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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 216 del 17 gennaio 1975
«La nullità della sentenza, in quanto pronunciata dopo la discussione della causa avvenuta davanti al collegio in Camera di Consiglio e non in pubblica udienza, come prescrive il primo comma dell'art. 128 c.p.c., non può essere sollevata d'ufficio,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10282 del 29 aprile 2010
«Quando vi è coincidenza tra la composizione del collegio giudicante, risultante dal verbale dell'udienza di discussione della causa, redatto dal cancelliere, e quella indicata nell'intestazione della sentenza, sottoscritta dal presidente del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9411 del 8 agosto 1992
«La mera mancanza della sottoscrizione da parte del giudice istruttore e del cancelliere del verbale dell'udienza di rimessione della causa al collegio per la discussione non comporta la nullità anche della sentenza che definisce il giudizio, ove...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1071 del 4 febbraio 1987
«Per contestare le risultanze del verbale di udienza in ordine alle indicate circostanze di tempo e di luogo ed eccepire la omessa attestazione nel detto verbale di fatti processualmente rilevanti — quali la sopravvenuta impossibilità oggettiva (o...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1639 del 9 marzo 1984
«Il verbale d'udienza fa fede sino a querela di falso, senza che l'eventuale mancata assistenza del cancelliere nella formazione di esso ovvero il difetto di sottoscrizione da parte dello stesso incida sul concreto raggiungimento degli scopi cui...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1971 del 7 aprile 1981
«Essendo il verbale di udienza un atto che fa fede fino a querela di falso, la proposizione di questa è indispensabile ai fini della dimostrazione che la composizione del collegio che ha assunto la causa in decisione (e che risulta aver emesso la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10731 del 3 agosto 2001
«Al fine di stabilire se un provvedimento abbia natura di ordinanza o di sentenza, e sia, quindi, soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per le sentenze, occorre aver riguardo non già alla sua forma esteriore ed alla qualificazione...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 644 del 30 gennaio 1979
«Poiché per la individuazione della natura di un provvedimento giurisdizionale è decisiva non già la forma esteriore o la denominazione che il giudice gli abbia dato, sibbene il suo intrinseco contenuto, deve riconoscersi natura di sentenza, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2753 del 11 luglio 1975
«La natura di un provvedimento giudiziale dev'essere desunta non già dalla forma esteriore o dalla denominazione che il giudice gli abbia dato, sibbene dal suo intrinseco contenuto. Pertanto, si ha ordinanza quando il provvedimento disponga in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4866 del 1 marzo 2007
«La mancata comunicazione al procuratore costituito di una delle parti delle ordinanze pronunziate fuori udienza determina la nullità delle attività riconducibili alle udienze posteriormente celebrate, che si estende agli atti successivi del...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7620 del 5 giugno 2001
«Il principio, secondo cui, anche al di fuori dell'ambito di operatività dell'art. 138, secondo comma, c.p.c., il rifiuto del destinatario di un atto unilaterale recettizio di ricevere lo stesso non esclude che la comunicazione debba ritenersi...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6304 del 13 marzo 2013
«Qualora il giudice dell'impugnazione ravvisi, anche d'ufficio, la grave difficoltà per l'esercizio del diritto di difesa, determinata dal non avere il cancelliere reso conoscibile la data di deposito della sentenza prima della pubblicazione della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 23561 del 11 novembre 2011
«La rimessione in termini, tanto nella versione prevista dall'art. 184 bis c.p.c., quanto in quella di più ampia portata prefigurata nel novellato art. 153, secondo comma, c.p.c., presuppone la tempestività dell'iniziativa della parte che assuma di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7795 del 22 ottobre 1987
«Il decreto con il quale la corte d'appello, in accoglimento del ricorso del creditore istante contro il provvedimento negativo dei primi giudici, rimette d'ufficio gli atti al tribunale per la dichiarazione di fallimento a norma del terzo comma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8008 del 8 agosto 1990
«Qualora la corte di appello accolga il reclamo avverso il decreto del tribunale di rigetto dell'istanza di fallimento, rimettendo gli atti al primo giudice per la dichiarazione del fallimento medesimo, i vizi in procedendo attinenti al...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3716 del 13 marzo 2003
