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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19061 del 23 aprile 2004
«L'art. 666, comma secondo, c.p.p. — nel prevedere la possibilità di dichiarare de plano l'inammissibilità della richiesta, quando la stessa sia manifestamente infondata per difetto delle condizioni di legge — non è applicabile in tema di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 53017 del 19 dicembre 2014
«In tema di procedimento di sorveglianza, il decreto di inammissibilità per manifesta infondatezza può essere emesso "de plano", ai sensi dell'art. 666, secondo comma, c.p.p., soltanto con riguardo ad una richiesta identica, per oggetto e per...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 27737 del 26 giugno 2003
«In materia di esecuzione, il potere presidenziale di dichiarare, ai sensi dell'art. 666, c.p.p., l'inammissibilità dell'istanza per difetto delle condizioni di legge può essere esercitato solo quando non implichi alcuna valutazione discrezionale....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3133 del 3 agosto 1993
«In materia di esecuzione, il potere presidenziale di dichiarare, ai sensi dell'art. 666 c.p.p., l'inammissibilità di una richiesta per «manifesta infondatezza», derivante dal «difetto delle condizioni di legge», può essere esercitato soltanto...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 2084 del 12 giugno 1996
«Avverso il provvedimento assunto dal giudice dell'esecuzione — come quello adottato dal pretore, quale giudice dell'esecuzione, ex artt. 666, 667 e 676 c.p.p., in risposta all'istanza di dissequestro e restituzione — è proponibile esclusivamente...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11421 del 11 marzo 2013
«Il provvedimento che il giudice dell'esecuzione assume "de plano", senza fissazione dell'udienza in camera di consiglio, fuori dei casi espressamente stabiliti dalla legge é affetto da nullità d'ordine generale e di carattere assoluto, rilevabile...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2538 del 13 giugno 1998
«La disposizione dell'art. 666, comma settimo, c.p.p., circoscritta alle ordinanze pronunciate nel procedimento di esecuzione si pone come norma eccezionale, e pertanto non è estensibile per analogia, rispetto al principio generale fissato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37587 del 17 ottobre 2001
«La richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato deve contenere l'indicazione del processo cui si riferisce, giacché essa ha effetto soltanto nell'ambito di un singolo, specifico procedimento, essendo diversi gli interessi sottesi ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 28967 del 16 luglio 2001
«In tema di ammissione al lavoro sostitutivo, la domanda non può essere respinta perché l'attività prospettata, consistente nel prestare servizio volontario presso un'associazione, non presenta i requisiti di un «rapporto di lavoro» coperto da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2099 del 18 luglio 1997
«Avverso il decreto del presidente del tribunale di sorveglianza che dichiara inammissibile, per difetto delle condizioni di legge, un'istanza diretta ad ottenere un beneficio penitenziario o una misura alternativa alla detenzione non è ammessa...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35375 del 24 settembre 2007
«Il ricorso per cassazione può avere ad oggetto anche soltanto l'eccezione di illegittimità costituzionale della disposizione applicata dal giudice di merito perché implica comunque una censura di violazione di legge riferita all'impugnata...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39731 del 30 novembre 2006
«Il nuovo testo dell'articolo 606, comma 1, lettera e), del c.p.p., come modificato dalla legge 20 febbraio 2006, n. 46, che ha «attratto» nell'area del vizio di motivazione la «contraddittorietà» della stessa, ha ampliato l'orizzonte conoscitivo...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 25080 del 10 giugno 2003
«Qualora il ricorso per cassazione sia ammesso esclusivamente per violazione di legge, è comunque deducibile la mancanza o la mera apparenza della motivazione, atteso che in tal caso si prospetta la violazione della norma che impone l'obbligo della...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3038 del 4 luglio 2000
«In tema di reato continuato, è inammissibile per carenza di interesse il ricorso dell'imputato che, contestando, sotto il profilo della violazione di legge, la valutazione di gravità effettuata dal giudice di merito, miri ad ottenere un'inversione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4911 del 19 agosto 1998
«Le questioni di diritto sostanziale possono esser sollevate per la prima volta davanti alla Corte di cassazione — così venendo meno la preclusione per le violazioni di legge non dedotte con i motivi di appello — sempre che si tratti di deduzioni...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9360 del 13 agosto 1998
