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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6880 del 18 giugno 1991
«La declaratoria di risoluzione del contratto, pur importando per il suo effetto retroattivo espressamente sancito dall'art. 1458 c.c. l'obbligo di ciascuno dei contraenti di restituire la prestazione ricevuta, non autorizza il giudice ad emettere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6959 del 20 dicembre 1988
«Nei contratti a prestazioni corrispettive (nella specie: vendita) l'adempimento tardivo di una delle parti non pregiudica il diritto dell'altra parte non inadempiente di chiedere successivamente la risoluzione del contratto, salva in ogni caso la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3456 del 28 dicembre 1973
«La dichiarazione unilaterale della parte che, avendo assolto i propri obblighi, afferma di considerare risolto il contratto per inadempienza dell'altra parte, non toglie che questa sia tuttora tenuta ad eseguire la propria obbligazione, fino a...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 62 del 14 gennaio 1971
«Con la norma dell'art. 1453, ultimo comma c.c., la quale stabilisce che la proposizione della domanda di risoluzione del contratto preclude al debitore la facoltà di adempiere tardivamente la propria obbligazione, il legislatore ha inteso non...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23315 del 8 novembre 2007
«In tema di contratti a prestazioni corrispettive, la diffida ad adempiere ha lo scopo di realizzare, pur in mancanza di una clausola risolutiva espressa, gli effetti che a detta clausola si ricollegano e, cioè, la rapida risoluzione del rapporto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 132 del 12 gennaio 1982
«Ai fini della risoluzione del contratto per inadempimento, la diffida ad adempiere costituisce soltanto una facoltà, non un obbligo per la parte adempiente, ed ha lo scopo di provocare lo scioglimento di diritto del rapporto. La parte adempiente,...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 14292 del 15 giugno 2010
«Affinché la diffida ad adempiere, intimata alla parte inadempiente da un soggetto diverso dall'altro contraente, possa produrre gli effetti di cui all'art. 1454 c.c., è necessario che quel soggetto sia munito di procura scritta del creditore,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3742 del 21 febbraio 2006
«La diffida ad adempiere di cui all'art. 1454 c.c. esige la manifestazione univoca della volontà dell'intimante di ritenere risolto il contratto in caso di mancato adempimento della controparte entro un certo termine, restando escluso che tale...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8910 del 9 settembre 1998
«In tema di diffida ad adempiere, l'unico onere che, ai sensi dell'art. 1454 c.c., grava sulla parte intimante è quello di fissare un termine entro il quale l'altra parte dovrà adempiere alla propria prestazione, pena la risoluzione ope legis del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5017 del 29 maggio 1990
«La risoluzione del contratto in difetto di una clausola risolutiva espressa, della quale la parte dichiari di avvalersi, può essere ottenuta, a norma dell'art. 1454 c.c. soltanto mediante intimazione ad adempiere in un congruo termine indicato...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2089 del 5 aprile 1982
«La diffida ad adempiere, di cui all'art. 1454 c.c., pur non richiedendo l'uso di formule sacramentali, esige comunque la manifestazione in modo inequivocabile della volontà dell'intimante, da un lato, di ottenere l'adempimento del contratto entro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5979 del 22 giugno 1994
«Il fallimento del dante causa del promissario venditore di un immobile, con l'astratta possibilità di conseguente revocatoria fallimentare, non giustifica, di per sé, l'esercizio, da parte del promissario acquirente, della facoltà di sospendere,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15363 del 28 giugno 2010
«In tema di contratti, il principio, sancito dall'art. 1455 c.c., secondo cui il contratto non può essere risolto se l'inadempimento ha scarsa importanza in relazione all'interesse dell'altra parte, va adeguato anche ad un criterio di proporzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14034 del 1 luglio 2005
«Il principio sancito dall'art. 1455 c.c., secondo cui il contratto non può essere risolto se l'inadempimento ha scarsa importanza in relazione all'interesse dell'altra parte, va adeguato anche ad un criterio di proporzione fondato sulla buona fede...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1773 del 7 febbraio 2001
«Lo scioglimento del contratto per inadempimento — salvo che la risoluzione operi di diritto — consegue ad una pronuncia costitutiva, che presuppone da parte del giudice la valutazione della non scarsa importanza dell'inadempimento stesso, avuto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9800 del 26 luglio 2000
