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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25104 del 3 giugno 2004
«Integra il reato di devastazione previsto dall'art. 419 c.p., e non quello di danneggiamento previsto dall'art. 635 stesso codice, in quanto lede l'ordine pubblico inteso come forma di civile e corretta convivenza, la condotta tenuta da un...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8178 del 12 ottobre 1983
«Ai fini della sussistenza del reato di attentato a impianti di pubblica utilità, la nozione di impianto indica il complesso di strutture, apparecchi, attrezzature e congegni concorrenti ad uno stesso scopo ed indispensabili per un determinato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11394 del 13 novembre 1991
«Il criterio distintivo tra il delitto di strage e quello di incendio e gli altri delitti contro la pubblica incolumità è costituito dal fine di uccidere: l'incendio, quando sia stato determinato dal fine di uccidere, integra sempre il delitto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 33459 del 7 settembre 2001
«Si configura il delitto di strage allorché gli atti compiuti siano tali da porre in pericolo la pubblica incolumità e non siano limitati ad offendere soltanto la vita di una singola persona. (In applicazione di tale principio la S.C. ha ritenuto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6571 del 2 giugno 2000
«L'obbligo di provvedere al taglio di rami di alberi in vicinanza di una linea elettrica in modo da assicurare una distanza di sicurezza dai conduttori aerei ed evitare — così — corti circuiti, fa capo — come previsto dall'art. 121 della legge n....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25781 del 13 giugno 2003
«.... Nell'ipotesi prevista dall'art. 423 c.p. esso consiste nel dolo generico, cioè nella volontà di cagionare un incendio, inteso come combustione di non lievi proporzioni, che tende ad espandersi e non può facilmente essere contenuta e spenta....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 44563 del 25 novembre 2010
«L'elemento del pericolo, nella fattispecie criminosa di pericolo di disastro ferroviario causato da danneggiamento, deve derivare direttamente dalla condotta di danneggiamento, esulando dalla sfera applicativa della norma incriminatrice la...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 24732 del 1 luglio 2010
«In tema di causalità, un sisma non costituisce di per sé causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l'evento (nella specie consistito nel crollo totale di tre sole costruzioni di un centro abitato), in assenza del crollo totale di tutte...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4871 del 16 aprile 1987
«Ne consegue che commette il delitto di cui all'art. 434 c.p. colui che cerchi di far esplodere il gas contenuto in due bombole, al fine di cagionare il crollo dell'edificio, depositate in un appartamento la cui porta di ingresso sia socchiusa,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7266 del 19 giugno 1998
«Il delitto di caduta di aeromobile previsto dall'art. 428 c.p. nella forma dolosa, e dall'art. 449 c.p. in quella colposa, è un reato di pericolo presunto per la pubblica incolumità e consiste nel cagionare la caduta di un velivolo, sia esso...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5564 del 5 giugno 1985
«I cosiddetti «Notams», (notice to air men) sono avvisi contenenti le notizie relative all'installazione, allo stato o alle modifiche di un qualsiasi impianto o servizio o procedura aeronautica o all'esistenza di un pericolo per la navigazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6204 del 25 giugno 1997
«La nozione di pericolo per la salute pubblica va oltre la semplice finalità di prevenzione propria delle contravvenzioni, ed implica l'accertamento di un nesso tra consumo e danno alla salute fondato quanto meno su rilievi statistici che valgano a...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11395 del 14 dicembre 1993
«Il concorso apparente tra una norma che commina una sanzione penale ed una norma che commina una sanzione amministrativa va risolto alla stregua dell'art. 9 della L. 24 novembre 1981, n. 689, con la conseguente applicazione del principio di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7260 del 24 luglio 1993
«È configurabile il reato di cui all'art. 440 c.p. (Adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari) nella somministrazione di dietilstilbelbestrolo, sostanza estrogena di accertata azione cancerogenetica vietata dalla normativa vigente, a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1503 del 17 maggio 1966
«Il reato ipotizzato nell'art. 443 c.p. sussiste quando non si possa parlare né di contraffazione né di adulterazione.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17979 del 5 marzo 2013
