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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 13849 del 23 settembre 2002
«La continuità dell'apporto richiesto dall'art. 230 bis c.c. per la configurabilità della partecipazione all'impresa familiare non esige la continuità della presenza in azienda, richiedendo invece soltanto la continuità della presenza in azienda,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5603 del 18 aprile 2002
«Ai fini del riconoscimento dell'istituto — residuale — della impresa familiare è necessario che concorrano due condizioni, e cioè, che sia fornita la prova sia dello svolgimento, da parte del partecipante, di un'attività di lavoro continuativa...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3520 del 24 marzo 2000
«A prescindere dal problema più generale relativo alla natura in sè societaria o meno dell'impresa familiare, in ogni caso, quando il rapporto fra i componenti della stessa si strutturi all'esterno, come un rapporto societario, nell'ambito del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11689 del 16 ottobre 1999
«Nell'impresa familiare le decisioni concernenti l'impiego degli utili e degli incrementi sono adottate da tutti i familiari che partecipano all'impresa stessa, sicché da tanto è dato desumere che vi è una partecipazione paritetica di tutti i suoi...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4171 del 13 maggio 1997
«La volontà dei partecipanti alla comunione tacita familiare può essere manifestata anche attraverso un comportamento tacito concludente e non richiede uno specifico atto di conferimento di beni patrimoniali, essendo sufficiente lo svolgimento di...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 697 del 20 gennaio 1993
«La configurabilità del rapporto d'impresa familiare dedotto nell'atto introduttivo del giudizio — con la conseguente devoluzione della relativa controversia alla competenza per materia del pretore in funzione di giudice del lavoro — non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6559 del 27 giugno 1990
«Nell'ambito dell'istituto «dell'impresa familiare» di cui all'art. 230 bis c.c., caratterizzato dall'assenza di un vincolo societario e dalla insussistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra i familiari e la persona del capo (quale...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 658 del 26 gennaio 1988
«Il secondo comma dell'art. 232 c.c., introdotto dalla riforma del diritto di famiglia di cui alla L. 19 maggio 1975, n. 151, circa i limiti della presunzione di concepimento durante il matrimonio in caso di separazione dei coniugi, non opera...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 541 del 23 gennaio 1984
«In caso di riconciliazione fra coniugi, già autorizzati a vivere separati nel corso di procedimento di separazione personale, riprende ad operare la presunzione di concepimento durante il matrimonio di cui all'art. 232, primo comma c.c., con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3250 del 11 maggio 1983
«La presunzione assoluta di concepimento, a norma dell'art. 232 c.c., del figlio che sia nato dopo centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio è diretta ad impedire nei confronti di chi sia nato entro tali limiti ogni possibilità di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 498 del 25 gennaio 1986
«In tema di disconoscimento della paternità del figlio concepito durante il matrimonio, per effetto della L. 19 maggio 1975, n. 151, per quanto riguarda l'ipotesi della mancata coabitazione, la nuova formulazione dell'art. 235, n. 1, c.c. ha...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15089 del 6 giugno 2008
«In tema di disconoscimento della paternità, ove l'azione sia promossa per l'impotenza del marito, l'esperimento della prova ematico-genetica non è subordinato all'esito positivo della prova dell'impotenza, anche solo di generare, in tal senso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15088 del 6 giugno 2008
«In tema di disconoscimento della paternità, ove l'azione sia promossa per celamento della gravidanza, l'esperimento della prova ematologica e genetica non è subordinato all'esito positivo della prova della predetta circostanza, in tal senso...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4175 del 22 febbraio 2007
«A seguito della sentenza della Corte costituzionale 6 luglio 2006, n. 266, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 235, secondo comma c.c. nella parte in cui subordinava l'esame delle prove ematologiche alla previa dimostrazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3899 del 12 giugno 1986
«La prova ematologica — anche se idonea, a causa dei progressi scientifici, a fornire validi el¬menti di valutazione non solo per escludere ma anche per affermare il rapporto biologico di paternità — è pur sempre soggetta alla regola...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3094 del 21 maggio 1985
