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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9545 del 11 settembre 1995
«Non si ha violazione del principio di correlazione tra sentenza e accusa contestata, allorché, contestata a taluno una condotta concorsuale, ne venga, poi, affermata la responsabilità per attività individualmente svolta. (Fattispecie in cui la...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 7552 del 2 luglio 1994
«In tema di relazione fra sentenza ed accusa, il fatto di cui agli artt. 521 e 522 c.p.p. va definito come l'accadimento di ordine naturale dalle cui connotazioni e circostanze soggettive ed oggettive, geografiche e temporali, poste in correlazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 45705 del 10 dicembre 2008
«In tema di rapporto di causalità nel reato omissivo, qualora il verificarsi di un evento sia determinato dalla concatenazione successiva di più cause, il fatto che quella originaria, non addebitabile all'agente, sia rimasta ignota rileva solo se...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 8159 del 25 settembre 1985
«Ai fini della sussistenza del delitto di atti osceni, di cui all'art. 527 c.p. non è necessaria la prova dell'effettiva masturbazione, ma è sufficiente, invece, la prova di una masturbazione ostentata, già come tale costituente manifestazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9750 del 21 ottobre 1982
«In tema di mancata prestazione dei mezzi di sussistenza, sussiste il dolo quando l'imputato, pur conoscendo lo stato di bisogno, ometta di dare il dovuto solo per costringere ad un comportamento diverso il beneficiario, adoperando l'odioso ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 46848 del 4 dicembre 2012
«In tema di maltrattamenti in famiglia, integra la circostanza aggravante di cui all'art. 572, secondo comma, c.p. la condotta di colui che ponga in essere fatti di maltrattamento nel cui ambito si inscriva un'azione "finale", anche se compiuta da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34551 del 8 agosto 2013
«È legittimo l'arresto in flagranza per il delitto di maltrattamenti qualora la polizia giudiziaria, dopo avere raccolto le dichiarazioni della persona offesa su comportamenti di reiterata sopraffazione, assista personalmente ad un singolo episodio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11446 del 17 novembre 1994
«I delitti di truffa e di millantato credito si differenziano oltre che per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che nella truffa è il patrimonio e nel millantato credito è il prestigio della pubblica amministrazione, anche per il mezzo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11055 del 22 ottobre 1998
«In tema di morte o lesione come conseguenza non voluta di altro delitto a norma dell'art. 586 c.p., poiché l'accollo dell'evento ulteriore e più grave rispetto a quello voluto appare incompatibile con il principio di colpevolezza, secondo...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 881 del 11 marzo 1999
«In tema di emissione di assegno bancario, quando la firma di traenza risulti essere stata falsificata (tanto che sia riferibile al titolare del conto, quanto ad altra persona), ovvero venga apposta firma di persona inesistente, il rapporto tra il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10562 del 25 luglio 1990
«In tema di ricettazione è necessario distinguere fra la particolare tenuità del fatto, prevista dall'art. 648 comma secondo, c.p. e la speciale tenuità del danno, di cui all'art. 62, n. 4 c.p. Infatti, la prima consente e presuppone una...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 567 del 18 gennaio 1996
«In un procedimento di natura indiziaria per omicidio, la causale, quando per la sua specificità ed esclusività converge in una direzione univoca, può costituire elemento indefettibile del coinvolgimento del soggetto, interessato all'eliminazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10331 del 15 novembre 1993
«Perché possa parlarsi di tentativo di omicidio è necessario che l'azione sia non solo orientata a cagionare la morte, ma anche obiettivamente idonea a provocare l'evento, a mettere cioè in pericolo il bene giuridico tutelato, che è la vita e non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 25426 del 10 giugno 2013
«Il giudice dell'esecuzione nel determinare la pena finale per il reato continuato incontra il limite, stabilito dall'art. 671 c.p.p., del divieto di superamento della somma delle sanzioni inflitte con ciascun titolo giudiziale, ma entro tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16984 del 10 aprile 2003
«Il giudice dell'esecuzione che riconosca la continuazione tra reati oggetto di più sentenze di condanna ha il potere di valutare ex novo ciascun singolo episodio — restando così superata la solo parziale valutazione operata dal giudice della...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 19234 del 21 settembre 2011
