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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 7 del 23 giugno 1993
«In tema di concussione, il termine «utilità» indica tutto ciò che rappresenta un vantaggio per la persona, materiale o morale, patrimoniale o non patrimoniale, oggettivamente apprezzabile, consistente tanto in un dare quanto in un facere e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 612 del 12 marzo 1993
«La formulazione da parte del legislatore di una ipotesi di illecito amministrativo, sanzionata con pena pecuniaria, in sostituzione di precedente e più grave qualificazione di rilievo penale, mentre produce il passaggio dell'illecito dall'area...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 832 del 1 febbraio 1993
«Ai sensi dell'art. 591 c.p. (abbandono di persone minori o incapaci) costituisce abbandono qualsiasi azione o omissione che contrasti con l'obbligo della custodia o della cura ed è sufficiente, per l'integrazione del reato, che da tale condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1012 del 21 maggio 1993
«Il dovere di motivazione del decreto con il quale l'autorità giudiziaria dispone la perquisizione locale, la cui osservanza è prescritta a pena di nullità dal combinato disposto degli artt. 247, secondo comma e 125, terzo comma, c.p.p., è da...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1029 del 29 maggio 1993
«In base all'art. 2, secondo comma, c.p. — richiamato anche dall'art. 1, L. 21 ottobre 1988, n. 455 («depenalizzazione degli illeciti valutari») — l'intervenuta abolitio criminis determina la cessazione dell'esecuzione e degli effetti penali della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1218 del 21 aprile 1993
«In tema di applicazione della continuazione da parte del giudice dell'esecuzione ai sensi degli artt. 666 e 671 c.p.p., non si esige che in sede di richiesta siano enunciati i motivi ed allegata una documentazione completa, mentre l'esame del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2021 del 3 marzo 1993
«Anche in presenza di una causa di nullità o di perenzione del sequestro, il privato non può disporre liberamente della cosa sequestrata prima che ne venga ordinata la restituzione dalla autorità giudiziaria, non essendo ammissibile che egli si...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3692 del 15 aprile 1993
«Nessuna contraddittorietà sussiste tra la concessione della circostanza attenuante di cui all'art. 114, primo comma, c.p. ed il contestuale diniego di quella prevista dall'art. 73, quinto comma del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, agendo le due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4331 del 3 febbraio 1993
«Poiché una pronuncia giudiziale può definirsi provvedimento abnorme quando abbia un contenuto del tutto anomalo, sostanziandosi in una decisione che, per la irregolarità o stranezza della sua portata, si ponga al di fuori, non solo delle singole...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4804 del 8 gennaio 1993
«In tema di associazione per delinquere, la permanenza nel reato non è interrotta dallo stato di detenzione, tranne che sia raggiunta la prova dell'estromissione della persona dall'associazione criminosa o il suo recesso da questa. Diversamente è a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10603 del 22 novembre 1993
«In tema di instaurazione del giudizio direttissimo, l'art. 450, comma quarto c.p.p., dispone che il fascicolo da trasmettere al giudice competente è quello previsto dall'art. 431, il quale, nell'elencazione degli atti che debbono essere raccolti,...»
