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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3494 del 7 gennaio 1994
«Ai fini della sussistenza del reato di cui all'art. 660 c.p., per «petulanza», deve intendersi un modo di agire pressante, indiscreto e impertinente, che sgradevolmente interferisca nella sfera della libertà e della quiete di altre persone; mentre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11336 del 25 novembre 1992
«Ai fini della configurazione del reato di cui all'art. 660 c.p. (molestia o disturbo alle persone), integrano la condotta ivi prevista le proposte di appuntamenti galanti non gradite dalla interlocutrice chiamata da un anonimo per telefono e,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19071 del 23 aprile 2004
«Il reato di cui all'art. 660 c.p. consiste in qualsiasi condotta oggettivamente idonea a molestare e disturbare terze persone e richiede, sotto il profilo soggettivo, la volontà della condotta e la direzione della volontà verso il fine specifico...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2314 del 4 febbraio 1992
«Il diritto di rinunciare all'amnistia previsto dall'art. 5 D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, compete solo all'imputato e non all'indagato in quanto presuppone l'esistenza di un «processo» e non semplicemente di una notizia di reato, seguita o meno da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21158 del 29 maggio 2007
«Un'unica condotta è in grado di integrare sia il reato di molestia o disturbo alle persone, che il delitto di ingiuria, perché tra le due previsioni non sussiste alcun rapporto di specialità, attesa la diversità dei beni giuridici tutelati dalle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 26303 del 10 giugno 2004
«Non è configurabile il reato di molestia o disturbo alle persone di cui all'art. 660 c.p. allorché vi sia reciprocità o ritorsione delle molestie, in quanto in tal caso non ricorre la condotta tipica descritta dalla norma, e cioè la sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13555 del 22 dicembre 1998
«Ai fini della sussistenza del reato ex art. 660 c.p. (molestia o disturbo alle persone), gli intenti perseguiti dall'agente sono del tutto irrilevanti una volta che si sia accertato che comunque, a prescindere dalle motivazioni che sono alla base...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1211 del 20 giugno 1973
«Fa difetto l'elemento soggettivo dello stampato (destinazione alla pubblicazione ed accessibilità ad un numero indeterminato di persone), nel caso che una lettera sia riprodotta in una settantina di esemplari ciclostilati, firmati dall'autore,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1143 del 13 giugno 1973
«L'aspetto soggettivo dello stampato (destinazione in qualsiasi modo alla pubblicazione) va riguardato nel momento in cui esso esce dalla sfera di disponibilità dello stampatore e diviene accessibile a un numero indeterminato di persone, non nel...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3171 del 25 febbraio 1989
«La locuzione «sale da ballo» di cui all'art. 666 c.p. non si identifica con quella «scuole di danza». La prima indica il locale ove si svolgono riunioni, per scopo di divertimento, alla quale partecipano danzando o assistendo, persone del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12337 del 14 ottobre 1978
«La ratio dell'incriminazione prevista dall'art. 669 del c.p. va ravvisata nell'esigenza di esercitare un controllo efficace non soltanto sulle persone che materialmente esercitano il mestiere per il quale la legge richiede la previa iscrizione in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4477 del 15 maggio 1997
«L'art. 673 c.p., sull'omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari, configura una fattispecie del tutto diversa ed autonoma rispetto a quella delineata dall'art. 38 del codice della strada. Mentre infatti quest'ultima disposizione, fatti...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2535 del 22 febbraio 1990
«L'omissione di collocamento del riparo di cui all'art. 673 c.p. va riferita non al fatto in se stesso, bensì allo scopo per cui è prescritto dalla legge o dall'autorità, che è quello di impedire pericoli alle persone in un luogo di pubblico transito.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1692 del 8 febbraio 1989
«Integra la contravvenzione prevista dall'art. 675 c.p. il fatto di sospendere incautamente un filo conduttore alla rete filoviaria al fine di portare la corrente elettrica in baracche abusivamente installate su una pubblica piazza. (In motivazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16285 del 11 maggio 2006
«Mentre la fattispecie di cui al primo comma dell'art. 677 c.p. incrimina l'omissione dei lavori necessari a rimuovere il pericolo, generico e presunto, in un edificio o costruzione che minacci rovina, l'ipotesi prevista al comma terzo, richiede...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 679 del 26 gennaio 1993
