-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1778 del 8 febbraio 1991
«...dell'agente stesso. Ne deriva che il rapporto sessuale non voluto integra gli estremi del reato de quo, anche quando sia consumato approfittando della situazione di difficoltà e dello stato di diminuita resistenza in cui la vittima si sia trovata.»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10804 del 20 ottobre 1994
«In tema di violenza carnale, la condizione di inferiorità psichica prescinde da fenomeni di patologia mentale essendo riferibile a fattori di natura diversa connotati da tale consistenza ed incisività da viziare il consenso all'atto sessuale della...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3796 del 15 maggio 1986
«In tema di delitti contro la libertà sessuale, non può parlarsi di atti inequivocabilmente libidinosi in caso di visita medica — in linea generale e fatti salvi alcuni casi particolari — solo quando la visita medica debba necessariamente...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2074 del 5 marzo 1997
«...66. (Norme contro la violenza sessuale): in tal caso il raffronto tra la normativa abrogata e quella sopravvenuta deve essere risolto nell'applicare la disposizione del 1930, che, con riferimento ai massimi edittali irrogabili, è più favorevole.»
-
Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 924 del 5 febbraio 1997
«Ne deriva che, venute meno le fattispecie di ratto a fine di libidine o di matrimonio, a seguito della nuova disciplina in materia di violenza sessuale introdotta con la suindicata legge n. 66 del 1996, non per questo devono andare esenti da...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4426 del 13 maggio 1997
«In tema di violenza sessuale in danno di persona che si trovi in stato di inferiorità psichica o fisica, il nucleo della condotta tipica, contemplata dalla nuova legge sulla violenza sessuale (artt. 609 bis ss. c.p.), è assimilabile a quello...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10704 del 13 dicembre 1996
«Per i fatti commessi prima dell'entrata in vigore della legge 15 febbraio 1996, n. 66 (Norme contro la violenza sessuale) continua ad applicarsi, in forza di quanto disposto dall'art. 2, comma terzo, c.p., la norma di cui all'art. 523 c.p....»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8907 del 4 ottobre 1996
«La disposizione di cui all'art. 1 legge 15 febbraio 1996, n. 66 (norme contro la violenza sessuale), che recita: «Il capo primo del titolo dodicesimo del libro secondo del codice penale e gli articoli. . . sono abrogati», va interpretata nel senso...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11541 del 11 ottobre 1999
«Ai fini della configurabilità del reato di violenza sessuale di gruppo l'espressione «più persone» contenuta nell'art. 609 octies c.p. comprende anche l'ipotesi che gli autori del fatto siano soltanto due.»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 43139 del 7 ottobre 2003
«Ai fini della perseguibilità senza querela dei delitti di violenza sessuale, la connessione con un reato procedibile d'ufficio cui si riferiva l'art. 542 c.p. — e si riferisce oggi l'art. 609 septies dello stesso codice — non si connota in senso...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9109 del 18 gennaio 2008
«In tema di reati in ambito familiare, è configurabile il concorso formale tra il delitto di incesto (art. 564 c.p.) e quello di violenza sessuale (art. 609 bis c.p.), né rileva in senso contrario la circostanza che la condotta incestuosa sia...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1032 del 6 febbraio 1997
«In tema di reato di corruzione di minorenne, secondo l'art. 609 quinquies c.p., introdotto dall'art. 6 legge 15 febbraio 1996, n. 66 (Norme contro la violenza sessuale), è punito «chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di anni...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5329 del 19 maggio 1975
«Ne segue che quando, con azioni dirette a maltrattare, si ledono volutamente altri beni, interessi o valori del soggetto passivo, oggetto di autonoma tutela penale, quale quello della libertà sessuale, di tali azioni l'agente è tenuto a rispondere...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 22850 del 12 giugno 2007
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia concorre con quello di violenza sessuale qualora le reiterate condotte di abuso sessuale, oltre a cagionare sofferenze psichiche alla vittima, ledono anche la sua libertà di autodeterminazione in materia...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 17843 del 13 maggio 2005
«Il reato di violenza sessuale concorre con quello di maltrattamenti allorché la condotta di maltrattamenti sia del tutto autonoma rispetto a quella che ha caratterizzato i rapporti sessuali, non rilevando in proposito il vincolo della...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 35849 del 3 settembre 2004
«In caso di maltrattamenti in famiglia integratisi anche attraverso la condotta di ripetute violenze sessuali, non è ipotizzabile il concorso fra il delitto di violenza sessuale, di cui all'art. 609 bis c.p., ed il delitto di maltrattamenti in...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 984 del 20 gennaio 2004
«Il delitto di maltrattamenti in famiglia può concorrere con quello di violenza sessuale, in quanto non vi è assorbimento fra tali reati attesa la diversità dei beni giuridici protetti dai due delitti. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto...»