«In tema di ricorso per cassazione, è consentito superare i limiti del devolutum e dell'ordinata progressione dell'impugnazione soltanto per le violazioni di legge che non sarebbe stato possibile dedurre in grado di appello, come nell'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 10127 del 10 novembre 1993
«L'interesse ad impugnare ex art. 568, quarto comma, c.p.p., costituisce un elemento del diritto di impugnazione e non il contenuto dell'impugnazione, che pure è necessario indicare sotto forma di enunciazione di uno specifico motivo. Ne consegue...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 13096 del 11 aprile 2005
«L'annullamento in sede di legittimità della sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, implicando l'esclusione della validità dell'accordo nei termini in cui le parti lo avevano raggiunto e il giudice lo aveva recepito nella...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 33451 del 29 luglio 2014
«Nel procedimento di prevenzione il ricorso per cassazione è ammesso soltanto per violazione di legge, secondo il disposto dell'art. 4 legge 27 dicembre 1956, n. 1423, richiamato dall'art. 3 ter, secondo comma, legge 31 maggio 1965, n. 575; ne...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 544 del 29 marzo 1999
«La disposizione di cui all'art. 4, comma 10, della legge n. 1423 del 1956, richiamata dall'art. 3 ter, comma 2, della legge n. 575 del 1965, espressamente limita, in tema di misure di prevenzione, le censure deducibili con il ricorso per...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 39843 del 30 novembre 2006
«La modifica dell'art. 606, comma primo, lett. e), c.p.p., operata dall'art. 8 della legge 20 febbraio 2006 n. 46, per la quale il vizio di motivazione può essere dedotto non solo quando risulti dal testo del provvedimento impugnato, ma altresì da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25117 del 20 luglio 2006
«La novella dell'art. 606. lett. e) c.p.p. ad opera dell'art. 8 legge n. 46 del 2006, con la previsione del riferimento agli «altri atti del processo specificamente indicati nei motivi di gravame» per la deduzione dei vizi della motivazione, ha...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 19388 del 6 giugno 2006
«La cognizione dei vizi della motivazione non consente alla Corte di cassazione una diversa lettura dei dati processuali o una diversa interpretazione delle prove e la novella dell'art. 606 c.p.p. ad opera della legge n. 46 del 2006, con la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6937 del 14 luglio 1997
«In tema di modalità di determinazione del reddito d'impresa per i soggetti ammessi ai regimi forfetari e che si avvalgono della c.d. contabilità semplificata (D.L. 19 dicembre 1984, n. 853 art. 2 comma 9, convertito con modificazioni in L. 17...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 42851 del 18 dicembre 2002
«Non è applicabile ai «testimoni di giustizia» la nuova disciplina prevista dall'art. 16 quater del D.L. 15 gennaio 1991, n. 8 (convertito nella legge 15 marzo 1981, n. 82), come modificata dall'art. 14 della legge 13 febbraio 2001, n. 45, prevista...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 16981 del 12 aprile 2013
«L'esame testimoniale del minore, vittima di abusi sessuali, non richiede obbligatoriamente l'assistenza di un esperto di psicologia infantile, non essendo quest'ultima imposta dalla legge. (In motivazione, la S.C. ha ricordato che le Carte...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2540 del 17 marzo 1997
«Le dichiarazioni rese dalla vittima del reato, cui la legge conferisce la capacità di testimoniare, possono essere assunte quali fonti di convincimento al pari di ogni altra prova senza necessità di riscontri esterni (non essendo applicabile al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 736 del 6 aprile 1995
«La regola enunciata dall'art. 192, comma secondo, c.p.p., in base al quale «l'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi» — ancorata, sul piano razionale, all'equivocità ontologicamente propria degli indizi, che, secondo la logica...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8033 del 27 febbraio 2002
«In tema di chiamata in correità, la legge 13 febbraio 2001, n. 45 (che ha modificato il decreto legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito in legge 15 marzo 1991, n. 82) ha semplicemente prescritto di riprodurre o di richiamare (nel verbale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3001 del 25 gennaio 2002
«La nuova disciplina dettata dall'art. 273, comma 1 bis c.p.p., come novellato dall'art. 11 della legge 1 marzo 2001 n. 63, per la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'adozione di misura cautelari personali, si applica ai...»