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Cassazione penale, Sez. I, ordinanza n. 195 del 22 febbraio 1994
«Gli artt. 250 e 252 c.p.p., che disciplinano le perquisizioni locali ed il sequestro conseguente a perquisizione, devono essere interpretati in relazione alla disposizione generale di cui all'art. 247, primo comma dello stesso codice, che regola...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 473 del 19 gennaio 1994
«La lettera, occasionalmente intercettata dall'autorità giudiziaria, con la quale il coautore del fatto contesti al concorrente la responsabilità principale, del delitto, non costituisce chiamata di correo, perché non fatta nel processo, né diretta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1935 del 30 luglio 1994
«A norma dell'art. 357, secondo comma, lett. b), c.p.p., la polizia giudiziaria è tenuta a redigere verbale, tra l'altro, degli atti non ripetibili compiuti e delle dichiarazioni spontanee ricevute dalla persona nei cui confronti vengono svolte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2108 del 19 febbraio 1994
«La prestazione di suggerimenti circa la commissione di un determinato illecito integra la condotta rilevante ai fini del concorso nel reato, sia sotto il profilo materiale, poiché gli autori non chiederebbero ausilio neppure sotto forma di pareri,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2128 del 8 giugno 1994
«Il giudice dell'incidente de libertate non può rivalutare autonomamente una questione pregiudiziale e strettamente connessa alla definizione del merito già esaminata dal giudice della cognizione e da costui risolta con la relativa sentenza. Invero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3706 del 6 maggio 1994
«In tema di sequestro probatorio, «necessario per l'accertamento dei fatti», sono solo le cose pertinenti al reato, e, solo se ed in quanto necessarie a fini probatori, certe cose potranno essere qualificate come «pertinenti al reato» e, dunque,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4331 del 11 gennaio 1994
«In tema di riabilitazione non può riconoscersi valore preclusivo alla concessione del beneficio a fatti successivi alle sentenze per cui la riabilitazione viene richiesta se isolatamente riguardati e senza l'esame della loro portata sintomatica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4574 del 9 febbraio 1994
«I requisiti della descrizione sommaria del fatto e dell'esposizione degli indizi, previsti dall'art. 292 c.p.p. per le ordinanze che impongono misure cautelari, possono ritenersi sussistere quando la motivazione del provvedimento coercitivo,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4831 del 28 aprile 1994
«Chi riferisca notizie in merito ad indagini giudiziarie sul conto di altro soggetto, apprese durante rapporti sessuali con una funzionaria della procura della Repubblica, risponde di concorso nel reato di cui all'art. 326 c.p., sussistendo un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5617 del 12 maggio 1994
«Ai fini della applicazione del principio di territorialità della legge penale (art. 6 c.p.), per azione deve intendersi il complesso dei comportamenti consapevolmente finalizzati al raggiungimento dello scopo o dell'evento delittuoso, sicché fra...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5618 del 22 febbraio 1994
«In tema di applicazione della disciplina del reato continuato in fase esecutiva, l'unicità del disegno criminoso costituente l'indispensabile condizione per la configurabilità della continuazione non può identificarsi con la generale inclinazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6091 del 25 maggio 1994
«In tema di concussione, non è sufficiente ad escludere il metus publicae potestatis la sola circostanza che la persona offesa si sia rivolta alle forze di polizia per sottrarsi alle pretese dell'autore del reato, perché, nulla disponendo la legge...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6204 del 27 maggio 1994
«La installazione in un esercizio pubblico di un apparecchio televisivo, senza la preventiva specifica autorizzazione del questore di cui all'art. 68, R.D. 18 giugno 1931, n. 773, dà luogo alla ravvisabilità del reato previsto dall'art. 666 c.p....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6834 del 13 giugno 1994
«In tema di porto abusivo di armi, la previsione di cui al comma 2 dell'art. 699 c.p. non costituisce un'ipotesi aggravata rispetto a quella prevista dal comma 1 dello stesso articolo ma un'ipotesi autonoma di reato. L'operatività delle...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7511 del 2 luglio 1994
«L'art. 353 c.p. (turbata libertà degli incanti) va interpretato nel senso che esso sia applicabile anche nelle cosiddette «gare di consultazione» che si svolgono con ridotto numero di partecipanti, senza osservanza dei termini e delle disposizioni...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7512 del 2 luglio 1994
«Il reato di cui all'art. 378 c.p. (favoreggiamento personale) è reato di pericolo e formale che si consuma nel momento in cui l'agente ha posto in essere un qualunque atto idoneo ad agevolare l'autore di un reato ad eludere le investigazioni: per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7518 del 2 luglio 1994
«In caso di detenzione illecita di sostanza stupefacente, reato a condotta permanente, non è configurabile il delitto di favoreggiamento in quanto qualunque agevolazione del colpevole, in costanza di tale condotta si risolve inevitabilmente in un...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9307 del 26 agosto 1994
«La nullità per violazione del diritto di difesa di un interrogatorio in cui un imputato (o indagato) abbia mosso accuse calunniose a carico di un terzo, preclude che dell'interrogatorio si tenga conto in quanto tale e cioè come atto tipico di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9432 del 31 agosto 1994
«Il divieto di testimonianza sulle dichiarazioni rese dall'imputato o dall'indagato nel corso del procedimento (art. 62 c.p.p.) opera anche nei confronti dei soggetti imputati o indagati per reato connesso o collegato, di cui agli artt. 12 e 371...»