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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10813 del 21 ottobre 1994
«In materia di concorso di persone nel reato, la condotta consistente nel non impedire l'evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire deve essere accompagnata dal dolo che caratterizza il concorso stesso, da ravvisarsi nella coscienza e volontà...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8419 del 6 settembre 1993
«In tema di reati fallimentari è configurabile il concorso ex art. 40 cpv., c.p. tutte le volte in cui l'amministratore di una società, investito ufficialmente della carica, violando l'obbligo di vigilanza e quello di attivarsi in presenza di atti...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15481 del 1 aprile 2004
«Non ricorre la fattispecie del così detto «concorso anomalo» di cui all'art. 116 c.p., bensì quella prevista all'art. 48 c.p. nel caso in cui si accerti che i concorrenti non abbiano avuto ab origine un accordo criminoso comune - inteso come...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4842 del 2 maggio 1995
«Il fatto della persona che, incaricata dal sostituto d'imposta del versamento delle ritenute erariali operate sulle retribuzioni dei dipendenti, ne ometta il versamento al fisco, integra, ai sensi dell'art. 48 c.p., il reato proprio previsto...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 1149 del 7 febbraio 1997
«In tema di valutazione delle circostanze, correlando le norme di cui agli artt. 59 e 118 c.p. - come modificati dalla legge 7 febbraio 1990 n. 19 - si ricavano due complementari principi giuridici. Le circostanze attenuanti, soggettive ed...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 49 del 13 febbraio 1982
«Il limite all'aumento della pena detentiva, fissato dalla legge in trent'anni per la reclusione nel caso di concorso di reati, non significa che nessuno possa, nel corso della sua vita, essere detenuto per più di detto periodo. Esso è, invece,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3060 del 24 febbraio 1989
«La disposizione dell'art. 67, cpv. c.p. non va intesa nel senso che la riduzione della pena, in caso di concorso di più circostanze attenuanti, va apportata nella misura massima di un quarto della pena - base, bensì nel senso che la pena da...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5901 del 12 maggio 1980
«I limiti alla diminuzione di pena nel caso di una sola attenuante o nel caso di concorso di più circostanze attenuante, previsti rispettivamente dagli artt. 65, primo comma n. 2 e 67, primo comma n. 2 del c.p., vanno coordinati col nuovo testo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 973 del 20 ottobre 1970
«Nella disciplina dell'art. 67 c.p. rientrano tutte le attenuanti, senza alcuna distinzione tra attenuanti attinenti all'imputabilità e attenuanti attinenti alla responsabilità o tra attenuanti comuni e attenuanti generiche. Pertanto, anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 17908 del 15 aprile 2003
«La riduzione della pena per il concorso di più circostanze attenuanti, prevista dall'art. 67 cpv. c.p., va applicata in modo che la pena da irrogare in concreto non sia mai inferiore ad un quarto della pena base e non diminuendo la pena nella...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6560 del 22 febbraio 2011
«Il limite massimo di trenta anni di reclusione, previsto per il caso di concorso di reati che importano pene detentive temporanee, non si applica nella ipotesi in cui concorrano più delitti per ciascuno dei quali deve infliggersi la pena della...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 51526 del 20 dicembre 2013
«Rientra nella nozione di pena accessoria non espressamente determinata dalla legge, quella per cui sia previsto un minimo ed un massimo, sicché, in tali casi, la durata della pena accessoria va parametrata dal giudice a quella della pena...»
