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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7250 del 24 luglio 1993
«In tema di rifiuto d'indicazioni sulla propria identità personale, di cui all'art. 651 c.p., l'esigenza di assicurare speditezza alle funzioni dei pubblici ufficiali, nell'adempimento dei loro compiti istituzionali, non può, in uno Stato di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10393 del 23 novembre 1996
«Qualora nel giudizio di rinvio debba essere ordinata la restituzione di somma corrisposta in base alla sentenza d'appello, a seguito dell'annullamento di tale pronuncia da parte della Corte di cassazione e del rigetto della domanda in questione da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 69 del 2 gennaio 2014
«L'attribuzione dei procedimenti alla cognizione del giudice collegiale, determinata da ragioni di connessione, diviene definitiva ed irrevocabile per effetto dell'esercizio dell'azione penale mediante deposito della richiesta di rinvio a giudizio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9030 del 25 febbraio 2014
«La richiesta di rinvio per legittimo impedimento dell'imputato o del difensore, inviata a mezzo telefax in cancelleria, non è irricevibile né inammissibile; peraltro, l'utilizzo di tale irregolare modalità di trasmissione comporta l'onere, per la...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2325 del 20 gennaio 2014
«Non è abnorme il provvedimento del Gup che, disattendendo le richieste delle parti di declaratoria immediata di estinzione di uno o più reati per sopravvenuta prescrizione, disponga comunque il rinvio a giudizio. (In motivazione, la S.C. ha...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 16208 del 14 aprile 2014
«Il divieto di "reformatio in pejus" opera anche nel giudizio di rinvio e con riferimento alla decisione del giudice di appello se il ricorso per cassazione è stato proposto dall'imputato, essendo irrilevante, per il verificarsi di questi effetti,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6694 del 14 giugno 1995
«Nel giudizio di rinvio il necessario carattere di alterità del giudice designato ex art. 383 c.p.c., rispetto al giudice autore della sentenza cassata, non comporta uno snaturamento della nozione di competenza, intesa come riparto dei compiti tra...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3461 del 8 marzo 2002
«Il conflitto positivo e reale di competenza tra due tribunali che abbiano dichiarato il fallimento dello stesso soggetto, è denunciabile in ogni tempo ed anche d'ufficio in applicazione analogica dell'art. 45 c.p.c., con la conseguenza che dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16752 del 21 luglio 2006
«Anche al regolamento di competenza è applicabile il principio della cosiddetta «autosufficienza» del ricorso per cassazione, avendo la parte istante l'onere di indicare, in tale sede, in modo adeguato e specifico le ragioni del proprio dissenso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24457 del 18 novembre 2005
«Da essa va tenuta distinta la titolarità della situazione giuridica sostanziale, attiva e passiva, per la quale non è consentito alcun esame d'ufficio, poiché la contestazione della titolarità del rapporto controverso si configura come una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6410 del 30 giugno 1998
«Qualora poi nel precedente grado non sia stata ordinata la rinnovazione della notificazione, la Corte, nel dichiarare la nullità del giudizio a norma dell'art. 82, comma secondo c.p.c., deve pronunziare l'annullamento della sentenza con rinvio ad...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9685 del 13 novembre 1996
«Ai fini della determinazione delle categorie dell'osceno e degli atti contrari alla pubblica decenza, il giudice deve adottare, quali parametri di valutazione del modificarsi dei costumi sull'intero territorio nazionale, mode (costumi...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46992 del 3 dicembre 2004
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 734 c.p., non è necessario che l'alterazione del luogo protetto abbia carattere primario, ma la condotta di deturpamento può anche essere successiva ad altri fatti, sempre che il giudice motivi...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 32125 del 23 luglio 2004
«L'eventuale autorizzazione amministrativa, anche se regolare, non esclude la sussistenza del reato di cui all'art. 734 c.p. ma può assumere semmai rilevanza in materia di valutazione dell'elemento psicologico del reato, spettando al giudice penale...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3125 del 27 marzo 1996
«In presenza di un provvedimento dell'autorità amministrativa cui compete la gestione del vincolo posto a protezione del bene ambientale, le opere autorizzate non possono integrare il reato di cui all'art. 734 c.p., perché l'autorizzazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17544 del 19 novembre 2003
