-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7385 del 23 giugno 2000
«Ciò posto, ne deriva che le norme in questione non possono non soggiacere alla regola del tempus regit actum che vige nella materia processuale in applicazione, del resto, del principio generale dell'irretroattività della legge fissato dall'art....»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34887 del 14 settembre 2007
«Nell'ipotesi in cui il giudizio di primo grado sia stato celebrato nella forma del rito abbreviato, il giudizio di appello deve svolgersi in ogni caso nella forma del procedimento in camera di consiglio, atteso che il rinvio operato dall'art. 443,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1421 del 20 aprile 1995
«Attesa la permanente validità del rinvio operato dall'art. 261 c.p.m.p. al codice di procedura vigente, le cui disposizioni, ai sensi di detta norma, vanno osservate anche nei procedimenti davanti ai tribunali militari salvo che la legge disponga...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 35738 del 5 ottobre 2010
«Ai fini dell'interdizione al cosiddetto "patteggiamento allargato" nei confronti di coloro che siano stati dichiarati recidivi ai sensi dell'art. 99, comma quarto, c.p., non occorre una pregressa dichiarazione giudiziale della recidiva che, al...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2247 del 1 marzo 1996
«Infatti la formulazione del comma 1 dell'art. 464 c.p.p. non può essere ritenuta indicativa di un'esclusione anche nel procedimento davanti al tribunale della possibilità di scelta dei riti, giacché si riferisce soltanto all'ipotesi di scelta del...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7483 del 24 giugno 1998
«Da tale disposizione emerge che il divieto di divulgazione comprende non soltanto informazioni sottratte all'accesso, ma anche, nell'ambito delle notizie accessibili, quelle informazioni che non possono essere date alle persone che non hanno il...»
-
Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10048 del 8 novembre 1993
«Poiché la disposizione di cui all'art. 589, terzo comma, c.p., in caso di morte di più persone, non prevede una circostanza aggravante ma un'ipotesi di concorso formale di più reati di omicidio colposo, unificati semplicemente ai fini della pena,...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35069 del 17 ottobre 2002
«Il giudice dibattimentale investito del giudizio immediato non può declinare la propria competenza funzionale alla sua celebrazione, ritenendo illegittima la determinazione del Gip contraria all'adozione del rito abbreviato, ma può solo applicare,...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5403 del 11 maggio 1995
«In tema di giudizio immediato, il dovere di mettere a disposizione del giudice per le indagini preliminari l'intero fascicolo processuale non consente al pubblico ministero selezioni di sorta; ma la tardiva trasmissione della documentazione...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18 del 25 ottobre 1995
«Purtuttavia il difensore dell'imputato latitante o evaso, è sempre legittimato, a norma dell'art. 165, comma terzo, c.p.p., a proporre la dichiarazione di ricusazione in nome e per conto del suo assistito, che è da lui rappresentato “ad ogni...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 318 del 16 marzo 1994
«La ratio della disposizione dell'art. 461, secondo comma, c.p.p., che prescrive, a pena di inammissibilità, che la dichiarazione di opposizione al decreto penale di condanna, deve contenere gli estremi e la data del decreto stesso, oltre...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10504 del 3 settembre 1999
«...che debbono essere noti alle parti. Infatti la finalità dell'art. 468 è quella di tutelare le parti del processo contro la introduzione di eventuali prove a sorpresa e di consentire loro la tempestiva predisposizione di proprie controdeduzioni.»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3482 del 15 dicembre 1999
«Non può in contrario valere, infatti, la disposizione dettata dall'art. 143 att. c.p.p., giacché l'espressione «citazione a giudizio» che vi compare è riferibile soltanto alla citazione dell'imputato, come si desume pure dall'art. 485 del codice...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 23466 del 6 giugno 2001
«La sentenza predibattimentale di proscioglimento, anche se pronunciata in assenza dei presupposti indicati dall'art. 469 c.p.p. — accordo delle parti e estinzione del reato o improcedibilità dell'azione — è sempre impugnabile soltanto con ricorso...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 3027 del 25 gennaio 2002
«La sentenza di proscioglimento predibattimentale di cui all'art. 469 c.p.p. può essere emessa solo ove ricorrano i presupposti in esso previsti (mancanza di una condizione di procedibilità o proseguibilità dell'azione penale ovvero presenza di una...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1192 del 22 marzo 1996
«Al fine in questione occorre invero che vengano indicati fatti concreti e specifici relativi alla situazione processuale risultante dal dibattimento a seguito di adeguata valutazione degli atti processuali a sua disposizione, prescindendo da...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43981 del 17 novembre 2009
«La sospensione del procedimento penale per la pendenza di controversia civile o amministrativa, quale prevista dall’art. 479 c.p.p., può essere disposta, in applicazione estensiva di detta disposizione normativa, anche in sede di udienza...»
