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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21174 del 29 maggio 2002
«In tema di partecipazione all'associazione per delinquere di tipo mafioso, il rapporto associativo caratterizzato dalla disponibilità personale esclusiva dell'affiliato a favore del sodalizio criminoso, anche quando si attua mediante una condotta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 21356 del 30 maggio 2002
«Il concorso c.d. “esterno” o “eventuale” in associazione per delinquere di tipo mafioso è una forma di partecipazione saltuaria o sporadica all'attività del sodalizio criminoso, connotata, sotto il profilo soggettivo, dalla consapevolezza...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 18845 del 18 aprile 2003
«L'appartenenza ai vertici dell'associazione mafiosa denominata “Cosa Nostra”, pur assumendo rilievo ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 416 bis c.p., non integra ex se la prova della colpevolezza dei dirigenti del sodalizio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 20994 del 12 maggio 2003
«In materia di reati associativi, il ruolo di partecipe — anche se in posizione gerarchicamente dominante — rivestito da taluno nell'ambito della struttura organizzativa criminale non è di per sé solo sufficiente a far presumere, in forza di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31109 del 23 luglio 2003
«La durata del rapporto associativo criminoso non coincide necessariamente con i tempi di consumazione dei reati fine e non è commisurata alle date del compimento degli atti di indagine, ma deve essere determinata sulla base di accertamenti in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37788 del 3 ottobre 2003
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, lo scopo di « impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sè o ad altri in occasione di consultazioni elettorali» costituisce una delle finalità tipiche del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38412 del 9 ottobre 2003
«Per l'integrazione del delitto di associazione di tipo mafioso, che il legislatore ha configurato quale reato di pericolo, è sufficiente che il gruppo criminale considerato sia potenzialmente capace di esercitare intimidazione, e come tale sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 47739 del 15 dicembre 2003
«Il mandato generico impartito dal capo di un'organizzazione mafiosa di eliminare tutti i componenti di un clan rivale comporta il necessario concorso dello stesso mandante in tutti gli omicidi commessi, senza che il margine di indeterminatezza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6262 del 7 febbraio 2003
«Ove una organizzazione criminale di tipo mafioso richieda ai partecipi la loro definitiva adesione, fino a quando non abiurino o vengano a morte, la perdurante appartenenza al gruppo di persona della quale sia provata l'affiliazione può essere...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11914 del 12 marzo 2004
«Qualora un' associazione di tipo mafioso sia caratterizzata dall'esistenza di un organismo collegiale di vertice investito del potere di deliberare in ordine alla commissione dei fatti criminosi di maggiore importanza e, in particolare, degli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12982 del 17 marzo 2004
«Il concorso esterno in associazione di tipo mafioso rientra fra i delitti, la condanna per i quali costituisce causa ostativa alla concessione delle misure alternative alla detenzione di cui all'art. 4 bis, primo comma, primo periodo, della legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13349 del 18 marzo 2004
«Nell'ambito dell'associazione a delinquere di stampo mafioso denominata «Cosa Nostra» la semplice appartenenza dei cosiddetta «capi-mandamento» all'organismo collegiale centrale (denominato «commissione»), composto da un numero ristretto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14541 del 25 marzo 2004
«In tema di reato di associazione di tipo mafioso, la condotta di concorso cosiddetto «esterno» nel reato consiste in un apporto, apprezzabile per concretezza, specificità e rilevanza, di rafforzamento o di consolidamento dell'associazione o di un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15889 del 2 aprile 2004
«Il problema della configurabilità della continuazione tra reato associativo e reati-fine non va impostato in termini di compatibilità strutturale, in quanto nulla si oppone a che, sin dall'inizio, nel programma criminoso dell'associazione, si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 31461 del 16 luglio 2004
«In tema di associazione di tipo mafioso, la forza di intimidazione che caratterizza il vincolo associativo non necessariamente deve desumersi da specifiche minacce avanzate da uno o più componenti della «famiglia», ma può essere argomentato, con...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 48444 del 16 dicembre 2004
