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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11669 del 17 novembre 1987
«Nel reato permanente la consumazione si protrae per un tratto di tempo per volontà cosciente dell'agente con la conseguenza che, nel caso di successione di leggi più severe, qualora la permanenza si protragga sotto il vigore della nuova legge, è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13070 del 22 dicembre 1987
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso, il requisito della forza di intimidazione, dalla quale deriva la condizione di assoggettamento e di omertà degli stessi associati e dei terzi, non costituisce una modalità della condotta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8958 del 10 agosto 1987
«In tema di associazione per delinquere, la prova, mancando di norma un atto costitutivo, deve essere desunta da facta concludentia, nei quali possono assumere rilievo anche i delitti programmati effettivamente realizzati, qualora dalle modalità di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10820 del 8 novembre 1988
«Per la configurabilità del delitto di associazione per delinquere, non è necessaria una vera e propria organizzazione con gerarchia interna e distribuzione di specifiche cariche criminose, ma è sufficiente l'esistenza di un vincolo associativo non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4119 del 1 aprile 1988
«In tema di associazione per delinquere di stampo mafioso, di cui all'art. 416 bis c.p., la prova della esistenza della volontà di assumere il vincolo associativo criminoso può e deve essere desunta da facta concludentia con ragionamento logico...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 482 del 19 gennaio 1989
«La fattispecie della partecipazione alla associazione di tipo mafioso, prevista dall'art. 416 bis c.p. è a forma libera, perché il legislatore non descrive in modo particolare la condotta tipica, enunciandone le note che valgono a caratterizzarle,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6580 del 29 aprile 1989
«Il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, benché autonomo rispetto a quello dell'associazione per delinquere previsto dall'art. 416 c.p., ne costituisce un'ipotesi specifica, posto che la finalità perseguita con la pratica del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6728 del 3 maggio 1989
«La differenza tra il reato di associazione per delinquere e il concorso di più persone nel reato sta nel fatto che nella partecipazione criminosa l'accordo si esaurisce nella consumazione dei reati da realizzare, mentre nell'associazione per...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3792 del 16 marzo 1990
«In tema di rapina, l'aggravante prevista dal terzo comma, n. 3 dell'art. 628 c.p., è integrata dalla mera appartenenza alla associazione di tipo mafioso — rilevante come fatto storico anche se precedente alla introduzione dell'espressa previsione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9084 del 22 giugno 1990
«L'ipotesi prevista dall'art. 630, terzo comma, c.p. integra gli estremi del reato complesso perché l'omicidio volontario costituisce una circostanza aggravante del sequestro e dà luogo ad un'unica fattispecie sottoposta alla disciplina dell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3385 del 28 ottobre 1991
«La circostanza aggravante prevista dal quarto e quinto comma dell'art. 416 bis c.p. è costituita dalla disponibilità delle armi, cioè da una situazione di fatto che non coincide con i fatti di illegale detenzione e porto; non solo perché la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4323 del 16 aprile 1991
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso o camorristico, è partecipe, nel senso richiesto dall'art. 416 bis c.p., chiunque all'interno dell'organizzazione, e quindi in modo non occasionale, esplichi una qualsiasi attività, quale che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6203 del 6 giugno 1991
«Ai fini della configurabilità del delitto di associazione di tipo mafioso non è necessario che siano raggiunti effettivamente e concretamente uno o più degli scopi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, né è necessario che la forza...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1556 del 23 aprile 1992
«Non è configurabile il reato di ragion fattasi, sibbene quello di estorsione, concorrente con quello di associazione per delinquere, allorché si sia in presenza di una organizzazione specializzata in realizzazione di crediti per conto altrui, la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1721 del 25 giugno 1992
«L'appartenenza a una banda armata o a qualunque associazione sovversiva è elemento che, di per sé solo, non consente né di ritenere, né di escludere l'unicità del disegno criminoso che non può identificarsi nell'unicità di motivazione o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2225 del 11 dicembre 1992