«Ai fini della risoluzione del contratto, la gravità dell'inadempimento deve essere valutata in relazione sia alla parte inadempiuta dell'obbligazione rispetto a questa nel suo complesso, sia alla sensibile alterazione dell'equilibrio contrattuale,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3669 del 28 marzo 1995
«La non scarsa importanza dell'inadempimento, che, nel giudizio di risoluzione del contratto con prestazioni corrispettive, deve essere verificata anche di ufficio dal giudice, trattandosi di elemento che attiene al fondamento stesso della domanda,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4630 del 12 maggio 1994
«La parte contraente che di fronte all'inadempienza dell'altra, anziché ricorrere alla domanda di risoluzione (o all'eccezione di inadempimento), preferisce comunque dare esecuzione al contratto, dimostra con tale comportamento di attribuire scarsa...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1046 del 13 febbraio 1990
«Con riguardo alla disciplina della risoluzione per inadempimento dei contratti a prestazioni corrispettive, il disposto dell'art. 1455 c.c. pone una regola di proporzionalità in virtù della quale la risoluzione del vincolo contrattuale è collegata...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2879 del 15 giugno 1989
«Ai fini della determinazione della gravità dell'inadempimento, quale presupposto essenziale per la risoluzione del contratto a norma dell'art. 1455 c.c., deve effettuarsi un'indagine unitaria coinvolgente tutto il comportamento del debitore,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3969 del 9 giugno 1983
«Ai fini della risoluzione del contratto, nel caso di parziale o inesatto adempimento di una prestazione, l'indagine circa la gravità dell'inadempienza deve tener conto del valore — determinabile mediante il criterio di proporzionalità — che la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9200 del 14 maggio 2004
«Ne consegue che il perdurare dell'inadempimento nel corso del giudizio non può riflettersi negativamente sulla valutazione della gravità del comportamento pregresso, trasformando un inadempimento inizialmente «non grave» in un inadempimento...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9358 del 4 settembre 1991
«Ai fini della determinazione della gravità dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, in considerazione del fatto che l'unità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4014 del 11 giugno 1983
«Ai fini della determinazione della gravità o meno dell'inadempimento, il giudice del merito può tenere conto anche del comportamento dell'inadempiente posteriore alla domanda di risoluzione del contratto, ma l'unità del rapporto obbligatorio, cui...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6121 del 1 giugno 1993
«Dal momento in cui è proposta la domanda giudiziale di risoluzione del contratto per inadempimento dell'altra parte, e fino a quando non si sia formato il giudicato su questa domanda, il convenuto, sia nel caso che la predetta domanda debba...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3353 del 20 maggio 1986
«Il giudice chiamato a pronunciarsi sulla domanda di risoluzione del contratto per inadempimento deve proporsi d'ufficio il problema della gravità dell'inadempimento ed è tenuto ad indicare, qualora accolga la domanda, il motivo per cui, nel caso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 24003 del 27 dicembre 2004
«Ai fini della risoluzione del contratto nel caso di parziale o inesatto adempimento della prestazione, l'indagine circa la gravità della inadempienza deve tener conto del valore complessivo del corrispettivo pattuito in contratto, determinabile...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 635 del 11 febbraio 1978
«Qualora un pagamento non sia stato effettuato nel termine previsto nel contratto, ben può il giudice del merito pronunciare la risoluzione per inadempimento, dopo avere valutato la gravità dello stesso, anche se la parte adempiente non abbia...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 9314 del 18 aprile 2007
«L'intimazione da parte del creditore della diffida ad adempiere di cui all'articolo 1454 c.c. e l'inutile decorso del termine fissato per l'adempimento non eliminano la necessità ai sensi dell'articolo 1455 c.c. dell'accertamento giudiziale della...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5640 del 23 settembre 1983
«Le fattispecie previste rispettivamente dagli artt. 1456 c.c. («clausola risolutiva espressa») e 1457 c.c. («termine essenziale per una delle parti») sebbene affini, riguardando entrambe la risoluzione di diritto, per inadempimento, del contratto...»