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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12324 del 10 giugno 2005
«Qualunque sia l'entità del debito pecuniario, non può prescindersi dal consenso espresso o presunto del creditore al fine di estinguere il debito in modo diverso dal pagamento in moneta; in particolare, non contrastano con questo principio nè la...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13252 del 6 giugno 2006
«Allorquando venga proposta l'opposizione a decreto ingiuntivo intempestivamente e sia seguita da costituzione tempestiva oppure venga proposta tempestivamente, ma sia seguita da una costituzione tardiva dell'opponente, non sussiste la possibilità...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11774 del 21 maggio 2007
«La condizione è «meramente potestativa» quando consiste in un fatto volontario il cui compimento o la cui omissione non dipende da seri o apprezzabili motivi, ma dal mero arbitrio della parte, mentre si qualifica «potestativa» quando la volontà...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4339 del 24 luglio 1985
«Qualora i contraenti, contemplando un evento futuro (nella specie, approvazione di un progetto di costruzione da parte dell'autorità competente), abbiano ad esso correlato non l'efficacia del vincolo negoziale, ma soltanto il tempo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5579 del 23 giugno 1997
«L'incaricato a ricevere il pagamento, di cui al primo comma dell'art. 1189 ( Recte: 1188 - N.d.R. ) c.c., è persona diversa sia dal rappresentante che dal mandatario del creditore, trattandosi di soggetto cui viene conferito esclusivamente il...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4637 del 20 maggio 1996
«L'art. 1189 codice civile — a norma del quale il debitore che esegue il pagamento a chi appare legittimato a riceverlo in base a circostanze univoche, è liberato se prova di essere stato in buona fede, e che deve essere interpretato nel senso che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1572 del 1 giugno 1974
«La locuzione «meno garantito», usata nell'art. 1193 c.c. per indicare il secondo dei criteri suppletivi — destinato ad entrare in funzione quando non vi sia stata imputazione espressa da parte del debitore e sussista una pluralità dei debiti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 975 del 21 gennaio 2004
«Poiché l'art. 1194 c.c. contiene un criterio legale di imputazione, in forza del quale il debitore, senza il consenso del creditore, non può imputare il pagamento al capitale piuttosto che agli interessi e alle spese, allorquando il creditore (...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15053 del 9 ottobre 2003
«Il criterio legale di imputazione del pagamento agli interessi anziché al capitale (in difetto del consenso del creditore) di cui all'art. 1194 c.c. non costituisce fatto che debba essere specificamente dedotto in funzione del raggiungimento di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5707 del 26 giugno 1997
«La disposizione dell'art. 1194 c.c. secondo la quale il debitore non può imputare il pagamento al capitale piuttosto che agli interessi o alle spese senza il consenso del creditore, presuppone che tanto il credito per il capitale quanto quello,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 913 del 21 marzo 1969
«La norma dell'art. 1197 c.c. trova applicazione solo quando il consenso del creditore e del debitore è diretto a sostituire all'oggetto della prestazione originaria un oggetto diverso e ad estinguere, con la dazione di questo, l'obbligo del debitore.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27158 del 19 dicembre 2006
«Nelle obbligazioni aventi ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, il pagamento effettuato mediante corresponsione di un assegno circolare, secondo gli usi negoziali, come è prassi per i pagamenti delle società di assicurazione o comunque...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1326 del 3 febbraio 1995
«L'invio di un assegno di conto corrente per effettuare il pagamento del canone di locazione non ha efficacia liberatoria se non venga accettato dal creditore locatore. Tuttavia, l'efficacia liberatoria può ravvisarsi qualora la pregressa e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4205 del 3 luglio 1980
«L'invio di assegni bancari o circolari da parte del debitore obbligato al pagamento di somme di danaro si configura come una datio in solutum o, più precisamente, come proposta di una datio pro solvendo , la cui efficacia solutoria dipende...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2298 del 19 marzo 1996
«L'art.1199 codice civile, con lo stabilire che il creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta del debitore, rilasciargliene quietanza, concepisce quest'ultima come un documento scritto che, pur non richiedendo particolari forme, attesti...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10893 del 1 ottobre 1999
