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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8651 del 7 luglio 1999
«Il reato di cui all'art. 340 c.p. (Interruzione di un servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità) è reato di evento la cui consumazione richiede un pregiudizio effettivo della continuità o della regolarità di un servizio pubblico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7529 del 30 maggio 1990
«La differenza tra le due ipotesi di delitto previste dall'art. 346 c.p. non sta nell'oggettiva destinazione del denaro o dell'altra utilità data o promessa, ma nella diversa rappresentazione della destinazione delle cose che l'agente fa al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17923 del 15 aprile 2003
«La differenza tra le due ipotesi di millantato credito non sta nell'oggettiva destinazione del denaro o altra utilità data o promessa all'agente ma nella prospettazione che questi ne fa e che consiste nel prezzo per la propria mediazione presso il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48745 del 30 dicembre 2011
«Per la configurabilità del reato di usurpazione di funzioni pubbliche è richiesto il dolo generico, che consiste nella volontà di assumere ed esercitare la funzione pubblica sapendo di non esserne autorizzato, mentre lo scopo e i motivi che hanno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4819 del 11 maggio 1993
«Ai fini della sussistenza del reato di violazione della pubblica custodia di cose (art. 351 c.p.), la qualificazione di cosa «particolarmente custodita» concerne, per l'identità della ratio legis, tutte le categorie di beni menzionate nella...»
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Cassazione penale, Sez. III, ordinanza n. 2209 del 17 settembre 1996
«I sigilli possono essere apposti anche dagli ufficiali di P.G., quando procedono ad autonomo sequestro; infatti l'art. 349 c.p. (Violazione di sigilli) quando menziona l'«Autorità» non si riferisce soltanto a quella giudiziaria o amministrativa,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2288 del 16 novembre 1970
«Per la sussistenza del delitto di autocalunnia non è sufficiente che l'agente sostenga una qualche falsità da cui successivamente possa derivare una sua incriminazione, ma occorre anche che egli, al momento della falsa dichiarazione, si renda...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2055 del 5 marzo 1997
«Il delitto di subornazione - che è un reato di pericolo - richiede (secondo l'attuale formulazione della previsione incriminatrice) che la persona verso la quale si dirige l'opera del subornatore, al momento dell'offerta o della promessa del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1096 del 21 aprile 1999
«Il reato di falsa perizia (art. 373 c.p.) non è ipotizzabile con riferimento all'attività dei consulenti di cui possono avvalersi sia il difensore sia il pubblico ministero. Ciò si desume non solo dal principio di stretta legalità sancito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2713 del 21 marzo 1997
«Il delitto di subornazione (art. 377 c.p.) mira a tutelare la genuinità processuale di quanti sono chiamati a riferire sui fatti di causa davanti all'autorità giudiziaria, posizione che potrebbe venire inevitabilmente ed indebitamente condizionata...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10334 del 24 ottobre 1988
«La ritrattazione, quale causa di eliminazione della punibilità del delitto di falsa testimonianza, consiste in una smentita non equivoca del fatto deposto e nella manifestazione del vero. Pertanto, non è tale la dichiarazione, fatta da un teste,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 29262 del 21 luglio 2011
«Integra il reato di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria (art. 374 bis c.p.), la donazione di titoli di credito destinati a non essere incassati - depositato in allegato ad atto di appello avverso sentenza...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 44745 del 20 novembre 2003
«Nella fattispecie criminosa prevista dall'art. 374 bis c.p., la destinazione delle false dichiarazioni, o attestazioni, sulle condizioni, qualità personali, trattamenti terapeutici, rapporti di lavoro, ad essere prodotti all'autorità giudiziaria,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1789 del 18 settembre 1998
«Nella fattispecie criminosa di cui all'art. 374 bis c.p., l'elemento oggettivo si riferisce all'attività di documentazione, risultante da certificati o da atti, di circostanze non rispondenti al vero e richiede che la suddetta attività...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35837 del 3 ottobre 2001
