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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8999 del 3 ottobre 1997
«I presupposti essenziali della legittima difesa — scriminante ammessa nei confronti di tutti i diritti, personali e patrimoniali — sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima; mentre la prima deve concretarsi in un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2554 del 7 marzo 1996
«In tema di legittima difesa, le espressioni «necessità di difendere» e «sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa», contenute nell'art. 52 c.p., vanno intese nel senso che la reazione deve essere, nella circostanza, l'unica possibile,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12137 del 29 novembre 1991
«In tema di uso legittimo di armi, nel caso di resistenza posta in essere con la fuga, manca il rapporto di proporzione tra l'uso dell'arma e il carattere non violento della resistenza opposta al pubblico ufficiale. In tale ipotesi il pubblico...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 7583 del 15 luglio 1991
«L'uso legittimo delle armi può avere esplicazioni di varia gravità fino all'uccisione degli aggressori; deve, però, cessare quando essi si facciano scudo dell'ostaggio: la vita dell'ostaggio è un bene preminente da tutelare. (Nella specie,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 8724 del 4 marzo 2011
«L'illecita occupazione di un bene immobile é scriminata dallo stato di necessità conseguente al danno grave alla persona, che ben può consistere, oltre che in lesioni della vita o dell'integrità fisica, nella compromissione di un diritto...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 9 del 10 marzo 1982
«L'esimente dello stato di necessità, pur essendo istituto proprio del diritto penale, trascende, per il suo fondamento naturalistico, l'ambito specifico di quella collocazione, essendo suscettibile di trasposizione anche nella materia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 45425 del 15 dicembre 2005
«I presupposti essenziali della legittima difesa sono costituiti da un'aggressione ingiusta e da una reazione legittima: mentre la prima deve concretarsi nel pericolo attuale di un'offesa che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocia nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 298 del 15 gennaio 1992
«In coerenza con la sistematica adottata dal legislatore, per cui si distingue tra errore sul fatto che costituisce reato (art. 47 c.p.) ed errore sulle scriminanti (art. 59 c.p.), l'art. 55 contempla un'ipotesi particolare di errore sulle...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 42891 del 18 novembre 2008
«In tema di condizioni di procedibilità, il diritto di querela decorre, in caso di reato continuato, dal momento in cui la persona offesa ha conoscenza certa del fatto reato e non dall'ultimo momento consumativo della continuazione. (Fattispecie in...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35122 del 4 settembre 2003
«L'onere della prova dell'intempestività della querela incombe a chi lo deduce, sicché l'eventuale situazione di incertezza va risolta a favore del querelante. (Nella specie non si è ritenuta prova sufficiente alla dimostrazione della piena...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 29923 del 22 agosto 2002
«Il termine per proporre querela decorre dal momento in cui il titolare del relativo diritto ha conoscenza certa del fatto di reato nella sua dimensione oggettiva e soggettiva, e cioè dalla data del reato perfetto in tutti i suoi elementi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10721 del 12 ottobre 1998
«L'onere della prova della intempestività della querela è a carico di chi allega l'inutile decorso del termine, e la decadenza dal diritto di proporla va accertata secondo criteri rigorosi e non può ritenersi verificata in base a semplici...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5007 del 28 aprile 1998
«Il termine per proporre querela comincia a decorrere dal momento in cui il titolare del relativo diritto si sia reso conto di tutte le connotazioni oggettive e soggettive necessarie per l'integrazione del reato. Invero, per notizia del fatto che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1460 del 17 febbraio 1997
«La disposizione dell'art. 337 comma terzo c.p.p., concernendo la prova della legittimazione ad esercitare il diritto di querela in nome della persona giuridica, ente o associazione, pone quale onere per il querelante l'indicazione della fonte...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8819 del 30 settembre 1996
«In tema di querela, con riferimento al termine perentorio di cui all'art. 124, primo comma, c.p., (e nell'ipotesi in cui il diritto in questione non appartenga a persona giuridica), in virtù del nesso di rappresentanza organica — che comporta la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3671 del 27 marzo 1992
«Ai fini della decorrenza del termine per la proposizione della querela, occorre che la persona offesa abbia avuto conoscenza precisa, certa e diretta del fatto in modo da essere in possesso di tutti gli elementi di valutazione onde determinarsi....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 78 del 9 gennaio 1989
«Per aversi rinunzia tacita al diritto di querela è necessario che i fatti incompatibili con la volontà di querelarsi, oltre ad essere seri, univoci e concludenti, non siano subordinati al verificarsi di condizioni. (Nella specie, la cassazione ha...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4066 del 7 aprile 1994
«In tema di impugnazioni, il semplice riferimento, nell'atto di appello, all'art. 133 bis c.p., senza indicazioni né generiche né specifiche degli elementi dai quali il giudice dell'appello dovrebbe desumere che la pena pecuniaria inflitta dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11233 del 21 marzo 2001
«L'art. 146, comma 1, n. 3, c.p., nella parte in cui prevede il rinvio obbligatorio dell'esecuzione della pena qualora il condannato sia affetto da «malattia particolarmente grave» per effetto della quale le sue condizioni di salute risultino...»
