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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 26171 del 6 dicembre 2006
«In tema di procedure concorsuali, il principio del previo accertamento del credito nelle forme dell'insinuazione al passivo non è applicabile ove l'obbligo, per la curatela, di restituzione delle somme percette segua de iure al venir meno, per...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19097 del 11 settembre 2007
«Il credito sorto antecedentemente al fallimento e azionato in via di surroga dal fideiussore, che ha pagato, ha natura concorsuale, in quanto essendo già insinuato al passivo per opera del creditore principale, continua ad essere insinuato per...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 64 del 10 gennaio 2012
«Nel giudizio proposto dagli organi della liquidazione coatta amministrativa per ottenere la condanna al pagamento di un debito di un terzo nei confronti della debitrice sottoposta alla procedura concorsuale, l'eccepibilità in compensazione di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2974 del 10 aprile 1990
«La sopravvenienza del fallimento del debitore, nel corso del giudizio di primo grado da questo promosso in opposizione a decreto ingiuntivo, determina, nel caso in cui il curatore non gli sia subentrato, l'inopponibilità al fallimento di tale...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7622 del 30 marzo 2010
«L'inosservanza del principio della immutabilità del giudice istruttore, sancito dall'art. 174 c.p.c., in difetto di una espressa sanzione di nullità, costituisce una mera irregolarità di carattere interno che non incide sulla validità degli atti e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13011 del 30 dicembre 1993
«Il vizio di costituzione del giudice è ravvisabile solo quando gli atti giudiziali siano posti in essere da persona estranea all'ufficio e non investita della funzione esercitata e perciò non è riscontrabile quando si verifichi una sostituzione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2608 del 14 aprile 1983
«Non costituisce motivo di nullità la sostituzione del giudice istruttore con altro magistrato per una determinata udienza, anche se manchi un formale provvedimento da parte del presidente della sezione, trattandosi di mera irregolarità sfornita di...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10394 del 3 dicembre 1994
«La mancata comunicazione dell'ordinanza di sostituzione del giudice nella fase istruttoria e del rinvio dell'udienza comporta la violazione del principio del contraddittorio e, quindi, la nullità degli atti compiuti successivamente. Detta nullità,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3774 del 16 aprile 1987
«La mancata comunicazione alle parti del decreto di sostituzione del giudice istruttore e del rinvio d'ufficio dell'udienza davanti all'istruttore stesso non comporta la nullità del giudizio quando le parti non sollevando al riguardo alcuna...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 14982 del 20 novembre 2000
«Anche nel rito del lavoro, la sostituzione del giudice nel corso della fase istruttoria, disposta senza il rispetto delle condizioni stabilite dall'art. 174, comma secondo, c.p.c. e 79 disp. att., costituisce, in difetto di un'espressa sanzione di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4076 del 8 aprile 1995
«Nel giudizio di appello soggetto al rito del lavoro, la sostituzione, anteriormente all'udienza di discussione, del giudice relatore designato nel decreto del presidente del tribunale, emesso ai sensi dell'art. 435 c.p.c., non viola il principio...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13061 del 14 luglio 2004
«Nel caso in cui sia stato necessario provvedere alla sostituzione del giudice di pace dinanzi al quale si era svolta l'udienza di discussione della causa perché cessato dall'incarico, il decreto del capo dell'ufficio che dispone ex art. 174 c.p.c....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11183 del 26 agosto 2000
«Le ordinanze emesse nel corso del giudizio oltre che revocabili e modificabili, anche implicitamente, hanno efficacia del tutto provvisoria e non comportano alcun effetto preclusivo, con la conseguenza che il giudice del merito, pur in presenza di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2911 del 26 marzo 1999
«La norma dell'art. 177 c.p.c., secondo cui le ordinanze “latu sensu” istruttorie, comprese quelle destinate a disciplinare lo svolgimento del processo, possono — tranne i casi previsti dal terzo comma dello stesso articolo — essere modificate o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2213 del 5 aprile 1984
«La contraddittorietà fra un'ordinanza istruttoria e la successiva sentenza di merito di primo grado non costituisce vizio di attività o di giudizio, ma espressione del principio di cui all'art. 177, primo comma, c.p.c., secondo cui le ordinanze...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8932 del 18 aprile 2006