«Nel giudizio di disconoscimento della paternità, è valutabile, come elemento indiziario di convincimento, non solo il rifiuto della parte di sottoporsi alla disposta prova genetica ed ematologica (il quale è assimilabile al rifiuto di ottemperare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6302 del 16 marzo 2007
«I termini di decadenza per l'esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità concorrono, unitamente ai casi in cui tale azione è consentita, a definire l'ambito nel quale il disconoscimento di paternità è esperibile e, con esso, a delineare...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4090 del 25 febbraio 2005
«In tema di azione di disconoscimento di paternità, il termine annuale di decadenza entro il quale va introdotto da parte del padre il giudizio ai sensi degli artt. 235, primo comma , n. 3, e 244, secondo comma, c.c., come emendato con sentenza...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5248 del 21 aprile 2000
«La disciplina del termine di cui all'art. 244 c.c. conseguente alla sentenza della Corte costituzionale n. 134 del 1985 — che ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il secondo comma dell'art. 244 c.c. nella parte in cui non dispone, per il...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 595 del 18 gennaio 1993
«In tema di azione di disconoscimento della paternità da parte del marito (art. 244, secondo comma, c.c.), la dichiarazione della madre di nascita del figlio, appresa dal marito in occasione di un suo ritorno, anche se temporaneo, nel luogo di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6716 del 5 agosto 1987
«Il termine di decadenza di un anno per l'azione di disconoscimento della paternità comincia a decorrere, ai sensi dell'art. 244, secondo comma, c.c. dal giorno della nascita del figlio qualora l'attore si trovasse nel luogo della nascita al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13892 del 19 settembre 2003
«Il provvedimento di conferma o di revoca di curatore speciale al minore, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 244 c.c., adottato in sede di reclamo ex art. 739 c.p.c., ancorché non sia di per sé ricorribile per cassazione ai sensi dell'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11947 del 25 novembre 1998
«In tema di azione di disconoscimento di paternità, il provvedimento di nomina o revoca del curatore speciale di cui all'art. 244 c.c. è privo sia del requisito della definitività (poiché esso non si sottrae alla più generale disciplina della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2182 del 5 marzo 1994
«In materia di accertamento della filiazione naturale, la sentenza della Corte costituzionale n. 341 del 1990, dichiarativa dell'illegittimità dell'art. 274, primo comma, c.c., nella parte in cui non prevede, se si tratti di minore infrasedicenne,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1958 del 23 febbraio 1991
«Il procedimento previsto dall'art. 250, quarto comma c.c. per conseguire dal tribunale una pronuncia che tenga luogo del mancato consenso al riconoscimento del figlio minore da parte del genitore che abbia già effettuato tale riconoscimento, è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5115 del 3 aprile 2003
«Il riconoscimento del figlio naturale minore infrasedicenne, già riconosciuto da un genitore, è diritto soggettivo primario dell'altro genitore, costituzionalmente garantito dall'art. 30 Cost.: in quanto tale, esso non si pone in termini di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2463 del 15 marzo 1994
«Nell'indagine sulla legittimità o meno del rifiuto, da parte del genitore che per primo abbia riconosciuto il figlio naturale, del consenso al successivo riconoscimento ad opera dell'altro genitore (art. 250 c.c.), occorre fare esclusivo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6093 del 16 giugno 1990
«Il riconoscimento di figlio naturale minore di sedici anni, già riconosciuto da un genitore, da parte del secondo genitore, ancorché condizionato all'interesse del minore, costituisce un diritto soggettivo primario della personalità espressamente...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7535 del 12 ottobre 1987
«Nel procedimento previsto dall'art. 250 c.c., per conseguire una pronuncia che tenga luogo del mancato consenso del genitore, che abbia già riconosciuto il figlio minore infrasedicenne, al riconoscimento da parte dell'altro genitore, l'indagine...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2654 del 13 marzo 1987
«Nel giudizio previsto dall'art. 250, quarto comma c.c. — diretto ad ottenere, da parte di chi vuole effettuare il riconoscimento, una sentenza che tenga il luogo del consenso rifiutato dal genitore che per primo ha riconosciuto il figlio naturale...»