«Non è concettualmente incompatibile o giuridicamente impossibile ipotizzare il nesso della continuazione tra reato associativo e reati programmati che siano stati poi effettivamente commessi, a condizione però che questi ultimi siano stati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4039 del 3 aprile 1992
«L'esercizio di attività di interesse della mafia non può essere considerato elemento di prova dell'appartenenza all'associazione mafiosa. (Nella specie si è anche chiarito che il solo esercizio di case da gioco, non costituendo delitto, non può...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5426 del 9 maggio 1992
«Il delitto di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416 bis c.p. si distingue da quello di associazione per delinquere di cui all'art. 416 stesso codice per l'eterogeneità degli scopi che l'associazione mira a realizzare e per il ricorso...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 660 del 16 marzo 1992
«Ai fini della configurabilità del vincolo della continuazione è necessario che le varie azioni od omissioni costitutive dei singoli episodi siano comprese, fin dal primo momento, nei loro elementi essenziali. Il riconoscimento del detto vincolo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 788 del 10 marzo 1992
«La contestazione di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo camorristico armata (art. 416 bis, commi terzo e quarto, c.p.) non integra fusione del già contestato delitto di cui agli artt. 416 bis, comma primo, c.p. nonché dei reati...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8042 del 16 luglio 1992
«La circostanza attenuante della minima partecipazione al fatto, di cui all'art. 114 c.p., non può trovare applicazione in relazione a fattispecie di partecipazione ad associazioni delinquenziali, consistendo la detta partecipazione nell'adesione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8064 del 16 luglio 1992
«La condotta di partecipazione ad un'associazione per delinquere, per essere punibile, non può esaurirsi in una manifestazione positiva di volontà del singolo di aderire alla associazione che si sia già formata, occorrendo invece la prestazione, da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8381 del 24 luglio 1992
«Il comune può essere considerato danneggiato dal delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso, in quanto tale reato certamente cagiona un pregiudizio, di carattere patrimoniale e non, almeno all'immagine della città ed allo sviluppo del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1291 del 10 febbraio 1993
«Il vincolo della continuazione è incompatibile con la commissione di un reato permanente ontologicamente unico, come l'associazione per delinquere, anche se interrotto da evenienze precedenti. La segmentazione del reato associativo operata a...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 209 del 1 marzo 1993
«L'innovazione introdotta nella prima parte del primo comma dell'art. 4 bis della legge n. 354 del 1975 — nella quale è previsto il delitto di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti — dal D.L. n. 306 del 1992,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2260 del 10 luglio 1993
«In relazione ad addebito di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, non può escludersi il valore indiziario, eventualmente confirmatorio di altre risultanze, attribuibile ai precedenti penali e giudiziari del soggetto, ed anche ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3392 del 23 settembre 1993
«L'attività di amministratore, svolta da soggetto indagato del delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo mafioso, non è sufficiente di per sé a far ritenere che i beni oggetto dell'amministrazione siano stati provento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8659 del 23 settembre 1993
«In tema di sequestro di persona a scopo di estorsione l'attenuante di cui al quinto comma dell'art. 630 c.p. è applicabile solo quando il concorrente offra un aiuto concreto, sostanziale e determinante per l'individuazione e la cattura dei correi,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9498 del 20 ottobre 1993
«La circostanza aggravante prevista dall'art. 628, terzo comma, n. 3, c.p. (richiamata dall'art. 629 cpv. c.p.) si concreta nel solo fatto dell'appartenenza del rapinatore o dell'estorsore ad un sodalizio criminoso del tipo descritto dall'art. 416...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2348 del 27 giugno 1994
«Nel delitto di cui all'art. 416 bis c.p. l'elemento materiale del reato è costituito dalla condotta di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, intendendosi per partecipazione la stabile permanenza del vincolo associativo tra gli autori —...»