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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1296 del 4 febbraio 1998
«In tema di tentativo, nell'ipotesi di reato plurisoggettivo il concorrente che intenda essere scriminato per desistenza dall'azione ai sensi del terzo comma dell'art. 56 c.p. deve attivarsi al fine di evitare la realizzazione concorsuale della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5037 del 29 maggio 1997
«La desistenza volontaria — disciplinata dall'art. 56, comma terzo, c.p. — è una esimente di carattere speciale che trova fondamento nella considerazione utilitaristica di politica criminale secondo cui è opportuno mandare impunito il colpevole di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8148 del 22 luglio 1992
«In tema di ipotesi attenuata prevista dall'art. 56, terzo comma, c.p., si ha recesso volontario dall'azione delittuosa quando la prevalenza dei motivi di desistenza su quelli di persistenza nella condotta criminosa si sia verificata al di fuori di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 38735 del 23 settembre 2014
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, la remissione della querela proposta nei confronti del direttore del giornale, responsabile ai sensi dell'art. 57 cod. pen., non estende i suoi effetti nei confronti del giornalista per il reato di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 44126 del 29 novembre 2011
«Il direttore di un periodico on-line non è responsabile per il reato di omesso controllo, ex art. 57 c.p., sia per l'impossibilità di ricomprendere detta attività on-line nel concetto di stampa periodica, sia per l'impossibilità per il direttore...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46786 del 2 dicembre 2004
«In tema di diffamazione commessa con il mezzo della stampa, il direttore responsabile risponde del mancato controllo del contenuto del giornale unitariamente considerato, dovendo escludersi ogni rilevanza, ai fini della sussistenza del reato,...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 46226 del 29 gennaio 2004
«Integra l'ipotesi di reato di cui all'art. 57 c.p. la condotta del direttore responsabile di un quotidiano il quale autorizzi la pubblicazione di una lettera, apparentemente firmata da un comune cittadino, dal contenuto denigratorio nei confronti...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 32364 del 30 settembre 2002
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, la pubblicazione di un'intervista-rettifica alla persona offesa, che costituisce espressione dell'obbligo, penalmente sanzionato, di ristabilire prontamente la verità (ex art. 8 L. 8 febbraio 1948, n. 47),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11881 del 20 novembre 2000
«Il direttore responsabile di un periodico contenente annunci di soggetti privati è tenuto, nell'espletamento dei suoi compiti di controllo, a verificare la certezza della notizia e, quindi, ad impartire disposizioni affinché sia accertata...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1062 del 1 febbraio 2000
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, poiché l'autonomo reato colposo attribuito al direttore del giornale, ai sensi dell'art. 57 c.p., postula necessariamente l'accertamento della commissione del reato ex art. 595 comma terzo stesso codice, da...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23039 del 9 giugno 2008
«L'art. 57 c.p., nel prevedere che l'omesso controllo da parte del direttore responsabile di un periodico a stampa sia punito con la pena «stabilita » per il reato eventualmente commesso con la pubblicazione, istituisce un criterio autonomo di...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 15643 del 27 aprile 2005
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, è configurabile la scriminante putativa dell'esercizio del diritto di cronaca quando, pur non essendo obiettivamente vero il fatto riferito, il cronista abbia assolto l'onere di esaminare, controllare e...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 36283 del 14 settembre 2004
«Il diritto di impugnazione della parte civile è limitato alle sentenze di condanna e di proscioglimento per i reati di ingiuria e diffamazione (art. 577 c.p.p.) e non si estende alla diversa ed autonoma fattispecie delittuosa di cui all'art. 57...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34543 del 24 settembre 2001
«In tema di diffamazione a mezzo stampa, attesa l'autonomia dell'ipotesi colposa prevista dall'art. 57 c.p. a carico del direttore responsabile per omesso controllo sul contenuto della pubblicazione, deve escludersi che essa sia perseguibile...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7741 del 15 giugno 1999
«Per stabilire la procedibilità del reato di cui all'art. 57 c.p. per il caso di omissione da parte fatto del direttore responsabile del necessario controllo si deve tener conto del reale volere del querelante; solo se ne richieda comunque la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24754 del 11 giugno 2015