«In tema di licenziamento per superamento del periodo di comporto, qualora il dipendente abbia impugnato in sede giudiziale il licenziamento, contestando l'avvenuto superamento del periodo, per essere applicabile nel caso di specie il termine...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 13370 del 21 marzo 2013
«L'accertamento relativo alla scriminante della legittima difesa reale o putativa e dell'eccesso colposo deve essere effettuato con un giudizio "ex ante" calato all'interno delle specifiche e peculiari circostanze concrete che connotano la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9695 del 29 luglio 1999
«In tema di provocazione, la previsione dell'articolo 62 n. 2 c.p. è correlata ad un fatto ingiusto altrui cui consegue uno stato d'ira che, quale incontestabile impulso reattivo-aggressivo, scateni l'azione criminosa; l'attenuante deve pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8133 del 25 luglio 1991
«In tema di legittima difesa, occorre differenziare dall'eccesso dovuto a negligenza, imperizia, imprudenza e, in genere, a colpa nella valutazione dell'entità dell'offesa e della misura della difesa, l'eccesso consapevole e volontario. Mentre nel...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25 del 5 gennaio 1995
«Per la configurabilità del reato di cui all'art. 340 c.p., la durata dell'interruzione come l'entità del turbamento sono indifferenti, purché non siano irrilevanti. La irrilevanza va ravvisata ogniqualvolta il comportamento perturbatore, cui può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11487 del 15 dicembre 1997
«La lesione del bene giuridico tutelato dal reato di millantato credito non è esclusa dall'esistenza di un radicato pregiudizio della parte offesa in ordine alla corruttibilità dei pubblici funzionari, dal momento che la conferma di tale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8850 del 30 luglio 1998
«L'espressione «chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati» di cui all'art. 414 c.p. va interpretata nel senso che l'istigazione deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico e deve rivolgersi a una pluralità indeterminata di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11578 del 15 dicembre 1997
«Ai fini della responsabilità per colpa prevista dall'art. 57 c.p. a carico del direttore responsabile o del vice-direttore responsabile di un periodico per i reati commessi attraverso di esso, la figura del redattore responsabile, non prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10107 del 20 dicembre 1974
«Nel reato previsto dall'art. 415 seconda ipotesi, c.p. il dolo — analogamente a quanto richiesto per gli altri reati d'istigazione — consiste nella cosciente volontà di porre in essere l'evento di pericolo considerato dalla norma, cioè,...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 26636 del 12 dicembre 2011
«La servitù di passaggio è, per sua natura, una servitù discontinua, in relazione alla quale ogni episodio di transito costituisce esercizio del diritto; ne consegue che qualora la servitù sia stata costituita in virtù di titolo idoneo, ai fini...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11568 del 12 ottobre 1999
«Sussiste concorso apparente di norme tra il reato previsto dall'art. 483 c.p. (falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico) e quello di cui all'art. 2 legge 23 dicembre 1986 n. 898; invero tutti gli elementi presenti nella fattispecie...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 34702 del 5 settembre 2008
«L'aumento di pena previsto per la recidiva reiterata può essere applicato solo qualora si ritenga il nuovo episodio delittuoso concretamente significativo sotto il profilo della più accentuata colpevolezza e della maggiore pericolosità del reo, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4330 del 1 febbraio 2012
«La responsabilità del compartecipe per il fatto più grave rispetto a quello concordato, materialmente commesso da un altro concorrente, integra il concorso ordinario ex art. 110 c.p., se il compartecipe ha previsto e accettato il rischio di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 22775 del 16 aprile 2007
«In sede di pronuncia su una domanda di riabilitazione, la prova della buona condotta necessita della acquisizione di indici che abbiano un significato univoco di recupero del condannato ad un corretto, anche se non esemplare, modello di vita, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5006 del 9 febbraio 2012
«Non è configurabile il reato di peculato nell'uso episodico ed occasionale di un'autovettura di servizio, quando la condotta abusiva non abbia leso la funzionalità della P.A. e non abbia causato un danno patrimoniale apprezzabile. (Fattispecie...»