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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3664 del 21 febbraio 2006
«I consorzi, contrattando con i terzi per conto dei consorziati, operano quali loro mandatari, dovendo farsi carico delle obbligazioni assunte verso i terzi; tuttavia, in deroga al principio generale contenuto nell'art. 1705 c.c., la responsabilità...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 9509 del 27 settembre 1997
«In deroga al principio generale contenuto nell'art. 1705 c.c., la responsabilità solidale tra consorzio e singolo consorziato, prevista dal secondo comma dell'art. 2615 c.c. in ipotesi di obbligazioni contratte per conto del singolo consorziato,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10956 del 9 dicembre 1996
«Il consorzio con attività esterna, pur essendo sfornito di personalità giuridica, è un autonomo centro di rapporti giuridici e pertanto assume la responsabilità, garantita dal fondo consortile, dei contratti che stipula in nome proprio. Quindi se...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 21532 del 3 giugno 2002
«In tema di falso in bilancio, a seguito dell'entrata in vigore del D.L.vo 11 aprile 2002, n. 61, si è verificato un fenomeno di successione di norme nell'ambito del quale la vigente disciplina si pone in rapporto di specialità rispetto alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7326 del 15 febbraio 2008
«Integra la distrazione rilevante ex artt. 216 e 223, comma primo, l. fall. (bancarotta fraudolenta impropria) la condotta di colui che trasferisca, senza alcuna contropartita economica, beni di una società in difficoltà economiche - di cui sia...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 23241 del 27 maggio 2003
«Il “vantaggio compensativo” nell'ipotesi del collegamento o del gruppo di società, ai sensi dell'art. 2634, comma terzo, c.c., come riformulato dall'art. 1 del D.L.G. 11 aprile 2002, n. 61 (secondo cui “in ogni caso non è ingiusto il profitto...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15468 del 15 ottobre 2003
«In caso di conflitto tra i creditori dell'erede che abbia deciso di rinunziare all'eredità (i quali, come noto, hanno diritto di agire, ex art. 524 c.c., onde sentirsi autorizzare ad accettare in nome e in luogo del debitore rinunziante) e gli...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1135 del 2 febbraio 2000
«Poiché la trascrizione sui registri immobiliari è informata al criterio della ricerca per nome del soggetto cui si riferisce, qualora, per errore della Conservatoria, la trascrizione, ancorché la nota sia stata correttamente redatta, venga...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 9297 del 18 aprile 2007
«In tema di responsabilità aggravata, la norma dell'art. 96, c.p.c., nell'affidare al giudice avanti al quale si è «agito o resistito» (primo comma) ed a quello che ha compiuto l'accertamento «l'inesistenza del diritto» (secondo comma) il compito...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10742 del 11 maggio 2009
«Il rappresentato non può essere considerato terzo rispetto ad un contratto stipulato da altri nel suo nome e per suo conto solo perché eccepisce che il contratto è stato concluso dopo la revoca della procura, e non può avvalersi, quindi, della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16419 del 21 novembre 2002
«Ha valore probatorio come l'originale la copia conforme di un atto pubblico (nella specie, sommario processo verbale di infrazione al codice della strada), quando questa sia una rappresentazione scritta dell'originale nella quale i segni grafici...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11881 del 6 agosto 2003
«La qualificazione giuridica del fatto esula dall'ambito della confessione, la quale può avere ad oggetto solo circostanze obiettive e non già opinioni o giudizi. (Nella specie la sentenza impugnata, contrariamente alle dichiarazioni rese dalla...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19059 del 5 settembre 2006
«Nel processo di espropriazione forzata mobiliare presso terzi la dichiarazione del terzo ex art. 547 c.p.c. è preordinata all'individuazione della cosa assoggettata ad espropriazione, se essa è positiva il processo di esecuzione può procedere...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3387 del 23 marzo 1995
«Qualora il creditore assistito da ipoteca su immobile del debitore, pur essendo stato soddisfatto dal fideiussore, mantenga la qualità d'intestatario dell'iscrizione ipotecaria, per non avere detto fideiussore esercitato la facoltà di variare a...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8196 del 19 agosto 1998
«Per l'operatività del principio di diritto, secondo il quale la domanda di cui all'art. 2932 c.c. deve essere accolta se il proponente abbia offertola sua prestazione nei modi di legge — tra i quali vi è l'invito del promissario-acquirente al...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 493 del 22 luglio 1999