-
Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3536 del 16 aprile 1997
«In materia di delitti contro la persona, pur essendo richiesto per la sussistenza della aggravante di cui all'art. 576 n. 5 c.p. il requisito della contestualità nel senso che gli atti di violenza sessuale devono essere contemporanei alla...»
-
Corte costituzionale, ordinanza n. 295 del 17 luglio 2000
«...«atti sessuali», senza ulteriore descrizione o definizione, difetterebbe di determinatezza, non essendo rinvenibile nel linguaggio corrente e nella letteratura scientifica una nozione comunemente e univocamente accettata di atto sessuale.»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 47869 del 10 dicembre 2012
«In tema di violenza sessuale, l'abuso di autorità presuppone una posizione autoritativa di tipo formale e pubblicistico, derivante dal pubblico ufficio ricoperto dall'agente. (Fattispecie nella quale è stata esclusa la posizione pubblicistica...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2681 del 23 gennaio 2012
«L'espressione "abuso di autorità" che costituisce, unitamente alla "violenza" o alla "minaccia", una delle modalità di consumazione del reato previsto dall'art. 609 bis, c.p. non include la violenza sessuale commessa abusando della potestà di...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40443 del 12 dicembre 2006
«Integra il delitto di violenza sessuale non solo la violenza che pone il soggetto passivo nell'impossibilità di opporre tutta la resistenza possibile, realizzando un vero e proprio costringimento fisico, ma anche quella che si manifesta con il...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 16292 del 12 maggio 2006
«In tema di reati contro la libertà sessuale, nei rapporti di coppia di tipo coniugale non ha valore scriminante il fatto che la donna non si opponga palesemente ai rapporti sessuali e li subisca, quando è provato che l'autore, per le violenze e...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6340 del 17 febbraio 2006
«Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 609 bis c.p., violenza sessuale, non è necessaria una violenza che ponga il soggetto passivo nell'impossibilità di opporre una resistenza, essendo sufficiente che l'azione si compia in modo...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40712 del 15 novembre 2001
«In applicazione della regola dettata dall'art. 40 cpv. c.p., secondo cui il non impedire un evento che si abbia l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo, deve ritenersi responsabile di concorso nel reato di violenza sessuale...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3990 del 1 febbraio 2001
«In tema di reati contro la libertà sessuale, la violenza richiesta per la integrazione del reato non è soltanto quella che pone il soggetto passivo nell'impossibilità di opporre tutta la resistenza voluta, tanto da realizzare un vero e proprio...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3553 del 7 dicembre 2000
«Ai fini della qualificazione di un atto come «atto sessuale», quale previsto dall'art. 609 bis c.p., non deve necessariamente farsi riferimento all'istinto sessuale del soggetto agente, ben potendo rientrare nella nozione in questione anche un...»
-
Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13 del 5 luglio 2000
«In tema di violenza sessuale, l'«abuso di autorità» di cui all'art. 609 bis, primo comma, c.p. presuppone nell'agente una posizione autoritativa di tipo formale e pubblicistico. (In applicazione di tale principio la Corte ha escluso la...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1911 del 21 febbraio 2000
«L'idoneità della violenza o della minaccia a coartare la volontà della vittima nei reati di violenza sessuale vanno esaminate non secondo criteri astratti aprioristici, ma tenendosi conto, in concreto, di ogni circostanza oggettiva e soggettiva;...»
-
Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 860 del 27 gennaio 2000
«Costituisce abuso di autorità, rilevante ai fini della commissione del reato di violenza sessuale punito dall'art. 609 bis c.p., la condotta dell'ufficiale comandante di un battaglione dell'esercito, il quale strumentalizzi la sua posizione di...»