia che risulti introdotto ex lege - per il...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4025 del 23 febbraio 2006
«Riveste carattere irrituale il procedimento arbitrale intentato, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 300 del 1970, da un lavoratore per l'impugnazione di una sanzione disciplinare dinanzi al collegio arbitrale, con la conseguente applicabilità...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3100 del 19 maggio 1984
«Non sussiste la nullità di cui all'art. 164 c.p.c. — le cui disposizioni si applicano anche al ricorso ex art. 414 c.p.c. — allorché l'omessa indicazione specifica della denominazione della persona giuridica nei cui confronti è proposto l'atto...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4557 del 25 febbraio 2009
«Ne consegue che, ove il giudice abbia omesso di fissare un termine perentorio per la rinnovazione del ricorso o per l'integrazione della domanda e il convenuto non abbia tempestivamente eccepito il vizio dell'atto ex art. 157 cod. proc. civ., deve...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 11353 del 17 giugno 2004
«La sanatoria del ricorso non vale, tuttavia, a rimettere in termini il ricorrente rispetto ai mezzi di prova non indicati né specificati in ricorso, sicché il convenuto può eccepire, in ogni tempo e in ogni grado del giudizio, il mancato rispetto...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21124 del 2 ottobre 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, ovvero nella memoria difensiva del convenuto, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tali atti, determinano la decadenza del...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2577 del 2 febbraio 2009
«Nel rito del lavoro, l'omessa indicazione, nell'atto introduttivo del giudizio di primo grado, dei documenti, e l'omesso deposito degli stessi contestualmente a tale atto, determinano la decadenza del diritto alla produzione dei documenti stessi,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14696 del 25 giugno 2007
«Nel rito del lavoro, in base al combinato disposto degli artt. 416, terzo comma, c.p.c., che stabilisce che il convenuto deve indicare a pena di decadenza i mezzi di prova dei quali intende avvalersi, ed in particolar modo i documenti, che deve...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4690 del 22 febbraio 2008
«Allorché l'amministrazione statale sia costituita in giudizio avvalendosi di un proprio dipendente, secondo la previsione di cui all'art. 417 bis c.p.c., la notifica della sentenza di primo grado ai fini del decorso del termine di impugnazione va...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2526 del 7 febbraio 2006
«Qualora l'atto di appello riferito al rito del lavoro - la cui tempestività deve essere valutata con riguardo al momento del deposito del relativo ricorso in cancelleria - sia stato notificato presso il procuratore domiciliatario di una società...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2166 del 1 marzo 1988
«Nelle cause di lavoro, pertanto, la nullità radicale od inesistenza giuridica della notificazione del ricorso introduttivo e del decreto di fissazione dell'udienza (nella specie, per consegna in unica copia al procuratore costituito di più parti),...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9694 del 23 aprile 2010
«Ne consegue che, ove una controversia in materia di lavoro sia erroneamente trattata fino alla conclusione con il rito ordinario, trova applicazione il principio dell'apparenza o dell'affidamento, per il quale la scelta fra i mezzi, i termini ed...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 250 del 15 gennaio 1987
«Qualora, in sede d'appello avverso sentenza del pretore in causa di lavoro, il tribunale adito rilevi la propria incompetenza per territorio (nella specie, in base ai principi sul foro erariale) e rimetta le parti davanti ad altro tribunale, la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10164 del 28 aprile 2010
«Ove, peraltro, l'azione esecutiva non venga avviata, è legittimo il rilascio di copia esecutiva della sentenza di primo grado, su autorizzazione del capo dell'ufficio, con relativa attestazione nella copia del dispositivo già rilasciato in...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15021 del 21 novembre 2000
«Il terzo e il quarto comma dell'art. 431 c.p.c. contemplano un'ipotesi di sospensione dell'esecuzione provvisoria del dispositivo della sentenza favorevole al lavoratore, cosicché l'ordinanza di sospensione adottata sulla base delle richiamate...»
