-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 867 del 23 gennaio 2012
«In tema di condominio di edifici, poiché l'uso delle cose comuni è in funzione del godimento delle parti di proprietà esclusiva, la maggiore o minore comodità di uso, cui fa riferimento l'art. 1119 c.c. ai fini della divisibilità delle cose...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10048 del 24 aprile 2013
«In materia di condominio negli edifici, la nozione di aspetto architettonico, di cui all'art. 1127, cod. civ., che opera come limite alla facoltà di sopraelevare, non coincide con quella, più restrittiva, di decoro architettonico, di cui all'art....»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8498 del 28 maggio 2012
«Il nuovo amministratore di un condominio, se non autorizzato dai partecipanti alla comunione, non ha il potere di approvare incassi e spese condominiali risultanti da prospetti sintetici consegnatigli dal precedente amministratore e, pertanto,...»
-
Cassazione civile, Sez. VI-2, ordinanza n. 11214 del 10 maggio 2013
«L'interesse all'impugnazione per vizi formali di una deliberazione dell'assemblea condominiale, ai sensi dell'art. 1137 cod. civ., pur non essendo condizionato al riscontro della concreta incidenza sulla singola situazione del condomino, postula...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1748 del 24 gennaio 2013
«Ne consegue che il regolamento di condominio può legittimamente dare del limite del decoro architettonico una definizione più rigorosa di quella accolta dall'art. 1120 c.c., estendendo il divieto di innovazioni sino ad imporre la conservazione...»
-
Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2742 del 23 febbraio 2012
«In tema di condominio negli edifici, l'art. 1138 c.c., il quale stabilisce che, quando il numero dei condomini è superiore a dieci, deve essere formato un regolamento per disciplinare l'uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese, pone...»
-
Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 4063 del 14 marzo 2012
«Non può, allora, affermarsi che versi in colpa grave colui il quale, rivoltosi a un notaio per la redazione di un atto traslativo, senza averlo esonerato dal compiere le visure catastali ed ipotecarie, addivenga all'acquisto in considerazione...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6221 del 16 febbraio 2006
«In tema di riunione di processi, il dovere di sentire le parti prima della decisione è adempiuto se sono previamente informate della possibilità della riunione, in modo da potere interloquire in merito, e non è necessaria la loro audizione...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11854 del 4 dicembre 1995
«Qualora il giudice del dibattimento abbia, con ordinanza, respinto la richiesta di disporre la riunione fra più procedimenti, ritenendo non configurabile il prospettato vincolo della continuazione tra i reati che ne formano oggetto, la successiva...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5658 del 13 febbraio 2002
«Non costituisce indebita anticipata manifestazione del proprio convincimento sui fatti oggetto dell'imputazione, e non può quindi dar luogo a ricusazione del giudice ai sensi dell'art. 37, comma 2 c.p.p., la pronuncia di ordinanza con la quale...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7895 del 13 agosto 1996
«La Suprema Corte nell'affermare il principio sopra massimato, ha precisato che la questione relativa alla partecipazione al collegio di primo grado o di appello di un giudice che si sia già pronunciato nei confronti dell'imputato doveva essere...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3895 del 2 dicembre 1997
«I giudici componenti il collegio per i reati ministeriali che, nello stesso processo, abbiano redatto la relazione motivata di richiesta di autorizzazione a procedere di cui all'art. 8, comma 1, L. costituzionale 16 gennaio 1989 n. 1 o abbiano...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1752 del 11 giugno 1998
«Tale situazione non può, comunque, verificarsi se la valutazione delle prove non sia stata fatta nell'ambito dei fatti descritti nel medesimo capo di imputazione. (Nella fattispecie oggetto del giudizio, i giudici di merito avevano espresso una...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2738 del 23 luglio 1996
«Inoltre l'esercizio congiunto o disgiunto dell'azione penale (riunione o separazione dei procedimenti) non può comportare incompatibilità del tipo invocato, giacché non si tratta di un giudice che in uno stadio anteriore del procedimento abbia...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7908 del 1 marzo 2011
«Non sussiste una situazione di incompatibilità del giudice che abbia pronunciato una sentenza di applicazione della pena su richiesta di un coimputato nel medesimo processo, in relazione agli stessi reati, a meno che la sentenza non contenga...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1271 del 12 febbraio 1997