«Il reato di cui al primo comma, dell'art. 677 c.p., relativo all'omissione di lavori in edifici che minacciano rovina, è reato di mero pericolo, tant'è che se ricorre un concreto pericolo per l'incolumità delle persone si configura l'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4032 del 3 febbraio 2004
«L'inosservanza dell'ordinanza del sindaco che ingiunge di provvedere all'urgente riparazione dell'immobile in stato di pericolo per la pubblica incolumità, da parte del soggetto titolare dell'obbligo di manutenzione e conservazione della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 17844 del 15 aprile 2003
«Il reato previsto dall'art. 677, comma 3 c.p. si realizza allorché il proprietario dell'edificio che minaccia rovina non si sia attivato per rimuovere le cause di pericolo, a nulla rilevando né l'ignoranza dello stato di pericolo - scaturente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34112 del 18 settembre 2001
«L'obbligo, penalmente sanzionato dall'art. 677, comma terzo, c.p., di provvedere all'esecuzione dei lavori necessari a rimuovere il pericolo per l'incolumità delle persone costituito dall'esistenza di un edificio o di una costruzione che minacci...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4779 del 16 maggio 1985
«Ai fini dell'applicazione dell'art. 677 c.p., per «rovina» deve intendersi non solo il crollo improvviso o il disfacimento, verificatosi in periodo piuttosto breve, dell'edificio o della costruzione nella loro totalità o nella maggior parte, ma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6959 del 14 luglio 1997
«In tema di armi e materie esplodenti, l'ambito di applicabilità dell'art. 678 c.p. è limitato — oltre ad alcune ipotesi residuali non ricadenti per mancanza di una espressa previsione sotto l'impero di una normativa speciale — alle condotte aventi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16677 del 29 aprile 2011
«Integra la fattispecie criminosa di illegale detenzione di esplosivi, e non il reato contravvenzionale di detenzione abusiva di materie esplodenti, la condotta che abbia ad oggetto materiali pirotecnici, non micidiali se singolarmente considerati,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4093 del 11 aprile 1994
«I giocattoli pirici o altre materie qualificate esplodenti, non micidiali se singolarmente considerate, possono, in determinate circostanze, acquistare tali caratteristiche, quando dalla loro concentrazione, nelle specifiche circostanze di fatto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13 del 5 gennaio 1994
«Anche per la detenzione delle munizioni a salve occorre la denuncia all'autorità, trattandosi di materie esplodenti. Tali munizioni, infatti, non sono innocue ma hanno, per le loro caratteristiche, attitudine a recare offesa alle persone....»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 420 del 19 gennaio 1982
«Il delitto di rivelazione dei segreti di ufficio si risolve in una fattispecie plurisoggettiva anomala, essendo la condotta incriminata legata a chi riceve la notizia e alla previsione della punizione nei confronti del solo autore della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2 del 4 gennaio 1995
«In tema di concorso di persone nel reato, si configura la partecipazione morale e non la mera presenza passiva allorquando la mancata assunzione di qualsiasi iniziativa e il mantenimento di un atteggiamento di «non intervenuto» esprime una...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1591 del 12 febbraio 1987
«Nel reato di possesso ingiustificato di denaro e oggetti di valore possono concorrere anche le persone incensurate quando conoscono o abbiano la possibilità di conoscere le qualità soggettive del correo, idonee a realizzare il presupposto del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4461 del 28 marzo 2001
«In tema di competenza territoriale, nell'ipotesi di due società di persone dichiarate fallite da diversi tribunali, il conflitto positivo di competenza, denunziabile ex art. 45 c.p.c., per la declaratoria di fallimento del socio illimitatamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7208 del 5 agosto 1997
«Nell'ipotesi di duplice dichiarazione di fallimento di una stessa persona fisica, ancorché nella qualità di socio illimitatamente responsabile di società di persone, esclusa la possibilità dell'instaurarsi di due distinte procedure fallimentari,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10425 del 3 dicembre 1994
«L'art. 75 c.p.c., nell'escludere la capacità processuale delle persone che non hanno il libero esercizio dei propri diritti, si riferisce solo a quelle che siano state legalmente private della capacità di agire con una sentenza di interdizione o...»