«Ciò impone, allorché il motivo di censura attenga al profilo dell'avvenuta decorrenza del termine, la cassazione della sentenza impugnata, affinché il giudice del rinvio si uniformi alla pronuncia di incostituzionalità, compiendo l'accertamento in...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17185 del 14 novembre 2003
«Pertanto, nel caso in cui il Tribunale abbia disposto la convocazione dell'imprenditore innanzi al giudice designato per l'istruttoria prefallimentare, qualora l'udienza fissata a detto fine sia stata rinviata d'ufficio, senza che risulti annotato...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27187 del 20 dicembre 2006
«Parimenti non sono ammissibili questioni di interpretazioni di norme o di atti contrattuali se non in via incidentale e strumentale alla pronuncia sulla domanda principale di tutela del diritto. (In applicazione del principio soprariportato, la...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 26906 del 15 dicembre 2006
«Il principio non subisce eccezione neanche nell'ipotesi in cui la parte contumace non abbia avuto conoscenza del processo per la nullità di citazioni o notificazioni e siano decorsi i termini di impugnazione, poiché anche in tale caso deve sempre...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17026 del 26 luglio 2006
«L'interesse ad agire con un'azione di mero accertamento non implica necessariamente l'attuale verificarsi della lesione d'un diritto o una contestazione, essendo sufficiente uno stato di incertezza oggettiva sull'esistenza di un rapporto giuridico...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 3717 del 17 febbraio 2010
«La chiamata del terzo "iussu iudicis" di cui all'art. 107 c.p.c. determina una situazione di litisconsorzio necessario cd. "processuale", non rimuovibile per effetto di un diverso apprezzamento del giudice dell'impugnazione, salva l'estromissione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21484 del 12 ottobre 2007
«In riferimento al principio di necessaria corrispondenza tra chiesto e pronunciato, pur dovendosi affermare che al giudice spetta il potere di dare qualificazione giuridica alle eccezioni proposte, tuttavia tale potere trova un limite in relazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5842 del 10 marzo 2010
«La richiesta di rinvio alla Corte di giustizia CE su una questione pregiudiziale di interpretazione del diritto comunitario, in applicazione dell'art. 234 del Trattato CE, non è configurabile come autonoma domanda, rispetto alla quale, nel caso di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3388 del 18 febbraio 2005
«Tuttavia, quando il motivo non esaminato dal giudice dell'opposizione propone infondate questioni di diritto, lo iato esistente tra pronuncia di rigetto e mancato esame del motivo per cui l'annullamento è stato domandato deve essere colmato dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 9621 del 16 luglio 2001
«Il potere-dovere del giudice di qualificazione della domanda nei gradi successivi al primo va coordinato con i principi propri del sistema delle impugnazioni, con la conseguenza che, con riferimento all'appello, deve ritenersi precluso al giudice...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6361 del 19 marzo 2007
«Ove, infatti, si deduca la violazione, nel giudizio di merito, del citato art. 112 c.p.c., riconducibile alla prospettazione di un'ipotesi di error in procedendo per il quale la Corte di cassazione è giudice anche del «fatto processuale» detto...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9677 del 24 luglio 2000
«In caso di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, poiché anche nel relativo procedimento opera il principio che le spese seguono la soccombenza, così come il creditore istante, che abbia provocato la dichiarazione di fallimento...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 25978 del 29 ottobre 2008
«In tema di revoca della sentenza dichiarativa di fallimento, a seguito di opposizione accolta per difetto dei presupposti di diritto sostanziale ovvero, come nella specie, per violazione di norme processuali, il fallito può chiedere, in entrambe...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7181 del 9 luglio 1999
«Alla stregua di tali principi non rientra nella categoria del fatto notorio il valore di un determinato immobile, quando ne sia richiesta una precisa determinazione ai fini dell'individuazione della base imponibile di un tributo. (Nella specie la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2008 del 13 febbraio 2001
«Dalla disposizione di cui all'art. 127 c.p.c. — che riguarda i poteri discrezionali del giudice nella direzione dell'udienza — non deriva l'obbligo del giudice stesso di accogliere una richiesta di rinvio congiuntamente formulata da entrambe le...»