«Ed infatti, l'art. 604 c.p.p., stabilendo che il giudizio di rinvio si deve svolgere a seconda dell'organo che ha emesso la sentenza annullata davanti ad altra sezione dello stesso ufficio giudiziario o davanti ad altro Gip o pretore pone un...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5293 del 6 novembre 1996
«Di fronte a un'ordinanza emessa in tema di ricusazione, che disattende l'eccezione di inammissibilità della relativa dichiarazione per inosservanza del termine previsto dall'art. 38 c.p.p. e decide nel merito rigettando l'istanza proposta, la...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1589 del 17 ottobre 2002
«La richiesta di riesame, per il profilo delle esigenze cautelari, dei provvedimenti che dispongono una misura cautelare personale deve essere dichiarata inammissibile allorché sia già intervenuta sentenza di condanna, atteso che il giudice della...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 18852 del 15 maggio 2002
«...lett. B) c.p.p. deve essere costituita — in conformità alla sentenza n. 283 del 2000 della Corte costituzionale — da una valutazione di merito, sullo stesso fatto e in ordine al medesimo soggetto, collegata alla decisione finale del processo....»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9047 del 15 giugno 1999
«Invero, in tal modo non sarebbe consentito alla parte di intervenire a mezzo dei suoi consulenti tecnici e quindi, da un lato, di incidere sull'iter di acquisizione della prova, dall'altro, di esaminare e contrastare, prima della decisione, la...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12302 del 28 marzo 2002
«In tema di ricusazione, non è sufficiente ai fini della individuazione dell'attività pregiudicante che il giudice abbia meramente partecipato al giudizio relativo ma è necessaria — in conformità al dictum della Corte cost. n. 283 del 2000 — la sua...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5723 del 29 novembre 1994
«Ai fini dell'ammissibilità della richiesta di rimessione, il presupposto dell'inerenza della richiesta alla fase del processo di merito deve obbligatoriamente sussistere al momento della decisione della Corte di cassazione.»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 6925 del 16 giugno 1995
«Qualora il giudice, cui sia stata presentata richiesta di rimessione del processo ai sensi dell'art. 45 c.p.p., abbia irritualmente provveduto a dichiarare l'inammissibilità, la Corte di cassazione, annullata l'ordinanza impugnata, può decidere...»
-
Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4720 del 22 maggio 1996
«L'interpretazione dell'effettivo contenuto dell'atto di appello (rimessa istituzionalmente al giudice di merito nell'esercizio di un potere insindacabile in sede di legittimità se correttamente e congruamente motivato) deve avvenire non solo in...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10282 del 30 novembre 1996
«Le guardie zoofile, anche se, a norma dell'art. 5 del D.M. 31 marzo 1979, non sono più identificabili come agenti di pubblica sicurezza, conservano tuttavia la qualifica di guardie giurate e, quindi, di pubblici ufficiali ai sensi degli artt. 57...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34400 del 21 settembre 2001
«Il ricorso per cassazione proposto dal difensore dopo la morte dell'imputato è inammissibile per mancanza del soggetto nei cui confronti si esercita l'azione penale, che costituisce uno dei presupposti essenziali del processo. (In applicazione del...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32464 del 29 agosto 2001
«Il divieto di testimonianza sulle dichiarazioni dell'imputato o dell'indagato (art. 62 c.p.p.) riguarda anche le dichiarazioni rese, dalla persona poi sottoposta alle indagini, nel corso di un'attività amministrativa (ispettiva o di vigilanza),...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1338 del 4 aprile 1998
«Una volta che l'azione penale sia stata esercitata con l'emissione del decreto di citazione a giudizio da parte del P.M. presso la pretura, non è ammissibile, per il principio di irretrattabilità dell'azione penale, una successiva richiesta di...»
-
Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10004 del 8 novembre 1997
«Poiché con il ricorso per saltum non può essere denunciato il vizio della motivazione di cui all'art. 606, lett. e), c.p.p., deve essere convertita in appello, ai sensi dell'art. 569, terzo comma, c.p.p., l'impugnazione del pubblico ministero...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6873 del 14 giugno 1995
«Da tanto consegue che — in assenza di una specifica regolamentazione codicistica dell'ipotesi in cui sorge l'incertezza in merito all'identità fisica dell'imputato — ove il dubbio sulla corrispondenza delle generalità alla persona fisica...»