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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2099 del 5 giugno 1992
«È inammissibile il conflitto di competenza sollevato dal giudice di merito avverso decisione della Corte di cassazione. È infatti estraneo al sistema processuale una ipotesi di conflitto tra un giudice di merito e quello di legittimità, i cui...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2873 del 16 marzo 1992
«È legittimo il diniego del giudice dell'appello di applicazione della pena nella misura indicata dalle parti. Infatti, se è vero che la «funzione del giudice è limitata a dare esecuzione alla concorde volontà delle parti» solo quando egli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3198 del 18 marzo 1992
«La disciplina dettata dall'art. 601 c.p.p. deve essere riferita solamente all'ordinario giudizio di appello in udienza pubblica, salvo che espressamente sia prevista anche per il giudizio in camera di consiglio, come si verifica in forza del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3668 del 23 novembre 1992
«La competenza a procedere all'interrogatorio di cui all'art. 294 c.p.p. spetta al Gip anche nel caso in cui egli abbia rigettato l'istanza di applicazione della misura cautelare e la stessa sia stata disposta dal tribunale per il riesame in...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4037 del 3 aprile 1992
«Non viola il divieto della reformatio in peius il giudice di appello che, riformando la sentenza di condanna del primo giudice, applichi la misura di sicurezza prevista dalla legge come conseguenza del proscioglimento per vizio di mente richiesto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4490 del 2 dicembre 1992
«Allorché al giudice di appello viene denunciata la nullità del provvedimento per carenza di pronuncia o di motivazione su uno dei punti che hanno formato oggetto in primo grado di specifica domanda di decisione egli, proprio perché giudice di...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 4789 del 28 aprile 1992
«La nullità di una decisione emessa sulla base degli artt. 599, quarto e quinto comma e 602 secondo comma del nuovo codice di procedura penale, dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con sentenza 10 ottobre 1990, n. 435, non può essere...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5521 del 12 maggio 1992
«L'appello incidentale (art. 595 c.p.p.) non incontra alcun limite derivante dal contenuto dell'appello principale. In mancanza di espressi limiti legislativamente stabiliti, infatti, non è possibile ritenere che tale impugnazione debba essere...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6908 del 11 giugno 1992
«Ancorché l'applicazione di ufficio del beneficio della sospensione condizionale della pena sia compatibile, per effetto dell'art. 597 comma quinto c.p.p., con i limiti attribuiti alla cognizione del giudice di appello, la mancata applicazione del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7524 del 26 giugno 1992
«Per i giudizi che in grado di appello si celebrano con la procedura della camera di consiglio a norma dell'art. 599 c.p.p., che richiama le forme previste dall'art. 127 dello stesso codice, il giudice può riservarsi di depositare il provvedimenti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7842 del 8 luglio 1992
«Pur costituendo la adeguatezza della pena nella sua concretezza più il risultato di una intuizione che di un processo logico di natura analitica, il giudice, nell'esercizio del suo potere discrezionale di determinazione di essa, per evitare che la...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8072 del 17 luglio 1992
«Il giudice di merito non può negare le attenuanti generiche solo perché, indipendentemente dalla loro applicazione, considera adeguata la pena, ma deve prima stabilire se le attenuanti generiche devono essere applicate, poi, quando occorre,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 865 del 29 gennaio 1992
«Il principio del divieto della reformatio in peius è un principio di portata generale, applicabile quindi anche al giudizio di rinvio e a tale fine va operato il raffronto tra la pena inflitta con la sentenza annullata e quella applicata dal...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9373 del 4 settembre 1992
«Nel caso in cui essendo stati proposti avverso la stessa sentenza appello da una delle parti e ricorso per cassazione dall'altra e non essendosi fatto luogo a conversione del ricorso in appello ai sensi dell'art. 580 c.p.p., si sia giudicato del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9770 del 13 ottobre 1992
«L'appello incidentale rimane limitato dall'appello principale e può riguardare solo quei capi o quei punti della sentenza che di questo hanno formato oggetto, e rispetto ai quali l'impugnante in via incidentale lamenta l'ingiusta decisione. (In...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10977 del 29 novembre 1993
