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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1346 del 17 marzo 1978
«Il criterio ermeneutico sussidiario, dettato dall'art. 1371 c.c., sulla interpretazione del contratto oneroso nel senso che realizzi l'equo comportamento degli interessi delle parti, è applicabile esclusivamente con riferimento a prestazioni che...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17503 del 30 agosto 2005
«In tema di risoluzione consensuale del contratto, il mutuo dissenso, realizzando per concorde volontà delle parti la ritrattazione bilaterale del negozio, dà vita a un nuovo contratto, di natura solutoria e liberatoria, con contenuto eguale e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12476 del 11 dicembre 1998
«L'efficacia del negozio di risoluzione per mutuo dissenso non può decorrere da un momento successivo alla sua stipulazione, attribuendo così efficacia ultrattiva al precedente contratto, in quanto ciò contraddirebbe l'essenza del negozio solutorio...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7270 del 6 agosto 1997
«Il negozio risolutorio ha, per sua natura, efficacia ex nunc, nel senso che da esso deriva la caducazione delle obbligazioni scaturenti dal contratto originario relative alla prosecuzione del rapporto, onde non può configurarsi responsabilità in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2713 del 27 marzo 1996
«Con riguardo alla risoluzione del contratto per mutuo dissenso, l'obbligo di restituzione della somma ricevuta a titolo di anticipo del corrispettivo costituisce debito di valuta insensibile, come tale, al fenomeno della svalutazione monetaria,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1496 del 22 aprile 1977
«La risoluzione per mutuo consenso di un contratto per il quale non sia richiesta la forma scritta ad substantiam può risultare - oltre che da un esplicito accordo dei contraenti diretto a sciogliere il rapporto - anche dalla lor comune tacita...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1109 del 21 marzo 1977
«I contratti di compravendita di autoveicoli possono essere conclusi anche con il solo scambio orale del consenso, del quale può darsi dimostrazione con ogni mezzo di prova ammesso dalla legge, comprese le presunzioni semplici, costituendo la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3772 del 22 ottobre 1976
«Se in astratto il negozio risolutivo per mutuo consenso ha efficacia ex nunc , spetta però al giudice, con indagine di fatto, accertare se le parti, nel concludere il negozio risolutivo di un contratto, abbiano inteso attribuire ad esso anche...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24133 del 13 novembre 2009
«L'erede è vincolato dal contratto, anche se non trascritto, concluso dal "de cuius" e dalle obbligazioni dallo stesso nascenti, atteso che soltanto l'avente causa a titolo particolare "mortis causa" o per atto fra vivi è terzo e, come tale, non è...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10300 del 1 dicembre 1994
«L'art. 1373 c.c. — il quale, nel disciplinare l'istituto del recesso unilaterale (diverso da quello per inadempimento previsto dall'art. 1385 c.c.), stabilisce che la parte cui è attribuita pattiziamente detta facoltà può esercitarla finché il...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6482 del 13 dicembre 1980
«Se è vero che, fin quando non si sia formato il consenso per il contratto definitivo o non sia passata in giudicato la sentenza costitutiva ex art. 2932 c.c., il contratto preliminare non si può considerare eseguito, peraltro, quando la parte...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 25047 del 27 novembre 2009
«I principi di buona fede e correttezza sono previsti dal codice civile, come tali, in riferimento alla fase dello svolgimento delle trattative contrattuali (art. 1337), a quella dell'interpretazione del contratto (art. 1366) ed a quella della sua...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20106 del 18 settembre 2009
«I princìpi di correttezza e buona fede nell'esecuzione e nell'interpretazione dei contratti, di cui agli artt. 1175, 1366 e 1375 c.c., rilevano sia sul piano dell'individuazione degli obblighi contrattuali, sia su quello del bilanciamento dei...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24274 del 14 novembre 2006
«In tema di contratto di agenzia, l'art. 1750, comma quarto, c.c., nel porre la regola inderogabile secondo cui i termini di preavviso devono essere gli stessi per le due parti del rapporto, esprime un precetto materiale che vieta pattuizioni che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13131 del 30 dicembre 1997
«I principi di correttezza e buona fede di cui agli artt. 1175 e 1375 c.c. sono stati codificati dal legislatore come regulae iuris di carattere generale con esclusivo riferimento ai rapporti precontrattuali ed all'interpretazione ed esecuzione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1460 del 21 maggio 1973
