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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 36406 del 5 settembre 2013
«In materia di rifiuti, non è sufficiente ad integrare il reato di gestione o realizzazione di discarica abusiva la mera consapevolezza da parte del proprietario del fondo dell'abbandono sul medesimo di rifiuti da parte di terze persone.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3077 del 22 gennaio 2003
«In tema di individuazione dei destinatari della normativa sulla tutela delle acque dall'inquinamento, la legge n. 319 del 1976 identifica i titolari degli stabilimenti industriali, e qualora si tratti di persone giuridiche i legali rappresentanti...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 44206 del 10 dicembre 2001
«In tema di responsabilità colposa per infortuni maturati nell'ambito di un cantiere edile, il comportamento del soggetto che violi con consapevolezza le cautele disposte allo specifico scopo di prevenire la presenza di persone in un'area...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14006 del 12 novembre 2001
«Il difetto di costituzione del giudice ai sensi dell'art. 158 del codice di rito è ravvisabile unicamente quando gli atti giudiziari siano posti in essere da persone estranee all'ufficio e non investite della funzione esercitata, mentre non è...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11999 del 22 novembre 2000
«In presenza di una situazione di pericolosità concretamente accertata eccedente il normale livello di rischio collegato all'attività, la mancata adozione da parte dei responsabili dell'esercizio ferroviario delle misure necessarie a prevenire il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 26239 del 14 giugno 2013
«In tema di colpa omissiva, l'obbligo giuridico di attivarsi gravante sull'agente può originare anche dall'esercizio di attività pericolose, dovendosi intendere per tali non solo quelle così identificate dalle leggi di pubblica sicurezza o da altre...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7214 del 10 febbraio 2004
«Il comandante della nave, in qualità di rappresentante dell'armatore, è titolare, ai sensi dell'art. 409 c.n., di una posizione di garanzia che non è limitata alle sole operazioni strettamente connesse all'imbarco o allo sbarco sulla e dalla nave,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10813 del 21 ottobre 1994
«In materia di concorso di persone nel reato, la condotta consistente nel non impedire l'evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire deve essere accompagnata dal dolo che caratterizza il concorso stesso, da ravvisarsi nella coscienza e volontà...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9901 del 16 ottobre 1992
«Il capoverso dell'art. 40, del codice penale, prescrive le equivalenze tra il «non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire» e il «cagionare (l'evento stesso)». Tale disposizione ha inteso estendere la punibilità della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12530 del 4 novembre 1999
«In tema di associazione per delinquere, mancando di norma un atto “costitutivo” del sodalizio, la prova dell'esistenza di un'associazione con finalità illecite ben può essere desunta, in via indiretta, da “facta concludentia”, tra i quali assumono...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1149 del 7 febbraio 1997
«In tema di valutazione delle circostanze, correlando le norme di cui agli artt. 59 e 118 c.p. - come modificati dalla legge 7 febbraio 1990 n. 19 - si ricavano due complementari principi giuridici. Le circostanze attenuanti, soggettive ed...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5250 del 30 aprile 1988
«L'art. 116 c.p. assoggetta, nel quadro della maggiore pericolosità della delinquenza associata, la deviazione individuale dal piano concordato da parte di uno dei concorrenti, ad una disciplina più severa di quella predisposta dall'art. 83 stesso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6775 del 22 febbraio 2005
«Il delitto di violenza sessuale (nella specie, di gruppo: art. 609 octies c.p.), considerato come circostanza della forma aggravata dell'omicidio, se commesso in un unico contesto temporale, non concorre formalmente con esso, ma in esso resta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38107 del 27 ottobre 2010
«La «determinazione» nel concorso di persone nel reato sussiste quando la condotta del «determinatore» abbia fatto insorgere nel «determinato» una intenzione criminosa prima inesistente, e va distinta dalla «istigazione», che provoca il mero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39292 del 21 ottobre 2008
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 117 c.p., che disciplina il mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, è necessario che il fatto commesso dall'estraneo costituisca comunque reato anche in mancanza della qualifica rivestita...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5522 del 12 maggio 1992