«A seguito del pagamento del debito a garanzia del quale sia stata in precedenza iscritta ipoteca, il creditore soddisfatto è tenuto, ai sensi dell'art. 1200 c.c., a prestare il proprio consenso, nelle forme prescritte dalla legge (artt. 2882 comma...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1997 del 22 febbraio 1995
«... La disposizione di cui all'art. 1203 c.c., in base alla quale la surrogazione legale ha luogo di diritto, va intesa nel senso che essa opera anche senza il consenso del creditore originario e del debitore, e non invece nel senso che la sua...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6240 del 24 novembre 1981
«A differenza della surrogazione per volontà del creditore (art. 1201 c.c.) e di quella per volontà del debitore (art. 1202 c.c.), la surrogazione legale (art. 1203, n. 3 c.c.) opera di diritto e, per effetto del meccanismo legale, non richiede la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20316 del 23 luglio 2008
«Al dipendente che sospenda volontariamente l'esecuzione della prestazione lavorativa, finché non provveda a mettere nuovamente a disposizione la stessa, anche se per facta concludentia e senza ricorrere a specifici requisiti formali,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1024 del 10 febbraio 1984
«Il debitore, che non possa eseguire la prestazione dovuta a causa del comportamento di un soggetto estraneo al rapporto obbligatorio, può invocare la conseguente impossibilità della prestazione come motivo di esclusione della sua responsabilità,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2000 del 22 febbraio 2001
«In tema di interpretazione di un atto di costituzione in mora, la sua natura di atto giuridico in senso stretto (nonché recettizio) non consente l'applicabilità diretta ed immediata dei principi sui vizi del volere e della capacità dettati in tema...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 959 del 24 febbraio 1978
«L'atto di costituzione in mora è un atto giuridico in senso stretto, il quale non va compreso nella nozione di «atti unilaterali tra vivi a contenuto patrimoniale» di cui all'art. 1324 c.c., riferibile ai soli negozi giuridici unilaterali....»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1944 del 24 marzo 1984
«Allorché l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio (in senso lato) del debitore — come nel caso di pagamenti da effettuarsi dalla pubblica amministrazione, ai quali non possono parificarsi gli ordinativi — non si applica la norma contenuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15352 del 6 luglio 2006
«L'offerta non formale della prestazione è idonea ad escludere la mora del debitore soltanto se sia seria, tempestiva e completa, e consista nell'effettiva introduzione dell'oggetto integrale della prestazione dovuta nella disponibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 11967 del 17 maggio 2010
«Il diritto al risarcimento del danno patrimoniale derivante da responsabilità contrattuale viene in essere al momento in cui l'inadempimento dell'obbligato incide la sfera giuridica altrui provocando, per il soggetto leso, la diminuzione del suo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14488 del 29 luglio 2004
«Nel caso di responsabilità del sanitario per il mancato esercizio del diritto all'interruzione della gravidanza nei casi previsti dalla legge 22 maggio 1978, n. 194, il danno risarcibile è rappresentato non solo da quello dipendente dal...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7507 del 4 giugno 2001
«In contrapposizione all'art. 2043 c.c., che fa sorgere l'obbligo del risarcimento dalla commissione di un «fatto» doloso o colposo, il successivo art. 2055 considera, ai fini della solidarietà nel risarcimento stesso, il «fatto dannoso», sicché,...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2009 del 6 marzo 1997
«L'ambito del danno risarcibile per inadempimento contrattuale è circoscritto dal criterio della cosiddetta regolarità causale, nel senso che sono risarcibili i danni diretti ed immediati, ed inoltre i danni mediati ed indiretti che rientrano nella...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 564 del 13 gennaio 2005
«... nell'ipotesi di illecito determinante l'invalidità permanente di soggetto privo di reddito, in quanto non svolga attività lavorativa e frequenti un corso di studi, il danno da risarcire consiste nel minor guadagno che l'interessato realizzerà...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 489 del 20 gennaio 1999
«Quando la persona danneggiata muoia nel corso del giudizio di liquidazione del danno per causa sopravvenuta ed indipendente dal fatto lesivo di cui il convenuto è chiamato a rispondere, la determinazione del danno biologico e patrimoniale in senso...»