-
Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5544 del 5 giugno 1999
«Gli accertamenti tecnici stragiudiziali allegati da una parte, ancorché contestati dalla controparte, sono idonei a costituire indizi tali da giustificare un approfondimento istruttorio secondo i principi di disposizione della prova e del libero e...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48525 del 18 dicembre 2003
«La disposizione di cui all'art. 488, comma secondo, c.p.p. considera fittiziamente presente l'imputato precedentemente comparso e poi allontanandosi nell'ambito dello stesso dibattimento, senza fare distinzione tra i casi in cui il dibattimento si...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11654 del 11 novembre 1998
«La disposizione di cui all'art. 488, comma secondo, c.p.p. considera fittiziamente presente l'imputato precedentemente comparso e poi allontanatosi nell'ambito dello stesso dibattimento, senza fare distinzione tra i casi in cui il dibattimento si...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 17667 del 5 maggio 2011
«In tema di questioni preliminari, la disposizione di cui all'art. 491 c.p.p. prevede che la questione relativa alla eventuale esclusione della parte civile sia posta subito dopo che sia stato compiuto, per la prima volta, l'accertamento della...»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4431 del 15 aprile 1998
«È tardiva, e comporta pertanto decadenza, la proposizione di una questione preliminare di nullità prevista dall'art. 491, primo comma, c.p.p. intervenuta successivamente alla decisione di altre questioni pregiudiziali previste dalla medesima...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44491 del 19 novembre 2009
«L’acquisizione al fascicolo del dibattimento delle dichiarazioni predibattimentali rese dal testimone, ai sensi dell’art. 500, comma 4, c.p.p., può essere disposta anche d’ufficio, quando siano già emersi (anche sulla base della legittima...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2224 del 29 febbraio 1996
«Infatti la disposizione di cui all'art. 513 bis c.p. collocata tra i reati contro l'industria ed il commercio, presupponendo una condotta dell'agente tesa a scoraggiare mediante violenza o minaccia l'altrui concorrenza, ha come scopo la tutela...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5177 del 30 marzo 1994
«Qualora l'esame dell'imputato sia richiesto tanto da costui che dal P.M., l'ordine di escussione non è determinabile con esclusivo riferimento alla previsione dell'art. 503, comma 2, c.p.p., che non contempla l'ipotesi di una richiesta...»
-
Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4616 del 21 aprile 1994
«La disposizione di cui all'art. 197, primo comma, lett. d), c.p.p. che sancisce, tra l'altro l'incompatibilità a testimoniare per coloro che nel medesimo procedimento svolgono o hanno svolto la funzione di ausiliario del giudice o del pubblico...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12496 del 4 novembre 1999
«Il controllo della logicità della motivazione va esercitato sulla coordinazione delle proposizioni e dei passaggi attraverso i quali si sviluppa il tessuto argomentativo del provvedimento impugnato, senza la possibilità di verificare se i...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2596 del 20 gennaio 2003
«La disposizione di cui all'art. 512 c.p.p., secondo la quale può darsi lettura degli atti assunti dalla polizia giudiziaria, dal P.M., dai difensori e dal giudice nel corso dell'udienza preliminare quando, per fatti o circostanze imprevedibili, ne...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2470 del 29 febbraio 2000
«La disposizione, pertanto, non è applicabile a quei cittadini stranieri che abbiano conservato la residenza all'estero ma che di fatto abbiano avuto o abbiano dimora in Italia per un periodo di tempo comunque apprezzabile e non si siano invece...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9003 del 3 ottobre 1997
«Ed invero, appartiene alla discrezionalità del legislatore ordinario, nel momento in cui entra in vigore una nuova disciplina del processo, stabilire se le nuove norme si applicano soltanto ai fatti per i quali non sia ancora iniziato il...»