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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 511 del 19 gennaio 1994
«La detenzione illegale di arma tutela l'ordine pubblico, a fini di prevenzione dei delitti contro la vita e l'incolumità pubblica, mentre il favoreggiamento personale è delitto contro l'amministrazione della giustizia. Il primo reato si concreta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 463 del 4 maggio 1993
«L'incompatibilità tra favoreggiamento personale e reato presupposto va riconosciuta nei soli casi in cui l'un reato sia estrinsecazione dell'altro concorrendo la medesima condotta a integrare sia un'attività di partecipazione al reato presupposto,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1896 del 12 febbraio 1988
«La figura criminosa dell'assistenza agli associati è delimitata dalla riserva contenuta nell'art. 418 c.p., nel senso che l'assistenza non deve essere tale da costituire concorso nell'associazione per delinquere, né deve essere tale da integrare...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24753 del 11 giugno 2015
«In tema di favoreggiamento personale, sussiste l'aggravante di cui all'art. 7 D.L. n. 152 del 1991, conv. in L. n. 203 del 1991, qualora la condotta favoreggiatrice diretta ad aiutare taluno a sottrarsi alle ricerche dell'Autorità sia posta in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 29 luglio 1997
«Nell'affermare tale principio la Corte ha ritenuto utilizzabili le intercettazioni disposte per un reato contro la personalità dello Stato (nel caso di specie quelle sulla strage di piazza Fontana) nei confronti di un soggetto non indagato né per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5991 del 20 giugno 1997
«In materia di favoreggiamento aggravato dall'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991 n. 152, il fatto di favorire la latitanza di un personaggio di vertice di un'associazione mafiosa non determina, in ragione esclusivamente della importanza di questi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2100 del 21 gennaio 1997
«Il delitto di concorso nel reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e quello di favoreggiamento aggravato dal fine di agevolare l'attività dell'associazione stessa, ai sensi dell'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6989 del 4 luglio 1986
«Il diritto di difesa — anche in relazione al profilo specifico concernente il suo esercizio da parte del patrocinante — è tra quelli al quale l'ordinamento giuridico riconosce il più alto ambito di espansione onde consentire la effettiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9353 del 19 ottobre 1985
«Commette il reato di favoreggiamento personale, di cui all'art. 378 c.p., il tossicodipendente dichiarato non punibile ex art. 80 L. 22 dicembre 1975, n. 685, il quale aiuti lo spacciatore ad eludere le investigazioni dell'autorità con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12817 del 19 marzo 2013
«In tema di falsa testimonianza, l'esimente prevista dall'art. 384, comma primo, c.p., esclude la punibilità del testimone che abbia reso false dichiarazioni al fine di sottrarsi al pericolo di essere incriminato per un reato in precedenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30174 del 9 luglio 2004
«In tema di falsa testimonianza, l'esimente di cui all'art. 384, comma secondo c.p. va applicata anche nei confronti delle persone sottoposte alle indagini preliminari nei cui confronti sia stato pronunciato decreto di archiviazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3845 del 31 gennaio 2001
«L'art. 384, comma secondo, c.p., nel prevedere la non punibilità per i reati di cui gli artt. 371 bis e 373 stesso codice quando il fatto sia stato commesso da chi «per legge», non avrebbe dovuto essere sentito come testimone o persona informata...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1642 del 24 febbraio 1986
«Nei reati contro l'amministrazione della giustizia, la disposizione dell'art. 384 c.p. prevede delle ipotesi di non punibilità (al fine di salvare sé medesimo o un prossimo congiunto da un grave ed inevitabile nocumento alla libertà e all'onore)...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7847 del 16 giugno 1999
«Nel delitto di evasione per allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari, oggetto della tutela penale è il rispetto dovuto all'autorità delle decisioni giudiziarie sul presupposto di un legittimo stato di arresto o di detenzione del soggetto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6223 del 27 maggio 1994
«Poiché il minorenne obbligato alla permanenza in casa ovvero collocato in comunità viene considerato in stato di custodia cautelare ai soli fini del computo della durata massima della misura e del calcolo della pena da scontare, mentre per il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21211 del 24 maggio 2001