«Il codice del 1988, con la disposizione innovativa di cui all'art. 597, quarto comma, c.p.p. ha inteso rendere effettivo il divieto di reformatio in peius, imponendo al giudice di appello «di diminuire corrispondentemente la pena complessiva...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1370 del 19 maggio 1993
«La regola dettata dall'art. 568, quinto comma, seconda parte, c.p.p., secondo cui, nel caso che l'impugnazione sia stata proposta ad un giudice incompetente, questi trasmette gli atti al giudice competente, non può trovare applicazione nel caso di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1453 del 18 giugno 1993
«Il giudice di primo grado cui siano stati trasmessi gli atti a seguito di declaratoria da parte del giudice di appello di nullità della sentenza non può, nel caso in cui dissenta da siffatta decisione, elevare conflitto. Deve infatti escludersi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3017 del 23 luglio 1993
«In tema di materia di appello avverso le misure cautelari, il termine di venti giorni dalla ricezione degli atti, stabilito dall'art. 310, secondo comma, c.p.p. per la decisione del tribunale, non è perentorio, ma ordinatorio. Ne consegue che...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 367 del 20 maggio 1993
«Il potere riconosciuto al giudice di appello dall'art. 597, quinto comma, c.p.p. di applicare anche di ufficio con la sentenza i benefici degli artt. 163 e 175 c.p. ed una o più circostanze attenuanti, si pone come eccezionale e discrezionale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3928 del 18 gennaio 1993
«La situazione di stasi non è elemento sufficiente ai fini della configurabilità del conflitto di competenza, in quanto sono necessari altri tre requisiti: a) che la questione di competenza costituisca un punto pregiudiziale (anche solo logicamente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4811 del 11 maggio 1993
«Il giudice d'appello — chiamato a pronunciarsi su impugnazione dell'imputato relativa al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della loro prevalenza sulla contestata aggravante, con conseguente determinazione di una più lieve pena —...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4977 del 13 maggio 1993
«L'art. 597, comma quinto, c.p.p., pur conferendo al giudice di appello il potere di riconoscere, anche di ufficio, e di applicare il beneficio della sospensione condizionale della pena, non comporta per il detto giudice l'obbligo di specificare in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5360 del 27 maggio 1993
«L'appello incidentale deve avere lo stesso ambito dell'appello principale, deve essere cioè limitato ai punti della decisione investiti dai motivi dell'appello principale, e non può estendersi all'intero capo della sentenza. Infatti l'appello...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6361 del 23 giugno 1993
«Nel caso in cui nel giudizio di appello si sia proceduto, dopo la costituzione delle parti avvenuta nella sala delle pubbliche udienze, alla trasformazione del rito in quello camerale di cui all'art. 599 c.p.p., pur non ricorrendo i casi previsti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6868 del 9 luglio 1993
«Come si desume dal testo dell'art. 599 c.p.p. — che nel primo comma rinvia alle «forme previste dall'art. 127» dello stesso codice, nel secondo comma contempla il rinvio dell'udienza solo per l'impedimento dell'imputato, sempreché abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7010 del 14 luglio 1993
«Il quinto comma dell'art. 597 c.p.p. (cognizione del giudice di appello) prevede interventi ope iudicis in ordine a benefici, a concessione di attenuanti nonché a giudizi di comparazione di circostanze: anche in assenza di richiesta di attenuante...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8854 del 28 settembre 1993
«La mancata comparizione dell'imputato all'udienza camerale per il giudizio di appello di cui all'art. 599 c.p.p. — perché detenuto all'estero — non costituisce un caso di assoluta impossibilità a comparire per legittimo impedimento, non potendo...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9091 del 6 ottobre 1993
«In caso di nullità della sentenza di primo grado per totale mancanza grafica della motivazione, il giudice d'appello, in base ai poteri conferiti a lui dall'art. 604, quinto comma, c.p.p., può decidere nel merito, integrando la motivazione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9852 del 29 ottobre 1993
«Nel caso in cui il difensore abbia regolarmente presentato i motivi di appello avverso la sentenza di primo grado, egli non può dolersi della mancata notificazione dell'avviso di deposito della sentenza stessa, atteso che, essendosi la parte...»