-
Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 5603 del 6 novembre 1984
«Avverso l'ordinanza, con la quale il giudice d'appello, nel rito del lavoro, sospende in tutto od in parte la provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado (art. 431, terzo e quarto comma c.p.c.), non è esperibile il ricorso per cassazione,...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2518 del 9 marzo 1991
«Per il principio di ultrattività del rito, ove una controversia sia stata trattata in primo grado con rito ordinario, anziché con rito di lavoro, cui è assoggettata, devono essere seguite le forme ordinarie anche per proporre gravame contro la...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4615 del 6 marzo 2004
«Nei procedimenti ai quali si applica il rito del lavoro non è ammissibile l'appello contenente l'articolazione dei motivi proposto prima del deposito della sentenza di primo grado, essendo consentito prima di tale momento, ex art. 433 comma 2,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2171 del 12 maggio 1989
«La sola intimazione del precetto, sulla base del dispositivo di sentenza di condanna esecutiva, pronunciata in primo grado in una controversia di lavoro, non costituisce, secondo i principi ordinari, inizio dell'esecuzione forzata e non consente,...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4829 del 13 maggio 1998
«La competenza del giudice d'appello è funzionale ed inderogabile ai sensi dell'art. 341 c.p.c. e del successivo art. 433 c.p.c. relativo alle controversie di lavoro e previdenziali, in considerazione della peculiarità del giudizio di impugnazione...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18489 del 26 ottobre 2012
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, ove, a seguito della pronuncia di primo grado e dell'inizio dell'esecuzione sulla base del solo dispositivo, l'appello venga proposto in un momento in cui è stata depositata la sentenza, con un atto...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 21856 del 18 novembre 2004
«Anche nel rito del lavoro, il giudizio di appello — in relazione al principio di corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato cui fa riscontro quello del tantum devolutum quantum appellatum — ha per oggetto la controversia decisa dalla sentenza...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 498 del 20 gennaio 1999
«La specificità dei motivi di appello richiesta dagli artt. 342 e 434 c.p.c. impone all'appellante di individuare con chiarezza le statuizioni investite dal gravame e le censure in concreto mosse alla motivazione della sentenza impugnata, in modo...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 355 del 15 gennaio 1997
«Essendo i poteri cognitori del giudice circoscritti, all'infuori delle questioni rilevabili d'ufficio, dall'iniziativa della parte istante, spettando ad essa di attivarsi per la riforma delle decisioni sfavorevoli contenute nella sentenza di primo...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6412 del 9 giugno 1993
«Nel rito del lavoro, l'appellante che impugna in toto la sentenza di primo grado, insistendo per l'accoglimento delle domande proposte, non ha l'onere di reiterare in modo specifico le richieste istruttorie pertinenti a tali domande, essendo tale...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7096 del 26 giugno 1993
«Nel rito del lavoro, l'indicazione nel ricorso in appello del nome del primo di più soggetti, nei cui confronti venga proposta l'impugnazione, e del numero complessivo di questi ultimi, seguita dalla dichiarazione di voler impugnare la sentenza...»
-
Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20344 del 28 settembre 2010
«Al fine di verificare la tempestività dell'appello di una sentenza decisa dal giudice di primo grado secondo il rito del lavoro, deve aversi riguardo al deposito del ricorso in cancelleria, a nulla rilevando il momento della successiva...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 22154 del 24 novembre 2004
«Nell'ipotesi in cui nel termine di legge sia stata depositata una dichiarazione di appello con richiesta di riforma della sentenza di primo grado, ma priva dei motivi, contenuti nella relazione tecnica di parte alla quale si sia fatto semplice...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5150 del 12 marzo 2004
«Nelle controversie soggette al rito del lavoro, la inammissibilità dell'impugnazione, perché depositata in cancelleria oltre il termine di decadenza previsto dell'art. 434, secondo comma, c.p.c. e, in caso di mancata notifica della sentenza, nel...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2687 del 21 marzo 1994
«In tema di appello nelle controversie soggette al rito del lavoro, l'art. 434, secondo comma, c.p.c., ove fissa il termine di trenta giorni, dalla notificazione della sentenza di primo grado, per il deposito in cancelleria del ricorso introduttivo...»