«Il divieto di utilizzazione dei risultati delle intercettazioni, stabilito dall'art. 271, comma secondo, c.p.p., è posto, tra gli altri, a tutela dell'avvocato (come degli altri soggetti indicati nell'art. 200, comma primo, c.p.p.) e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4436 del 16 aprile 1994
«Il reato previsto dall'art. 440 c.p. e quello di cui all'art. 76 D.P.R. n. 162 del 1965 non tutelano lo stesso bene giuridico, in quanto, mentre il primo tutela la salute pubblica, il secondo tende solo alla repressione delle frodi nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6926 del 11 giugno 1992
«Tra i medicinali inefficaci o comunque imperfetti devono ricomprendersi quelli scaduti, la cui detenzione è sanzionata indipendentemente dalla sua durata rispetto alla data di scadenza. È noto, infatti, che il limite di validità nell'impiego...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10812 del 1 agosto 1989
«Per verificarsi l'ipotesi delittuosa descritta dall'art. 437 c.p. è necessario che l'omissione, la rimozione o il danneggiamento dolosi degli impianti, apparecchi o segnali destinati a prevenire infortuni sul lavoro si inserisca in un contesto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16492 del 27 novembre 1989
«...per il commercio di tale merce. Ne deriva che non è necessaria l'esposizione della merce sui banchi di vendita, basta che questa sia detenuta in qualsiasi luogo connesso con l'attività commerciale e quindi anche nella ghiacciaia o frigorifero.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21324 del 29 marzo 2007
«L'art. 445 c.p. prevede e punisce un reato proprio, che può essere commesso soltanto da chi, esercitando (anche abusivamente) il commercio di medicinali, li somministri indebitamente a terzi, non anche da chi somministri medicinali per un titolo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 45327 del 17 ottobre 2005
«Sussiste il concorso tra il reato di cui all'art. 453 c.p. (falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate) e quello di cui all'art. 461 c.p. (fabbricazione o detenzione di filigrane o di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 691 del 27 gennaio 1983
«Qualora il valore bollato, contraffatto o alterato sia stato ricevuto in buona fede e la conoscenza della falsità sia intervenuta in un momento posteriore, la messa in circolazione, e cioè l'uso del valore di bollo non conforme alla sua naturale...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11254 del 19 dicembre 1984
«... Oggetto dell'atto di circolazione deve essere il valore di bollo in sé e per sé e in relazione all'uso cui esso è normalmente destinato. L'uso del valore di bollo falsificato conforme alla sua naturale destinazione è invece punito dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 12888 del 25 settembre 1989
«Al fine della sussistenza del delitto di cui all'art. 459 c.p., la messa in circolazione si identifica con il compimento di qualsiasi attività con la quale il detentore intenda trasferire ad altri il valore di bollo contraffatto; e l'intendimento...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 49039 del 22 dicembre 2004
«In tema di falso nummario (art. 455 c.p.), sussiste la legittimazione a costituirsi parte civile del soggetto presso il quale la moneta contraffatta sia stata spesa e che abbia subito un pregiudizio di natura patrimoniale, il quale è risarcibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7595 del 11 giugno 1999
«In tema di detenzione di banconote contraffatte, una volta accertato che tutti gli imputati erano consapevoli dell'illecito traffico, la materiale detenzione delle banconote da parte di uno di essi risulta imputabile, a titolo di concorso, anche...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 145 del 7 gennaio 1984
«Anche nei riguardi dei reati contro la fede pubblica è applicabile l'attenuante dell'attivo ravvedimento di cui all'art. 62 n. 6 c.p., ben potendo il colpevole, dopo la realizzazione dell'evento, adoperarsi per elidere o attenuare quelle...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 14659 del 29 dicembre 1999
«Poiché, infatti, l'elemento psicologico del reato in questione consiste nella finalità di mettere in circolazione la falsa moneta, ricevuta in mala fede, a tanto consegue che, da un lato, non può ravvisarsi dolus in re ipsa, dall'altro, esso può...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 435 del 21 gennaio 1982
«... Deve, infatti, escludersi sia l'ipotesi del reato complesso, non essendo la truffa elemento costitutivo dell'altro reato, sia l'ipotesi del concorso apparente di norme, non essendo applicabile né il principio di specialità né quello di...»