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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1282 del 14 gennaio 2003
«In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, compito fondamentale del giudice è il controllo sulla corretta qualificazione giuridica del fatto, ciò al fine di evitare che il patteggiamento sulla pena si risolva in un accordo sui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4436 del 22 luglio 1999
«Ne consegue che tale annullamento va pronunciato senza rinvio e con semplice trasmissione degli atti al giudice a quo per l'ulteriore corso, potendosi verificare o che l'accordo venga riproposto in termine diversi (per cui il giudice valuterà...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 31 del 3 maggio 2001
«Non può essere concesso il beneficio della non menzione nel certificato del casellario giudiziale di una sentenza di condanna, successiva a una o a più sentenze di patteggiamento, salvo che, trattandosi di condanna per reati anteriormente...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 36528 del 24 settembre 2008
«In caso di connessione fra reati per i quali è richiesto il giudizio direttissimo e altri reati per i quali manchino le condizioni per la scelta di tale rito, le soluzioni praticabili sono la separazione dei processi o, qualora la trattazione...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10048 del 8 novembre 1993
«Poiché la disposizione di cui all'art. 589, terzo comma, c.p., in caso di morte di più persone, non prevede una circostanza aggravante ma un'ipotesi di concorso formale di più reati di omicidio colposo, unificati semplicemente ai fini della pena,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2224 del 29 febbraio 1996
«La natura di reato complesso del delitto di illecita concorrenza con violenza o minaccia, previsto dall'art. 513 bis c.p., consente l'assorbimento in esso di altri reati concorrenti come la violenza o la minaccia. Tuttavia non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11462 del 15 dicembre 1997
«Anche nel vigore dell'attuale codice di procedura penale, vale la regola secondo la quale la circostanza che più imputati siano giudicati nello stesso processo in tanto determina l'obbligo solidale del pagamento delle spese processuali, in quanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2539 del 3 luglio 1992
«Questo presuppone, infatti, la formazione e la permanenza, fra tre o più persone, di un vincolo associativo finalizzato allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti e la predisposizione comune di mezzi all'uopo idonei, mentre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 35488 del 12 settembre 2003
«La perseguibilità dei reati contro le leggi e gli usi della guerra commessi all'estero è prevista negli articoli 13 e 231 c.p.m., secondo cui per tali reati, ove commessi in danno dello Stato italiano o di un cittadino italiano o di uno Stato...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9361 del 4 settembre 1992
«Ne deriva che, in caso di concorso di reati, le norme sulla continuazione (art. 81, comma secondo, c.p.) e quelle sul cumulo giuridico (art. 78 c.p.) non possono trovare applicazione limitatamente a quella parte delle violazioni che siano punite...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29780 del 28 luglio 2010
«Rientra nella nozione di pena accessoria non espressamente determinata dalla legge, quella per cui sia previsto un minimo ed un massimo, sicché, in tali casi, la durata della pena accessoria va parametrata dal giudice a quella della pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8419 del 6 settembre 1993
«In tema di reati fallimentari è configurabile il concorso ex art. 40 cpv., c.p. tutte le volte in cui l'amministratore di una società, investito ufficialmente della carica, violando l'obbligo di vigilanza e quello di attivarsi in presenza di atti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1149 del 7 febbraio 1997
«Le circostanze attenuanti, soggettive ed oggettive, sono sempre applicabili alla persona alla quale si riferiscono, anche se non conosciute, mentre le circostanze aggravanti sono applicabili soltanto se conosciute; nel caso di concorso di persone...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49 del 13 febbraio 1982
«Il limite all'aumento della pena detentiva, fissato dalla legge in trent'anni per la reclusione nel caso di concorso di reati, non significa che nessuno possa, nel corso della sua vita, essere detenuto per più di detto periodo. Esso è, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5901 del 12 maggio 1980
«I limiti alla diminuzione di pena nel caso di una sola attenuante o nel caso di concorso di più circostanze attenuante, previsti rispettivamente dagli artt. 65, primo comma n. 2 e 67, primo comma n. 2 del c.p., vanno coordinati col nuovo testo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6560 del 22 febbraio 2011