«La buona fede, intesa in senso etico, come requisito della condotta, costituisce uno dei cardini della disciplina legale delle obbligazioni, e forma oggetto di un vero e proprio dovere giuridico, che viene violato non solo nel caso in cui una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14545 del 22 giugno 2009
«Il verbale di aggiudicazione definitiva, a seguito di incanto pubblico o di licitazione privata indetta da una P.A., è idoneo a produrre in via immediata l'effetto traslativo del cespite immobiliare oggetto della gara qualora esso sia stato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 569 del 11 gennaio 2008
«Nella vendita ad effetti reali, un volta concluso il contratto, l'acquirente consegue immediatamente, e senza necessità di materiale consegna, non solo la proprietà ma anche il possesso giuridico ( sine corpore ) della res vendita con l'obbligo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5724 del 23 marzo 2004
«Gli atti contrattuali con i quali una società cooperativa trasferisca ad alcuni soci la proprietà di alloggi, da essa costruiti, a condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate (o che in futuro è prevedibile possano essere praticate) ad...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10851 del 17 dicembre 1994
«Il trasferimento della proprietà di un veicolo (come di ogni altra cosa determinata) si verifica per effetto del consenso delle parti legittimamente manifestato (art. 1376 c.c.), onde esso va accertato con riferimento a tale presupposto. All'atto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10522 del 7 dicembre 1994
«Nel mandato ad alienare — come nella commissione, quando abbia ad oggetto tale tipo di mandato — è ravvisabile un contratto in cui l'effetto traslativo dei beni, derivante dal consenso manifestato dalle parti (art. 1376 c.c.), non si verifica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9062 del 4 novembre 1994
«Nel giudizio di cassazione, la facoltà di cui all'ultimo comma dell'art. 379 c.p.c. di presentare nella stessa udienza di discussione brevi osservazioni per iscritto sulle conclusioni del pubblico ministero deve intendersi attribuita ai soli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6680 del 9 dicembre 1988
«Con riguardo a convenzione comportante la costituzione di reciproci diritti di servitù tra proprietari confinanti non è ammissibile azione di risoluzione per inadempimento atteso che, a norma dell'art. 1376 c.c., a seguito della prestazione del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8872 del 28 novembre 1987
«Nell'ipotesi in cui, locato un immobile adibito all'esercizio di un'attività commerciale o artigianale e ceduta dal conduttore l'azienda insieme al contratto di locazione, il conduttore cedente, anziché effettuare la consegna al cessionario,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19472 del 19 dicembre 2003
«In tema di promessa del fatto del terzo, ai sensi dell'art. 1381 c.c., le conseguenze derivanti dal mancato compimento del fatto promesso, per il rifiuto del terzo di obbligarsi o di tenere il comportamento oggetto delle promessa, devono essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12013 del 3 dicembre 1993
«La clausola penale con cui le parti, nell'esercizio della libertà di autodeterminazione patrimoniale loro riconosciuta dall'ordinamento, fissino la misura degli interessi moratori al di sotto di quella legale, non è affetta da nullità per...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1143 del 24 febbraio 1982
«La norma dell'art. 1384 c.c., sul potere del giudice di ridurre equamente la penale, ha carattere eccezionale e, pertanto, non è applicabile analogamente oltre l'ambito della clausola penale, cui testualmente si riferisce, né, in particolare, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6506 del 27 giugno 1990
«La caparra ha normalmente carattere confirmatorio e tale natura deve, quindi, essere ad essa riconosciuta, qualora non risulti che le parti si siano convenzionalmente riservate il diritto di recesso, attraverso la sua stipulazione, non rilevando...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 26724 del 19 dicembre 2007
«In relazione alla nullità del contratto per contrarietà a norme imperative, in difetto di espressa previsione in tal senso (c.d. «nullità virtuale»), deve trovare conferma la tradizionale impostazione secondo la quale, ove non altrimenti stabilito...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2435 del 14 marzo 1988
«Il potere attribuito al giudice del merito, ai sensi degli artt. 118, 210 e 213 c.p.c., di ordinare, su istanza di parte o d'ufficio, l'acquisizione di prove nel processo, configurando un'eccezione al principio generale dell'incidenza sulle parti...»