«In sede di reclamo al tribunale fallimentare avverso i provvedimenti del giudice delegato su questioni involgenti diritti soggettivi, l'osservanza del principio del contraddittorio richiede, a norma dell'art. 26 legge fall. (nel testo risultante...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3974 del 27 febbraio 2004
«In tema di principi costituzionali d'imparzialità e d'indipendenza del giudice (artt. 25 e 101 Cost.), a meno che il giudice abbia un interesse proprio e diretto nella causa, che lo ponga nella condizione sostanziale di parte e determini la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19858 del 20 settembre 2010
«Il decreto del tribunale fallimentare che - investito del reclamo avverso il provvedimento con il quale il giudice delegato, dopo la sentenza di omologazione del concordato fallimentare, abbia indicato le modalità di pagamento dei crediti da parte...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 17898 del 25 novembre 2003
«Il ricorso straordinario per cassazione avverso il provvedimento con il tribunale fallimentare abbia deciso, ai sensi dell'art. 26 l. fall., il reclamo relativo al decreto di liquidazione delle competenze dovute al legale della curatela...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4509 del 11 ottobre 1978
«Il provvedimento con il quale il tribunale, ai sensi dell'art. 121 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, dispone la riapertura del fallimento, ha forma e natura sostanziale di sentenza, e, come tale, non essendo né soggetto a gravame, né revocabile, è...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 12615 del 17 dicembre 1998
«Il termine di sessanta giorni per la proposizione del ricorso straordinario per Cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost. avverso il decreto pronunziato in sede di reclamo dal tribunale fallimentare ai sensi dell'art. 26 L. fall. non decorre dalla...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2483 del 21 febbraio 2002
«In materia fallimentare, nell'ipotesi di cassazione della pronunzia d'inammissibilità del reclamo (assunta dal giudice di merito per ritenuta decorrenza del termine utile ai fini della relativa proposizione) avverso il provvedimento emesso dal...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4092 del 25 gennaio 2013
«In tema di conflitto di competenza, sussiste per il giudice l'obbligo dell'immediata trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione ai sensi dell'art. 30, comma secondo c.p.p. soltanto qualora l'atto di parte rappresenti una situazione...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3919 del 31 gennaio 2012
«Non è ricorribile per cassazione l'ordinanza con cui il giudice di pace, fuori dalla ipotesi di concorso formale di reati, rileva la connessione con altro procedimento pendente a carico del medesimo imputato avanti al Tribunale, ordinando...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3930 del 14 dicembre 1992
«Nel vigore del codice abrogato quando la risoluzione di un conflitto dipendeva dalla determinazione del titolo del reato o dalla sussistenza di circostanze aggravanti e non poteva essere esclusa allo stato, in base ad una delibazione sommaria...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38595 del 9 ottobre 2003
«La richiesta di giudizio abbreviato condizionato formulata con l'atto di opposizione a decreto penale di condanna e rigettata dal Gip conserva i suoi effetti come richiesta di giudizio abbreviato semplice, a nulla rilevando che nell'atto di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1746 del 18 luglio 1990
«Non sono impugnabili tutti i provvedimenti negativi di competenza, abbiano essi la forma di sentenza o quella di ordinanza, in quanto, a norma dell'art. 28 del nuovo c.p.p. — come, del resto, anche a norma dell'art. 51 del codice abrogato — tali...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15408 del 10 agosto 2004
«Nel sistema vigente opera il principio cosiddetto dell'acquisizione della prova, in forza del quale ogni emergenza istruttoria, una volta raccolta, è legittimamente utilizzabile dal giudice indipendentemente dalla sua provenienza, ed il risultato...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 16087 del 25 ottobre 2003
«La valutazione delle risultanze probatorie rientra nei compiti istituzionali del giudice di merito, il quale è libero di attingere il proprio convincimento da quelle prove o risultanze di prove che ritenga più attendibili ed idonee alla formazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5133 del 26 maggio 1999
«Qualora il giudice del merito ritenga sussistere un insanabile contrasto tra le varie deposizioni testimoniali in ordine ai fatti costitutivi della domanda e quindi rigetti la stessa, è configurabile la violazione del criterio dell'art. 116, primo...»