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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45080 del 4 dicembre 2008
«Ai fini della concessione del perdono giudiziale, la prognosi di futuro buon comportamento dell'imputato non può fondarsi sul solo dato dell'incensuratezza, dovendo entrare in valutazione ulteriori elementi rivelatori della personalità del minore,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5089 del 7 maggio 1991
«L'art. 1, n. 1, lett. g) D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, nel concedere amnistia per ogni reato commesso dal minore qualora il giudice ritenga a lui concedibile il perdono giudiziale, ha anche sancito l'inapplicabilità — a quel fine — delle...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2239 del 18 febbraio 1991
«In tema di perdono giudiziale, il limite di pena che ne consente l'applicabilità va determinato con riferimento alla sanzione che in concreto il giudice ritenga si possa applicare e non già a quella prevista dalla legge per il reato commesso.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7709 del 26 maggio 1989
«Il giudizio inerente alla concessione o al diniego del perdono giudiziale, più che involgere una diagnosi completa del passato del minore infradiciottenne, comporta un giudizio prognostico sul futuro dello stesso e, quindi, sulla possibilità che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1600 del 29 luglio 1997
«A norma degli artt. 28 e 29 D.P.R. 22 settembre 1988 n. 448, la sospensione del processo è finalizzata all'estinzione del reato, che viene dichiarata soltanto a seguito dell'esito positivo del periodo di prova, al quale deve essere sottoposto il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 686 del 17 maggio 1990
«L'art. 203 c.p., nella parte in cui enuncia il principio che agli effetti della legge penale è persona socialmente pericolosa quella, anche se non imputabile o non punibile, che abbia commesso un fatto dalla legge preveduto come reato, è una norma...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3710 del 9 luglio 1999
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 324 del 1998, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222 c.p. nella parte in cui prevedeva l'applicazione anche ai minori della misura di sicurezza del ricovero in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1569 del 27 novembre 1968
«A differenza che per le ipotesi criminose previste dagli artt. 432, 433 e 434 c.p., per la sussistenza del delitto di detenzione di materie esplodenti (art. 435 c.p.) non è richiesto il verificarsi di un pericolo per la pubblica incolumità. Il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21840 del 1 giugno 2011
«Ai fini dell'integrazione del tentativo di reati a sfondo sessuale sono necessarie, sul piano soggettivo, l'intenzione dell'agente di raggiungere l'appagamento dei propri istinti sessuali e, sul piano oggettivo, l'idoneità della condotta a violare...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 911 del 23 gennaio 1998
«La fattispecie di astensione dagli incanti, di cui all'art. 354 c.p., costituisce un'ipotesi singolare di concorso mediante fatti omissivi nel delitto di turbata libertà degli incanti, previsto dall'art. 353 c.p., che il legislatore, in deroga...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 26231 del 26 luglio 2006
«In tema di frode nelle pubbliche forniture, il semplice inadempimento del contratto non integra il reato di cui all'articolo 356 c.p., richiedendo la norma un quid pluris cioè la malafede contrattuale e, dunque, la presenza di un espediente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 51780 del 27 dicembre 2013
«Nel reato di omissione di referto, l'obbligo di riferire si configura per la semplice possibilità che il fatto presenti i caratteri di un delitto perseguibile di ufficio, secondo un giudizio riferito al momento della prestazione sanitaria in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1531 del 16 giugno 1999
«Se il reato di falsa perizia sia commesso inducendo in errore il perito (artt. 48 e 373 c.p.) per mezzo di un fatto costituente frode processuale (art. 374 c.p.), deve trovare applicazione solo la norma che incrimina la falsa perizia, in base al...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12261 del 4 dicembre 1987
«Il reato di offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di persone, di cui all'art. 403 c.p., non può assolutamente dirsi abrogato dal nuovo concordato tra lo Stato italiano e la Santa Sede per il fatto che le altre parti abbiano...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 50566 del 13 dicembre 2013
«La realizzazione, in funzione della successiva messa in commercio, di un farmaco privato del suo principio attivo, sostituito con altro di minore o di nessuna efficacia, che non lo renda pericoloso per la salute pubblica integra il reato di cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6926 del 11 giugno 1992