«Ai fini della configurabilità del reato di subornazione di testimone (art. 377 c.p.), è irrilevante che il soggetto nei cui confronti è stata posta in essere la condotta vietata dalla norma incriminatrice abbia già reso la propria deposizione, non...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4062 del 30 marzo 1999
«Il consulente tecnico del pubblico ministero - incaricato del compito di eseguire accertamenti integrativi delle indagini di polizia giudiziaria (nella specie volte al controllo del funzionamento di una clinica privata) -, sia per l'investitura...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 616 del 21 gennaio 1986
«Il delitto di subornazione previsto dall'art. 377 c.p. è un reato di pericolo il cui evento, di natura formale, si verifica con la semplice offerta o promessa, finalizzate alla falsità giudiziale. La norma suddetta, sanzionando penalmente la sola...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 12016 del 29 settembre 1977
«Perché si realizzi il reato di subornazione è necessario che il subornato assuma la qualità di testimone con la citazione, anche orale, dinanzi al giudice o al P.M. mentre non acquista tale qualità chi sia esaminato dagli organi di polizia...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1360 del 24 novembre 1970
«Il delitto di subornazione di testimone richiede che la persona verso la quale è diretta l'opera del subornatore abbia acquistato, al momento dell'offerta o della promessa del denaro, la qualità di testimone. Il testimone esercita una pubblica...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41370 del 18 dicembre 2006
«Per la sussistenza del reato di patrocinio infedele è necessaria, quale elemento costitutivo del reato, la pendenza di un procedimento nell'ambito del quale deve realizzarsi la violazione degli obblighi assunti con il mandato, che peraltro non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8862 del 12 luglio 1980
«L'infermità totale o parziale di mente va intesa come uno stato patologico e quindi esulano dalla sua nozione quelle anomalie del carattere o altre anormalità - quali le psicopatie - che, pur influendo sul processo di determinazione o di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 41675 del 25 ottobre 2012
«Integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, la condotta del proprietario che disdica i contratti di fornitura delle utenze domestiche -a lui intestate- relative ad un appartamento dato in locazione, al...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4373 del 2 febbraio 2009
«La violenza sulle cose, che integra il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, può consistere in un mutamento di destinazione che ne impedisca l'uso per un apprezzabile periodo temporale ed in modo effettivo. (In applicazione di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9436 del 20 ottobre 1997
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per la configurabilità della ragion fattasi la pretesa arbitrariamente attuata dall'agente deve corrispondere perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 60 del 10 gennaio 1990
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, la recinzione di un fondo, in modo da impedire il passaggio da altri in precedenza esercitato, implica violenza sulla cosa, sotto il profilo di un mutamento di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2888 del 12 aprile 1986
«Ai fini della sussistenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, nella nozione di «violenza» rientra anche il mutamento della destinazione delle cose stesse, che si verifica quando con qualsiasi atto o...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38820 del 22 novembre 2006
«In tema di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 393 c.p.), la pretesa arbitrariamente attuata dall'agente deve corrispondere perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento giuridico di guisa che ciò che...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 13162 del 17 novembre 1999
«Ricorre il delitto di violenza privata e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone allorché si eccedono macroscopicamente i limiti insiti nel fine di esercitare, sia pure arbitrariamente, un preteso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1289 del 8 febbraio 1985
«In caso di condanna per uno dei delitti indicati nell'art. 417 c.p. la libertà vigilata deve essere applicata dal giudice senza effettuare alcun esame particolare della pericolosità del condannato, presunta dalla legge, mentre l'assegnazione ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5914 del 23 aprile 1990
«Ai fini della configurabilità del delitto di strage, il fine di uccidere — proprio perché integra il dolo specifico del reato — non può mai essere surrogato da forme degradate con quella del dolo eventuale. Ne consegue che la morte di una o più...»