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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4482 del 26 marzo 2003
«Nei procedimenti in camera di consiglio che si svolgono nei confronti di più parti, la notificazione del decreto è idonea a far decorrere — tanto per il destinatario della notifica che del notificante — il termine di dieci giorni per la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13772 del 20 settembre 2002
«In tema di decadenza dal diritto di impugnazione dei decreti del tribunale (impugnazione che, secondo il combinato disposto degli artt. 739, 285 c.p.c., va proposta, sotto forma di reclamo, nel termine di «dieci giorni dalla notifica qualora il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4267 del 16 maggio 1990
«Ai fini della proposizione del reclamo alla Corte d'appello avverso il decreto reso dal tribunale sull'ammissibilità dell'azione per la dichiarazione di paternità o maternità naturale, il termine di dieci giorni decorre, in applicazione dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4441 del 25 novembre 1976
«Il termine di dieci giorni per impugnare il provvedimento con il quale il tribunale in camera di consiglio, a norma dell'art. 9 della L. n. 898 del 1970, ha deciso sull'istanza di revisione delle disposizioni relative alla misura e alle modalità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11503 del 12 maggio 2010
«È legittima la condanna alle spese giudiziali nel procedimento promosso in sede di reclamo, ex art. 739 c.p.c., avverso provvedimento reso in camera di consiglio, atteso che ivi si profila comunque un conflitto tra parte impugnante e parte...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 284 del 9 gennaio 2009
«In tema di procedimento camerale di cui agli articoli 262 cod. civ. e 38, commi primo e terzo, disp. att. cod. civ., in materia di attribuzione del cognome del figlio naturale riconosciuto, nell'ipotesi di mancata comparizione della parte...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8547 del 28 maggio 2003
«Nel rito camerale in appello l'acquisizione dei mezzi di prova, e segnatamente dei documenti, è ammissibile sino all'udienza di discussione in camera di consiglio, sempre che sulla produzione si possa considerare instaurato un pieno e completo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14654 del 11 giugno 2013
«La qualità di litisconsorti necessari di tutti i condomini rispetto alla domanda di scioglimento della comunione, agli effetti dell'art. 784 c.p.c., permane in ogni grado del processo, indipendentemente dall'attività e dal comportamento di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 29372 del 28 dicembre 2011
«In tema di giudizio di divisione ereditaria, successivamente alla costituzione dei convenuti non può più essere chiesta una formazione delle quote diversa da quella cui il giudice debba attenersi in relazione al patrimonio del "de cuius"...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 15233 del 12 luglio 2011
«Nell'azione di scioglimento di comunione ereditaria, secondo quanto stabilito nell'art. 50 della legge 31 maggio 1995, n. 218, la parziale collocazione dei beni immobili all'estero è idonea a precludere la giurisdizione del giudice italiano solo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5266 del 4 marzo 2011
«Nel giudizio di divisione della cosa comune, il risultato finale - della trasformazione dei diritti "pro quota" dei singoli partecipanti in altrettanti diritti individuali di proprietà esclusiva su concrete e determinate porzioni di beni comuni -...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4891 del 26 aprile 1993
«Il giudizio di divisione ereditaria deve svolgersi necessariamente, a norma dell'art. 784 c.p.c., nei confronti di tutti coloro che partecipano alla comunione al momento della proposizione della domanda, mentre non ricorre la necessità di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7876 del 16 luglio 1991
«Nel giudizio di divisione ereditaria, allorquando si deduca che un determinato bene debba essere escluso dalla massa in quanto di proprietà di un terzo estraneo al giudizio, il contraddittorio deve essere integrato nei confronti di detto terzo,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15358 del 5 dicembre 2001
«La qualità di litisconsorti necessari, ex art. 784 c.p.c., di tutti i condomini rispetto alla domanda di scioglimento della comunione permane in ogni grado del processo, indipendentemente dall'attività e dal comportamento di ciascuna parte. Ne...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4703 del 21 luglio 1981
«Gli acquirenti di singoli beni già facenti parte della massa e che ne siano divenuti proprietari solitari, devono essere chiamati ad intervenire nel giudizio di divisione, a norma dell'art. 1113 c.c., se ed in quanto si voglia che la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1594 del 10 marzo 1980