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Corte costituzionale, sentenza n. 151 del 19 giugno 1975
«È costituzionalmente illegittimo, per contrasto con l'art. 3 della Costituzione, l'art. 156 c.p. nella parte in cui non attribuisce l'esercizio del diritto di remissione della querela agli eredi della persona offesa dal reato, allorché tutti vi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1877 del 22 giugno 1994
«Poiché, ai sensi dell'art. 183, comma 1, c.p., la causa estintiva opera al momento del suo intervento, la fruizione del beneficio dell'indulto, ancorché necessariamente oggetto di successiva ricognizione giudiziale, deve ritenersi avvenuta già...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7045 del 14 giugno 2000
«Poiché, a norma dell'art. 200 c.p., le misure di sicurezza sono regolate dalla legge in vigore al tempo della loro applicazione, la modificazione, ad opera dell'art. 1 del decreto legislativo n. 113 del 1999, dell'art. 12, comma quarto, del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2744 del 30 luglio 1986
«In tema di applicazione dell'indulto, il condono parziale della pena irrogata non consente la revoca della misura di sicurezza già applicata, in quanto il disposto dell'art. 210, secondo comma, cod. pen. si riferisce alle cause di estinzione...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 854 del 6 maggio 1967
«L'applicazione della misura di sicurezza del ricovero in una casa di cura e di custodia, nel caso di condanna per delitto commesso in stato di ubriachezza abituale, non è subordinata all'accertamento nel soggetto della qualità di persona...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12625 del 16 marzo 2004
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 278 c.p., sollevata in riferimento agli artt. 21, 24, 25 e 111 della Costituzione, in quanto la norma incrimina l'offesa ad un bene giuridico di rilevanza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4932 del 5 giugno 1986
«La riconosciuta natura eversiva di una associazione (nella specie «Ordine Nero») non può trasformare, per ciò solo, un delitto di strage comune in quella politica prevista dall'art. 285 c.p.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5807 del 10 maggio 1988
«Ai fini della contestazione delle circostanze aggravanti, mentre non è indispensabile l'indicazione delle relative disposizioni di legge, è necessario che nella formulazione dell'imputazione siano riportati gli estremi di fatto che costituiscono...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7386 del 10 giugno 1978
«L'art. 290 c.p. non è stato abrogato dall'art. 49 Cost. né è viziato da incostituzionalità per contrasto con la stessa norma, poiché il diritto di riunirsi in partiti politici per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5864 del 19 maggio 1978
«Il diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero supera il suo limite giuridico costituito dal rispetto del prestigio delle istituzioni repubblicane e decanta, quindi, nell'abuso del diritto e cioè nel fatto-reato costituente il...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9998 del 23 settembre 1987
«Per poter affermare la penale responsabilità di un soggetto imputato di partecipazione, semplice o qualificata, ad un delitto di associazione è necessario accertare da un lato l'esistenza dell'organizzazione di fatto, strutturata e finalizzata...»