«La norma di cui all'art. 443 c.p., che sanziona la detenzione di medicinali guasti o imperfetti, stabilisce una presunzione iuris et de iure di pericolosità di detti farmaci, per cui non occorre alcuna prova in concreto della loro pericolosità....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12888 del 25 settembre 1989
«Al fine della sussistenza del delitto di cui all'art. 459 c.p., la messa in circolazione si identifica con il compimento di qualsiasi attività con la quale il detentore intenda trasferire ad altri il valore di bollo contraffatto; e l'intendimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2999 del 6 aprile 1981
«Il rinvenimento accidentale di banconote la cui falsità sia stata immediatamente recepita dall'inventore, che poi le spenda, non configura l'ipotesi delittuosa di cui all'art. 457 c.p., sia perché il rinvenimento e la contestuale constatazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 882 del 21 luglio 1993
«In tema di patteggiamento è consentita la confisca soltanto delle cose costituenti il prezzo del reato o di quelle intrinsecamente criminose. Al riguardo per «prezzo del reato» deve intendersi il compenso per commettere il reato ovverosia il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1437 del 8 febbraio 1979
«Perché vi sia spendita, previo concerto, di monete falsificate, nel senso di cui all'art. 453 n. 3 c.p., anziché la minore ipotesi di spendita, senza concerto, prevista dall'art. 455, non occorre una specifica organizzazione o associazione nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13581 del 12 ottobre 1989
«La differenza tra i reati previsti dagli artt. 468 e 469 c.p. va così individuata: nell'ipotesi di cui all'art. 468 l'impronta del sigillo viene apposta mediante uno strumento idoneo destinato ad una facile riproduzione dell'impronta stessa; in...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 876 del 28 gennaio 1987
«La differenza tra i reati di cui agli artt. 467 e 468 c.p. e il reato previsto dall'art. 469 c.p. consiste in ciò: che nei primi due l'impronta viene falsificata sullo strumento (sigillo, timbro) destinato a riprodurla sì che poi sia possibile una...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2765 del 25 febbraio 2000
«L'esercizio di attività sportiva costituisce una causa di giustificazione, non codificata, in base alla quale per il soddisfacimento dell'interesse generale della collettività a che venga svolta attività sportiva per il potenziamento fisico della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4836 del 16 maggio 1985
«Il criterio distintivo tra l'omicidio preterintenzionale e quello volontario va individuato nella diversità dell'elemento psicologico. Nel primo, dove è voluto solo l'evento minore (percosse o lesioni) e non è, invece, voluto l'evento più grave...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5544 del 12 maggio 1992
«Ai fini del delitto di omicidio preterintenzionale, l'elemento psicologico consiste nell'aver voluto l'evento minore (percosse o lesioni) e non anche l'evento più grave (morte) che costituisce solo la conseguenza diretta della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17082 del 18 maggio 2006
«La natura di reato autonomo del delitto di violenza sessuale di gruppo consente l'applicazione della custodia cautelare nei confronti di un indagato minorenne, ex art. 23, comma primo D.P.R. n. 448 del 1988, in quanto tale fattispecie è punita con...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1285 del 13 febbraio 1997
«In tema di provocazione (art. 62 n. 2 c.p.) deve affermarsi che l'attenuante inerisce ad una situazione iniziale di legittimità o, almeno, di non illiceità dell'offensore, confliggente con una opposta situazione di illiceità dell'offeso e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6936 del 28 giugno 1991
«In materia di circostanze, l'attenuante di cui alla seconda ipotesi dell'art. 62, n. 6, c.p. è di natura soggettiva e trova la sua giustificazione nella minore capacità a delinquere del colpevole, il quale, per ravvedimento, dopo la consumazione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 14412 del 2 novembre 1990
«La confessione, che non abbia incidenza reale o potenziale rispetto agli effetti del reato (elisione o attenuante delle conseguenze dannose o pericolose), ma sia utile solo ai fini dell'accertamento del crimine o della scoperta dei correi può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 29929 del 29 luglio 2010
«La possibilità di applicare simultaneamente l'attenuante dei motivi di particolare valore morale o sociale e quella della provocazione è subordinata all'accertamento, in concreto, della loro ascrivibilità a distinte situazioni concrete, poiché...»