«Qualora in un giudizio di divisione ereditaria, nessuna delle parti abbia provveduto all'integrazione del contraddittorio nei confronti dei coeredi non convenuti in giudizio, l'estinzione del processo può essere dichiarata soltanto se la relativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1680 del 23 marzo 1979
«Nell'ipotesi in cui la notificazione dell'atto riassuntivo del giudizio di primo grado, vertente in materia divisoria, risulti affetta da nullità nei confronti di uno dei partecipanti alla comunione da sciogliere, rimasto assente in quella fase...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1596 del 19 marzo 1979
«Nel giudizio di divisione sussiste il litisconsorzio necessario tra tutti i partecipanti alla comunione da sciogliere, ancorché il processo sia stato instaurato in via strumentale per il conseguimento della pretesa esecutiva dei creditori di uno...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 727 del 14 marzo 1973
«Il giudizio di divisione ereditaria deve svolgersi in ogni grado con la partecipazione di tutti i coeredi, altrimenti la sentenza è inutiliter data, ma il ricorrente per cassazione non ha interesse a denunciare il difetto del contraddittorio nel...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1466 del 15 maggio 1972
«È inammissibile il ricorso per cassazione qualora il ricorrente non abbia provveduto, in esecuzione del provvedimento emesso dalla stessa corte, all'integrazione del contraddittorio nei confronti degli eredi legittimi che siano stati parte del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2231 del 30 marzo 1983
«Qualora sussistano più comunioni, derivanti da titoli diversi, ciascuna di esse comporta il compimento di distinte operazioni divisionali in ordine alle quali non sussiste il litisconsorzio necessario tra i partecipanti alle diverse comunioni,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7862 del 4 agosto 1990
«La disposizione dell'art. 784 c.p.c., secondo cui la divisione ereditaria deve essere proposta in confronto di tutti gli eredi, va coordinata all'altra previsione, contenuta nello stesso articolo, secondo cui, nell'ipotesi di comunione ordinaria,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 733 del 8 febbraio 1982
«Qualora il compartecipe alieni la sua quota della proprietà indivisa, l'acquirente subentra nella comunione al posto dell'alienante, ma se l'alienazione riguarda non la quota ma la parte determinata corrispondente alla quota e vi sia l'assenso di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 234 del 14 gennaio 1982
«Nel giudizio di divisione dell'eredità litisconsorte necessario è colui che si è reso cessionario della quota ereditaria e non l'erede cedente, giacché quest'ultimo pur conservando la qualità di erede, è normalmente privo di uno specifico...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3812 del 12 giugno 1981
«Nel caso di cessione della quota ereditaria, la qualità di litisconsorte necessario nel giudizio di divisione spetta al cessionario, e non al cedente, atteso che tale qualità, a norma dell'art. 784 c.p.c., si ricollega alla veste di partecipante...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2364 del 22 aprile 1981
«Qualora durante il giudizio di divisione relativo ad immobile non comodamente divisibile uno dei condividenti ceda ad un terzo la propria quota, si realizza la successione a titolo particolare nel diritto controverso ex art. 111 c.p.c., per cui il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7785 del 8 giugno 2001
«Nel caso di comproprietà di beni gravati da un diritto di usufrutto, la partecipazione dell'usufruttuario al giudizio di divisione si rende necessaria nella sola ipotesi di comunione ereditaria, e sempreché l'usufruttuario rivesta, altresì, la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4933 del 3 marzo 2014
«Per la validità della notificazione tramite ufficiale giudiziario è sufficiente un solo impulso processuale del richiedente, in quanto l'ufficiale giudiziario, a differenza dell'ufficiale postale, non si limita a riscontrare l'effettività...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4580 del 26 febbraio 2014
«Ai fini della validità della notifica, la ricezione dell'atto, senza riserve, da parte di un avvocato presente nello studio del procuratore domiciliatario fa presumere che lo stesso sia autorizzato all'incombente, essendo, ancorché...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 242 del 11 gennaio 2010
«Nel procedimento per lo scioglimento di una comunione, non occorre una formale osservanza delle disposizioni previste dall'art. 789 c.p.c. - ovvero la predisposizione di un progetto di divisione da parte del giudice istruttore, il suo deposito in...»