«Il limite massimo di trenta anni di reclusione, previsto per il caso di concorso di reati che importano pene detentive temporanee, non si applica nella ipotesi in cui concorrano più delitti per ciascuno dei quali deve infliggersi la pena della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 51526 del 20 dicembre 2013
«Rientra nella nozione di pena accessoria non espressamente determinata dalla legge, quella per cui sia previsto un minimo ed un massimo, sicché, in tali casi, la durata della pena accessoria va parametrata dal giudice a quella della pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 39946 del 13 ottobre 2004
«Il criterio «moderatore» della pena previsto dall'art. 78 c.p. non opera nel caso, disciplinato dal successivo art. 80, di concorso di pene inflitte con sentenze o decreti diversi, se diversi sono anche i tempi di commissione dei reati e delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2932 del 11 giugno 1998
«La pena da espiare, derivante da nuovo titolo esecutivo, va cumulata con la parte di pena relativa al precedente titolo eseguita dopo la commissione del nuovo reato (ovvero che restava da espiare alla data di commissione del nuovo reato),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11169 del 19 dicembre 1981
«I reati contro la vita, che si determinano a seguito della rissa, non hanno valore assorbente rispetto al delitto di rissa. Pertanto, ben può configurarsi il concorso formale tra quelli e questo rispetto a chi ne è l'autore; mentre agiscono da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5250 del 30 aprile 1988
«Nel concorso di persone nel reato qualora accanto al reato non voluto venga realizzato anche quello concordato, tutti i concorrenti rispondono di entrambi i reati, secondo le regole dettate dall'art. 81 c.p. per il concorso formale e materiale dei...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16616 del 19 dicembre 1990
«Per l'ipotizzabilità del reato complesso è necessario che la legge abbia operato la fusione in un'unica figura criminosa di fatti costituenti autonomi reati. Non integra invece la figura del reato complesso l'esistenza di elementi comuni fra due...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7780 del 31 maggio 1990
«Per configurare il reato complesso è necessario che una norma di legge operi la fusione in un'unica figura criminosa dei fatti costituenti reati autonomi. Non basta quindi che i più fatti, i quali, isolatamente considerati, costituirebbero...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3528 del 23 aprile 1983
«In difetto di tali presupposti, sussiste il concorso formale dei reati, nulla rilevando la parziale coincidenza dei rispettivi momenti consumativi. (Fattispecie in tema di appropriazione indebita e omesso versamento di contributi previdenziali, in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 441 del 21 gennaio 1983
«Al fine di distinguere il concorso di reati dal reato complesso e se una determinata ipotesi criminosa prevista dalla legge sia da ritenersi diversa ed autonoma rispetto ad un'altra, deve aversi riguardo agli elementi costitutivi delle due...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16267 del 7 aprile 2004
«Non sussiste un rapporto di specialità, ma di mera interferenza, tra il reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p.) e quello di falso documentale (art. 476 e 482 c.p.), il quale può presentarsi come occasionale modalità di realizzazione del primo ma...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4161 del 12 aprile 1991
«La norma di cui all'art. 117 c.p. trova applicazione nell'ambito di tutto il diritto penale e non solo in quello del codice penale, trattandosi di disposizione che disciplina ipotesi di concorso di persone in reati che richiedono l'esistenza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 242 del 25 febbraio 1972
«I militari e gli estranei alle Forze Armate che, in concorso tra loro, commettono atti di violenza e resistenza contro appartenenti all'Arma dei Carabinieri superiori in grado, rispondono tutti, a norma dell'art. 117 c.p., del reato militare di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2712 del 23 gennaio 2006
«In tema di indivisibilità della querela sotto il profilo attivo, la previsione di cui all'art. 122 c.p. — per la quale il reato commesso in danno di più persone è punibile anche se la querela è proposta da una soltanto di esse — non è applicabile...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7080 del 4 agosto 1984
«Non rientra pertanto, agli effetti dell'art. 122 c.p., nella nozione di reato unico commesso in danno di più persone l'ipotesi di azione unica concretizzante un concorso di reati in danno di più persone, ovvero di pluralità di azioni...»