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Cassazione penale, Sez. V, ordinanza n. 39946 del 13 ottobre 2004
«Il criterio «moderatore» della pena previsto dall'art. 78 c.p. non opera nel caso, disciplinato dal successivo art. 80, di concorso di pene inflitte con sentenze o decreti diversi, se diversi sono anche i tempi di commissione dei reati e delle...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2932 del 11 giugno 1998
«La pena da espiare, derivante da nuovo titolo esecutivo, va cumulata con la parte di pena relativa al precedente titolo eseguita dopo la commissione del nuovo reato (ovvero che restava da espiare alla data di commissione del nuovo reato),...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11169 del 19 dicembre 1981
«I reati contro la vita, che si determinano a seguito della rissa, non hanno valore assorbente rispetto al delitto di rissa. Pertanto, ben può configurarsi il concorso formale tra quelli e questo rispetto a chi ne è l'autore; mentre agiscono da...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 10961 del 14 novembre 1988
«L'art. 116 c.p. non è norma speciale rispetto a quello dell'art. 83 c.p. in quanto mentre quest'ultima riguarda esclusivamente la posizione del colpevole che risponde, a titolo di colpa, dell'evento non voluto allorché il fatto è preveduto dalla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5250 del 30 aprile 1988
«L'art. 116 c.p. assoggetta, nel quadro della maggiore pericolosità della delinquenza associata, la deviazione individuale dal piano concordato da parte di uno dei concorrenti, ad una disciplina più severa di quella predisposta dall'art. 83 stesso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16616 del 19 dicembre 1990
«Per l'ipotizzabilità del reato complesso è necessario che la legge abbia operato la fusione in un'unica figura criminosa di fatti costituenti autonomi reati. Non integra invece la figura del reato complesso l'esistenza di elementi comuni fra due...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7780 del 31 maggio 1990
«Per configurare il reato complesso è necessario che una norma di legge operi la fusione in un'unica figura criminosa dei fatti costituenti reati autonomi. Non basta quindi che i più fatti, i quali, isolatamente considerati, costituirebbero...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3528 del 23 aprile 1983
«Per aversi reato complesso ai sensi dell'art. 84 c.p. non basta che più fatti costituenti reato abbiano qualche elemento in comune, ma occorre che uno di essi converga interamente in un'altra figura criminosa tanto da perdere la sua autonomia e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 441 del 21 gennaio 1983
«Al fine di distinguere il concorso di reati dal reato complesso e se una determinata ipotesi criminosa prevista dalla legge sia da ritenersi diversa ed autonoma rispetto ad un'altra, deve aversi riguardo agli elementi costitutivi delle due...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6775 del 22 febbraio 2005
«Il delitto di violenza sessuale (nella specie, di gruppo: art. 609 octies c.p.), considerato come circostanza della forma aggravata dell'omicidio, se commesso in un unico contesto temporale, non concorre formalmente con esso, ma in esso resta...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 16267 del 7 aprile 2004
«In tema di falso documentale, la materiale falsificazione dell'atto di autentica notarile di una scrittura di compravendita, commessa dal privato, integra il reato di falsità materiale in atto pubblico di cui agli articoli 476 e 482 c.p., in...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 15168 del 1 aprile 2003
«Il concorso tra il reato di cui all'art. 40, comma 1 lett. c) del D.L.vo n. 504 del 1995 e quello di cui all'art. 40, comma 3 della medesima legge (rispettivamente destinazione e tentativo di destinazione ad uso soggetto ad imposta maggiore di oli...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7451 del 24 giugno 1998
«In tema di conversione di decreto legge, all'introduzione di emendamenti nella legge di conversione non sempre può ricondursi la conseguenza di determinare automaticamente la perdita di efficacia ex tunc del decreto legge, né, correlativamente,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1088 del 26 gennaio 1989
«I delitti previsti dagli artt. 270 e 270 bis c.p., non concretano né un elemento costitutivo né una circostanza aggravante della banda armata, con la quale, invece, sussiste un legame di fine a mezzo e non di specie a genere. Ne consegue che,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 38107 del 27 ottobre 2010
«La «determinazione» nel concorso di persone nel reato sussiste quando la condotta del «determinatore» abbia fatto insorgere nel «determinato» una intenzione criminosa prima inesistente, e va distinta dalla «istigazione», che provoca il mero...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2188 del 16 febbraio 1990
«L'art. 111 c.p., nel prevedere il caso di chi determini a commettere un reato una persona non imputabile o non punibile, non richiede nella persona determinata, mero strumento di esecuzione, partecipazione soggettiva né consapevolezza di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3299 del 23 gennaio 2001
«In tema di associazione per delinquere di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), il combinato disposto degli artt. 110 e 115 c.p. preclude la configurabilità di un concorso esterno o eventuale, atteso che l'aiuto portato all'associazione nei momenti di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 39292 del 21 ottobre 2008
«Ai fini dell'applicabilità dell'art. 117 c.p., che disciplina il mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti, è necessario che il fatto commesso dall'estraneo costituisca comunque reato anche in mancanza della qualifica rivestita...»