«Perché possa configurarsi illecito permanente è necessario che la condotta venga posta in essere dalla medesima persona, e perciò che l'elemento soggettivo del fatto causale sia ontologicamente riferibile ad un unico soggetto, con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14644 del 23 giugno 2009
«Il termine di prescrizione applicabile al diritto al risarcimento del danno, derivato da un fatto astrattamente previsto dalla legge come reato, è sempre quello previsto dall'art. 2947 c.c., a nulla rilevando che l'azione penale sia o meno...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11727 del 1 agosto 2003
«Nelle controversie concernenti la dichiarazione giudiziale della paternità o maternità naturale, i soggetti attivamente e passivamente legittimati non possono conferire ad altri il potere di stare in giudizio in loro nome e conto, in quanto la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8899 del 11 aprile 2013
«In tema di successioni testamentarie, a norma degli artt. 625 e 628 c.c., l'indicazione del beneficiario fatta dal testatore in modo impreciso o incompleto non rende nulla la disposizione qualora, dal contesto del testamento o altrimenti, con...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6761 del 4 maggio 2012
«La revocazione della donazione per sopravvenienza di figli risponde all'esigenza di consentire al donante di riconsiderare l'opportunità dell'attribuzione liberale a fronte della sopravvenuta nascita di un figlio, o della sopravvenuta conoscenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 128 del 11 marzo 1994
«I fatti previsti dall'art. 73, n. 5, L. 22 dicembre 1975, n. 685, nel testo sostituito dall'art. 14, L. 26 giugno 1990, n. 162, non costituiscono ipotesi autonome di reato ma elementi aventi carattere di circostanze attenuanti oggettive ad effetto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5021 del 27 marzo 1996
«A norma dell'art. 7, comma 2 della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, le funzioni del collegio per i reati ministeriali, alla scadenza del biennio della durata della sua carica sono prorogate per i procedimenti non definiti nella...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1720 del 12 settembre 1996
«Diversamente dal codice di rito civile, dove il principio di verità del procedimento di gravame si realizza con la necessità del simultaneus processus attraverso la previsione che le diverse impugnazioni contro la medesima sentenza devono, in ogni...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9924 del 27 settembre 1995
«L'eccezione d'incompetenza per materia, segnatamente quando viene sollevata per la prima volta nel giudizio di legittimità, pur essendo di per sè ammissibile, in considerazione dei limiti propri del sindacato della Corte di cassazione — preclusi...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 13687 del 26 marzo 2003
«Ai fini della rimessione del processo, i provvedimenti e i comportamenti del giudice possono assumere rilevanza a condizione che siano l'effetto di una grave situazione locale e che, per le loro caratteristiche oggettive, siano sicuramente...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2515 del 31 luglio 1991
«Nell'ipotesi di istituzione di nuovi uffici giudiziari o casi a questo assimilabili il provvedimento cautelare emesso dal giudice originariamente competente, secondo le nome del codice di rito che disciplinano la competenza, mantiene la sua...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5896 del 15 febbraio 2012
«Il provvedimento di custodia cautelare disposto dal giudice che, contestualmente, si dichiari incompetente, viene, a tutti gli effetti, sostituito dalla ordinanza pronunciata nei termini di legge dal giudice competente, sicché i termini di durata...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1526 del 28 settembre 1999
«In tema di durata massima della custodia cautelare per delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale, il termine previsto dall'art. 303, comma primo, lett. a), n. 3, c.p.p. opera solo ove per i delitti...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 2738 del 23 luglio 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 34 c.p.p. in relazione all'art. 3 Cost. nell'ipotesi in cui non prevede l'incompatibilità del giudice che abbia deciso una fattispecie criminosa caratterizzata dalla...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4746 del 1 marzo 1995
«In tema di astensione e ricusazione del giudice, l'incompatibilità determinata da atti già compiuti nel procedimento deve essere circoscritta ai casi di duplicità del giudizio di merito sullo stesso oggetto, e cioè di valutazione non «formale» ma...»