«Anche per il concorso esterno in associazione di stampo mafioso scatta la presunzione di pericolosità prevista, dall'art. 275, comma terzo c.p.p., in ordine alle esigenze cautelari, in quanto integra pur sempre una partecipazione nel reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6101 del 16 febbraio 2004
«In tema di associazione di stampo mafioso, la permanente «disponibilità» al servizio dell'organizzazione mafiosa a porre in essere attività delittuose, anche se di bassa manovalanza (tagli di alberi, incendi ecc.) ma pur sempre necessarie per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9604 del 2 marzo 2004
«La tipicità del modello associativo delineato dall'art. 416 bis c.p. risiede nel metodo mafioso (individuato nella forza intimidatrice del vincolo associativo, nella condizione di assoggettamento ed in quella di omertà), piuttosto che negli scopi,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10450 del 16 marzo 2005
«In tema di associazioni con finalità di terrorismo internazionale, qualora occorra valutare la condotta di gruppi esistenti in Italia i quali fanno parte di organizzazioni che operano in altri paesi, non può essere considerata soltanto l'attività...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11613 del 23 marzo 2005
«È configurabile il concorso esterno nel delitto di associazione mafiosa tutte le volte in cui il contributo dell'extraneus sia concreto, specifico, consapevole e volontario. Tale contributo ben può connettersi ad un accordo di scambio con il quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15805 del 28 aprile 2005
«Nella previsione dell'art. 610 c.p. deve ritenersi compresa qualunque forma di minaccia, anche se implicita e non prospetti alcun male ingiusto, in quanto anche il semplice atteggiamento del soggetto attivo può costituire una minaccia punibile,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17380 del 6 maggio 2005
«La forma libera che caratterizza la fisionomia del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, e dunque la mancanza di tipizzazione della relativa condotta, consentono al giudice di merito di cogliere, nel processo di metamorfosi della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2612 del 27 gennaio 2005
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991, n. 203 si applica a tutti coloro, partecipi o non di qualche sodalizio criminoso, la cui condotta sia riconducibile a una delle due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35034 del 29 settembre 2005
«La fattispecie associativa finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (art. 74 D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309) non si pone in rapporto di specialità con la figura associativa prevista dall'art. 416 bis c.p. (associazione di stampo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 46552 del 20 dicembre 2005
«In materia di partecipazione ad associazione di stampo mafioso è ragionevole considerare «imprenditore colluso» quello che è entrato in rapporto sinallagmatico con la cosca tale da produrre vantaggi per entrambi i contraenti, consistenti per...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 669 del 17 gennaio 2005
«La costituzione di un sodalizio criminoso avente la caratteristiche di cui all'art. 270 bis c.p. non può dirsi esclusa per il fatto che lo stesso sia imperniato per lo più attorno a nuclei culturali che si rifanno all'integralismo religioso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12393 del 6 aprile 2006
«Qualora un'associazione di tipo mafioso sia caratterizzata dall'esistenza di un organismo di vertice, ogni deliberazione di azioni delittuose di natura strategica è di regola ascrivibile a coloro che ne fanno parte, a meno che non siano acquisiti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 12982 del 12 aprile 2006
«Si configura il reato di estorsione di cui all'art. 629 c.p., e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni di cui all'art. 393 c.p., allorché il terzo incaricato della esazione del credito, a nulla rilevando la natura, lecita o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16493 del 15 maggio 2006
«In tema di associazione di tipo mafioso, integra la materialità del «concorso esterno» l'attività del magistrato che, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione e privo dell'affectio societatis, assicuri, in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19141 del 31 maggio 2006
«Ai fini della consumazione del reato di cui all'art. 416 bis c.p., è necessario che l'associazione abbia conseguito, in concreto, nell'ambiente nel quale essa opera, un'effettiva capacità di intimidazione. Ne consegue che, in presenza di...»