«Il richiamo operato dall'art. 117 c.p. alle condizioni o qualità personali del colpevole o ai suoi rapporti con l'offeso non si riferisce ad uno qualsiasi dei concorrenti, ma ad un concorrente che agisca in maniera analoga a quella che, nei casi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4161 del 12 aprile 1991
«La norma di cui all'art. 117 c.p. trova applicazione nell'ambito di tutto il diritto penale e non solo in quello del codice penale, trattandosi di disposizione che disciplina ipotesi di concorso di persone in reati che richiedono l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7624 del 30 luglio 1981
«Nel concorso di persone nel reato, ed anche in quello anomalo, la desistenza può assumere rilevanza soltanto se consiste in un comportamento che impedisce il compimento dell'evento, voluto nel caso del concorso pieno, o soltanto prevedibile in...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21956 del 9 giugno 2005
«I caratteri della fermezza e dell'irrevocabilità della risoluzione criminosa, necessari per la configurazione dell'aggravante della premeditazione, non ricorrono ove la decisione di uccidere sia stata adottata senza la specifica individuazione dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5218 del 20 maggio 1993
«In tema di valutazione delle circostanze nel caso di concorso di persone nel reato, l'art. 118 c.p., come sostituito dall'art. 3, L. n. 19 del 1990, sancisce che «sono valutate soltanto riguardo alla persona cui si riferiscono» le circostanze,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2712 del 23 gennaio 2006
«In tema di indivisibilità della querela sotto il profilo attivo, la previsione di cui all'art. 122 c.p. — per la quale il reato commesso in danno di più persone è punibile anche se la querela è proposta da una soltanto di esse — non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7080 del 4 agosto 1984
«Il concetto di reato unico richiamato dall'art. 122 c.p., concerne esclusivamente quel reato che, pur se produttivo di conseguenze pregiudizievoli per una pluralità di persone, si realizzi attraverso un unico illecito penale al quale è correlata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5588 del 5 febbraio 2008
«Persone offese del reato di frode nell'esercizio del commercio, che ha natura plurioffensiva, sono il produttore della merce surrettiziamente scambiata e l'acquirente-consumatore dello stessa, ai quali deve essere riconosciuta la legittimazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4701 del 9 febbraio 2005
«Non configura il reato di cui all'art. 527 c.p. (atti osceni) l'attività della ballerina che denudandosi mimi atti sessuali allorché la condotta sia destinata alla visione di persone adulte cha abbiano richiesto di assistervi previa conoscenza...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46184 del 18 novembre 2013
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 527 cod. pen., è qualificabile come luogo aperto al pubblico lo studio, anche privato, ove viene effettuata la visita medica, in quanto funzionalmente destinato all'accesso di determinate...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7786 del 8 agosto 1996
«È ravvisabile il delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., nel fatto di chi sosti con un'auto in luogo pubblico, in posizione visibile ed illuminata da lampioni e con transito fitto di auto e di persone, indossando un «miniabito» che lasci...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 13316 del 10 ottobre 1989
«Tra il delitto di atti osceni in luogo aperto al pubblico e quello di violazione di domicilio, e cioè di luogo privato, non sussiste incompatibilità logica, dato che i luoghi aperti o esposti al pubblico sono di norma luoghi privati, tra i quali...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1567 del 20 febbraio 1986
«È luogo pubblico quello continuamente libero, di diritto o di fatto, a tutti o ad un numero indeterminato di persone, ed è certamente tale il cunicolo di collegamento di due gallerie di autostrada cui possono accedere sia il personale delle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7227 del 6 settembre 1984
«In tema di delitto di atti osceni, un “capanneto” ed un campo di grano non recintato ed adiacente una pubblica strada debbono essere qualificati luoghi aperti al pubblico. Infatti rientrano in tale categoria tutti quei luoghi, ancorché...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8616 del 20 ottobre 1983
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p., deve essere considerato luogo aperto al pubblico non solo quello al quale chiunque può accedere, ma anche quello aperto ad una sola categoria di persone che abbiano...»