«Il giudizio di equivalenza o di sub-valenza delle circostanze aggravanti rileva soltanto "quoad poenam" e non rende il reato circostanziato perseguibile a querela di parte, ove questa sia prevista soltanto per la sola ipotesi base.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37635 del 12 settembre 2014
«La previsione dell'art. 78, comma primo, n. 1, c.p., secondo la quale la pena da applicare nel caso di concorso di reati che importano pene detentive temporanee non può superare il limite massimo di trent'anni di reclusione, funge da criterio...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 21826 del 28 maggio 2014
«L'infermità mentale non costituisce uno stato permanente ma va accertata in relazione alla commissione di ciascun reato e, conseguentemente, non può essere ritenuta sulla sola base di un precedente proscioglimento dell'imputato per totale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 14674 del 9 novembre 1990
«L'imputabilità del minore va considerata in relazione allo stato evolutivo proprio dell'età, certamente lungi dal compimento e al quale si accompagnano, per fatto naturale, una parziale immaturità, che si prospetta tale se comparata alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4808 del 16 aprile 1987
«La capacità del minore ultraquattordicenne è un concetto identificabile con il discernimento che si sviluppa con l'età, in virtù del quale il minore è in grado di rendersi conto delle proprie azioni, sì che per il suo accertamento non si possono...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 534 del 22 gennaio 1993
«Poiché la capacità di intendere e di volere del minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni non si presume, si richiede al giudice di merito un'adeguata motivazione sull'accertamento, in concreto, di detta capacità intesa come...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 9265 del 13 settembre 1991
«In tema di accertamento dell'imputabilità del minore ultraquattordicenne, non esistendo schemi astratti valevoli a tal fine, occorre valutare il comportamento del soggetto in concreto, onde verificare se egli presenta, in rapporto al fatto...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 1510 del 2 febbraio 1990
«In tema di imputabilità, deve essere annullata con rinvio ad altro giudice, per difetto di motivazione e violazione di legge la sentenza che dia atto della capacità di un minore imputato di omicidio colposo commesso con violazione delle norme...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7454 del 19 maggio 1989
«La capacità di intendere e di volere del minore che abbia compiuto quattordici anni, ma non ancora i diciotto deve essere accertata dal giudice di merito che, nell'esprimere il suo giudizio di fatto sul punto deve tener conto di una molteplicità...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7712 del 30 giugno 1988
«In ipotesi di imputato in età minorile al momento della commissione del fatto, l'accertamento in concreto della capacità di intendere e di volere è giudizio di merito insindacabile in sede di legittimità, ove sostenuto da motivazione esente da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2140 del 18 febbraio 1988
«Mentre l'incapacità di intendere e di volere da causa psicopatologica ha carattere assoluto, nel senso che prescinde dalla natura e dal grado di disvalore sociale della condotta posta in essere, l'incapacità di intendere e di volere da immaturità...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1996 del 27 febbraio 1982
«L'imputabilità di un minore degli anni diciotto può ben essere desunta sia dalla natura del reato, nell'ipotesi in cui il suo contenuto illecito s'imponga anche negli stadi meno elevati dello sviluppo psichico, sia dal comportamento processuale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2112 del 26 giugno 2000
«Nel computo della pena detentiva stabilita per ciascun reato ai fini dell'applicazione dell'amnistia elargita con D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75, anche la diminuente prevista dall'art. 98, comma primo, c.p. va calcolata nella sua estensione minima...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 43288 del 23 ottobre 2013
«La decisione di escludere la recidiva non è incompatibile con la fissazione di una pena base superiore ai limiti edittali, neanche se questa è giustificata con la gravità del reato e la personalità del reo, stante l'assenza di automatismi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32625 del 11 agosto 2009
«Il limite di aumento minimo per la continuazione pari ad un terzo della pena stabilita per il reato più grave, introdotta con la novella dell'art. 81, comma quarto, c.p. ad opera della L. n. 251 del 2005, si applica a condizione che l'imputato sia...»