«Le ordinanze con cui il giudice istruttore o il collegio decidono in ordine alle richieste di ammissione delle prove e dispongono in ordine all'istruzione della causa sono di norma revocabili, anche implicitamente, e non pregiudicano il merito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2744 del 27 marzo 1997
«Le ordinanze emesse dal giudice istruttore nel corso del processo divengono inefficaci nell'ipotesi di successiva pronunzia che disponga in tal senso, in modo esplicito (come nel caso della loro modifica da parte dello stesso giudice istruttore...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, ordinanza n. 251 del 25 marzo 1988
«L'art. 177 c.p.c., il quale stabilisce che le ordinanze lato sensu istruttorie comprese quelle destinate a regolare lo svolgimento del processo, possono essere modificate o revocate dal giudice che le ha pronunciate salvo i casi previsti dal terzo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3056 del 17 maggio 1984
«Il potere del giudice istruttore di revoca delle ordinanze, anche se discrezionalmente esercitabile, trova comunque ostacolo nel divieto di riaprire termini già esauriti, né può essere esercitato al fine di cancellare preclusioni già verificatesi;...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2602 del 22 febbraio 2001
«È inammissibile il ricorso per Cassazione, benché proposto formalmente contro una sentenza che tenda nella sostanza ad ottenere l'annullamento di una ordinanza di ammissione di prova. Un tale provvedimento, infatti, non è in grado di pregiudicare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 20581 del 21 ottobre 2004
«La finalità alla quale è ispirata la sequenza temporale di cui agli artt. 180, 183 e 184 c.p.c., con il connesso sistema delle preclusioni, è costituita dall'esigenza di assicurare il contraddittorio ed il diritto di difesa, restando nella...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10783 del 29 ottobre 1998
«La «prima udienza» di cui all'art. 269, comma secondo c.p.c., che segna il limite temporale per la tempestiva richiesta di concessione di un termine per la chiamata di terzo, va individuata con riguardo a criteri non meramente cronologici, ma...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 20122 del 18 settembre 2009
«Il provvedimento col quale il giudice, preso atto della indisponibilità di una delle parti a sottoporsi all'interrogatorio libero ed al tentativo di conciliazione, disponga procedersi oltre all'istruzione del giudizio, non è causa di nullità del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3639 del 13 febbraio 2009
«Nel giudizio di cognizione ordinario, che si instaura con la proposizione di una domanda mediante atto di citazione, l'attore non può proporre domande diverse rispetto a quelle originariamente formulate nell'atto di citazione, trovando peraltro...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 14581 del 30 luglio 2004
«Il quarto comma dell'art. 183 c.p.c. — nella formulazione da ultimo novellata dall'art. 5 D.L. 18 ottobre 1995, n. 432, conv., con modif., nella legge 20 dicembre 1995, n. 534 — consente all'attore di proporre nella prima udienza di trattazione...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4390 del 10 aprile 1992
«La successiva rettificazione del termine finale di cessazione della locazione, indicato nell'atto introduttivo del giudizio, concreta una semplice emendatio (e non un radicale mutamento) della domanda di sfratto per finita locazione perché non ne...»
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Cassazione civile, Sez. VI, sentenza n. 13269 del 26 luglio 2012
«Nel giudizio di risarcimento del danno derivato da colpa medica non costituisce inammissibile mutamento della domanda la circostanza che l'attore, dopo avere allegato nell'atto introduttivo che l'errore del sanitario sia consistito nell'imperita...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9266 del 19 aprile 2010
«Poiché la diversa quantificazione o specificazione della pretesa, fermi i fatti costitutivi, non comporta prospettazione di una nuova "causa petendi" e, quindi, una "mutatio libelli", integrando, invece, una mera "emendatio libelli", come tale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 14098 del 17 giugno 2009
«Il giudizio di indispensabilità della prova nuova in appello - previsto dall'art. 345, terzo comma, c.p.c. con riferimento al rito di cognizione ordinaria e dall'art. 437, secondo comma, in relazione al processo del lavoro - non attiene al merito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7044 del 8 giugno 1992
«Nel giudizio promosso per conseguire il rilascio dell'immobile locato, l'adesione del locatore alle contestazioni del conduttore sulla data di stipulazione del contratto di locazione e la conseguente modifica della data di rilascio indicata sulla...»