«Non integra il reato di evasione l'allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari del soggetto nei cui confronti sia già intervenuta sentenza di condanna a pena non detentiva, ancorché non sia ancora stato adottato un formale provvedimento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10282 del 13 marzo 2001
«È da escludere la configurabilità del reato di evasione, mancando il presupposto della legalità della detenzione, qualora il fatto sia stato commesso dopo la scadenza del termine di durata massima della custodia cautelare, cui non abbia fatto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11679 del 27 marzo 2012
«Integra il reato di evasione qualsiasi allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari senza autorizzazione, non assumendo alcun rilievo, a tal fine, la sua durata, la distanza dello spostamento, ovvero i motivi che inducono il soggetto ad...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7659 del 23 febbraio 2004
«Configura il delitto di evasione la condotta di colui che si allontani dal luogo ove si trovi in stato di coercizione personale e vigilato dagli organi di polizia che hanno operato l'arresto, anche se non sia stato ancora redatto il relativo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7597 del 30 giugno 1988
«Il concetto di evasione non postula necessariamente la fuga o l'allontanamento definitivo, essendo sufficiente ad integrarlo anche la sottrazione temporanea del detenuto allo stato di costrizione personale cui è sottoposto. (Nella specie...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4982 del 22 aprile 1987
«Sussiste l'estremo oggettivo del delitto di evasione nel comportamento di chi, dopo che gli è stato notificato, in un ambiente vigilato dalla forza pubblica, un provvedimento restrittivo della libertà personale, fugga, eludendo il controllo degli...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14037 del 3 aprile 2015
«Il delitto di evasione dagli arresti domiciliari ha natura istantanea e si consuma nel momento in cui il soggetto attivo si allontana dal luogo di esecuzione della misura, con la conseguenza che, per l'eventuale applicabilità di cause di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10605 del 24 novembre 1981
«Il reato di evasione è delitto di danno, a carattere commissivo e permanente e, mentre il suo momento consumativo coincide con l'illegittima conquista della libertà da parte di chi se ne trovi legalmente privato, lo stato di consumazione perdura...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6617 del 6 giugno 1994
«All'imputato agli arresti domiciliari con modalità esecutive che gli consentono di allontanarsi dalla propria abitazione per adempiere le finalità per cui l'allontanamento è stato autorizzato che faccia ritorno con ritardo nella sua abitazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11000 del 3 novembre 1994
«A norma dell'art. 385, comma 3, c.p., risponde del reato di evasione l'imputato che, essendo agli arresti nella propria abitazione — intesa come il luogo in cui la persona conduce la propria vita domestica e privata, con esclusione di ogni altra...»
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Cassazione penale, Sez. VII, sentenza n. 8604 del 3 marzo 2011
«L'allontanamento dal luogo degli arresti domiciliari integra il delitto di evasione e non può equipararsi alla violazione di una "prescrizione inerente agli obblighi imposti" con la misura cautelare (art. 276 c.p.p.), in quanto la permanenza nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29679 del 16 luglio 2008
«In tema di reato di evasione, non può ravvisarsi, in caso di allontanamento dall'abitazione in cui il soggetto è in stato di restrizione domiciliare, la causa di giustificazione dello stato di necessità per asserito deterioramento dei rapporti con...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 21975 del 22 giugno 2006
«Configura il delitto di evasione e non l'ipotesi di trasgressione alle prescrizioni imposte, sanzionabile ex art. 276 c.p.p., l'allontanamento della persona sottoposta alla misura degli arresti domiciliari dal luogo di detenzione in un orario che...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43508 del 13 novembre 2003
«All'imputato agli arresti domiciliari con modalità esecutive che gli consentono di allontanarsi dalla propria abitazione per il tempo necessario ad adempiere la finalità per cui l'allontanamento è stato autorizzato, non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10270 del 13 marzo 2001
«La violazione delle prescrizioni previste per il regime della detenzione domiciliare a norma dell'art. 47 ter, ottavo comma, dell'ordinamento penitenziario integra automaticamente il reato di evasione di cui all'art. 385 c.p., in quanto alla...»