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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 29951 del 9 luglio 2004
«È ammissibile il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di somme di denaro che costituiscono profitto di reato sia nel caso in cui la somma si identifichi proprio in quella che è stata acquisita attraverso l'attività criminosa, sia quando...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 29797 del 26 luglio 2001
«Oggetto del sequestro preventivo (art. 321 c.p.p.) può essere qualsiasi bene — a chiunque appartenente e, quindi, anche a persona estranea al reato — purché esso sia indirettamente, collegato al reato e, ove lasciato in libera disponibilità,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2098 del 18 settembre 1998
«L'immobile adibito a studio legale per l'esercizio della professione di avvocato non è collegato da un nesso strumentale diretto e immediato all'esercizio di tale attività, che è caratterizzata piuttosto dal rapporto fiduciario esistente tra il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10654 del 3 novembre 1992
«La relazione del curatore fallimentare è diretta al giudice delegato e non costituisce di per sé notizia di reato. Essa costituisce documento a norma dell'art. 234 c.p.p. e può, come tale, essere acquisita ed utilizzata come prova, nei limiti...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 24279 del 4 giugno 2003
«La qualità di indagato non può essere stabilita dal giudice in via presuntiva, in quanto essa va desunta dall'iscrizione nell'apposito registro a seguito di specifica iniziativa posta in essere dal pubblico ministero (ex art. 335 c.p.p.) o da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4144 del 13 gennaio 1993
«In tema di perseguibilità di reati commessi all'estero, i due diversi e distinti termini stabiliti dall'art. 128 c.p. per la richiesta di procedimento (ed applicabili anche per la proposizione della «istanza», atteso il rinvio contenuto nell'art....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 649 del 19 gennaio 1996
«L'inutilizzabilità dibattimentale delle dichiarazioni rese dall'arrestato alla polizia giudiziaria stabilita dall'art. 350 comma 7 (con la salvezza relativa alla possibilità di contestazioni) è determinata da specifiche finalità di tutela del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1332 del 11 giugno 1994
«Il divieto di assumere come persona informata sui fatti l'indagato per lo stesso reato o per reato connesso, senza le formalità di cui all'art. 210, commi 2, 3 e 4, c.p.p. presuppone che chi deve rendere la deposizione abbia acquisito la qualità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1679 del 7 settembre 1993
«Una volta che taluno abbia assunto veste di indagato per reato connesso o interprobatoriamente collegato ad altro per il quale siano in corso indagini preliminari, il pubblico ministero non può più, a sua discrezione, assumere ugualmente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2787 del 24 gennaio 2006
«L'invito a presentarsi davanti al Pubblico Ministero ha efficacia interruttiva della prescrizione del reato, anche se all'interrogatorio abbia proceduto un ufficiale della polizia giudiziaria all'uopo delegato dal P.M.»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 12715 del 30 marzo 2001
«Sussiste nullità del decreto di citazione a giudizio emesso dal pubblico ministero quando, pur essendo stato questo preceduto dall'invito all'imputato a presentarsi per rendere l'interrogatorio (secondo la disciplina all'epoca dettata dall'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9540 del 17 marzo 2006
«L'inutilizzabilità delle dichiarazioni indizianti, ai sensi dell'art. 63 comma secondo c.p.p., opera soltanto quando si tratta di dichiarazioni rese da un soggetto nei cui confronti sussistevano, fin dall'inizio, indizi in ordine al medesimo...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 13308 del 18 marzo 2004
«Sussiste il collegamento probatorio previsto dall'art. 371, comma secondo, lett. b) c.p.p., che dà luogo all'incompatibilità con l'ufficio di testimone ai sensi dell'art. 197 lett. a) c.p.p., allorché vi sia anche un semplice rapporto di influenza...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11265 del 17 novembre 1995
«In tema di valutazione delle prove, l'art. 192, commi 3 e 4, c.p.p. ha riconosciuto alle dichiarazioni rese dal coimputato di un medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso ex art. 12, o di un reato collegato a quello per cui...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 40714 del 15 novembre 2001
«La contestazione in udienza del reato di violazione dei sigilli collegato alle contravvenzioni edilizie ai sensi dell'art. 12, comma 1, lett. b) del codice di rito, non rientra nella previsione della contestazione di «fatto nuovo» prevista...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 32942 del 6 agosto 2008
«Non è dovuta la rinnovazione dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari allorché il pubblico ministero, sollecitato, a seguito della sua notificazione, dalla difesa, proceda a ulteriori accertamenti (nella specie la verifica di un alibi...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 35469 del 12 settembre 2003
«Il legittimo impedimento del difensore, per integrare una causa necessaria di rinvio dell'udienza, deve implicare una assoluta impossibilità a comparire, cosicchè, quando l'impedimento allegato consista in un impegno professionale concomitante...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3658 del 15 dicembre 1998
«Il giudice, in ogni fase e grado del procedimento, ha il potere-dovere di attribuire al fatto per cui si procede l'esatta qualificazione giuridica, senza che ciò incida sull'autonomo potere - riservato in via esclusiva al pubblico ministero - di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1471 del 25 maggio 1994
«Nel caso di impugnazione proposta avverso sentenza di non luogo a procedere pronunciata dal giudice dell'udienza preliminare, il giudice di secondo grado che rilevi che il primo giudice si è pronunciato su un fatto corrispondente a quello...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5401 del 8 maggio 2000
«Alla ammissione di una prova nuova ai sensi dell'art. 507 c.p.p., il giudice non può non far seguire l'ammissione anche delle eventuali prove contrarie. Pertanto, l'istanza di ammissione di queste ultime, che non può essere avanzata se non dopo la...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19678 del 28 aprile 2003
«La richiesta di procedimento di cui agli artt. 9, terzo comma, c.p. e 342 c.p.p. - al pari del rifiuto di dar corso ad una rogatoria dall'estero o per l'estero e del decreto di estradizione - seppure connotata da una larga discrezionalità, riveste...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2043 del 3 marzo 1993
«In tema di giudizio abbreviato, dalla sentenza costituzionale n. 81 del 1991 emerge un triplice ordine di statuizioni. Anzitutto la Corte ha indicato, in relazione al pubblico ministero, l'esigenza non di un mero dovere di comportamento da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4753 del 13 dicembre 1994
«L'impugnazione consentita alla parte civile avverso sentenza di proscioglimento dell'imputato emessa all'esito del rito abbreviato (art. 442 c.p.p.), cui la medesima parte civile abbia prestato accettazione, non è il ricorso per cassazione, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5924 del 23 maggio 1995
«Anche nel giudizio abbreviato in fase di appello, l'accertamento dell'imputabilità, quale capacità di intendere e di volere del soggetto, costituisce una verifica doverosa per il giudice, riguardando un presupposto necessario in mancanza del quale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6545 del 26 febbraio 1998
«In tema di patteggiamento, una volta che le parti abbiano sottoposto all'organo giudicante le loro richieste, queste non possono essere più revocate; il che implica che ogni questione concernente la prova in ordine alla sussistenza del fatto e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8253 del 30 agosto 1993
«La procura speciale prevista dall'art. 446, terzo comma, c.p.p. per l'applicazione della pena su richiesta (cosiddetto patteggiamento) non richiede alcuna formula sacramentale, ma la chiara e univoca volontà dell'imputato di conferire al difensore...»
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Cassazione penale, Sez. Feriale, sentenza n. 2618 del 20 settembre 1990
«In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, il difensore non ha un autonomo potere di opporsi all'accordo intervenuto tra di esse o di modificarne i termini, in quanto il suo ruolo si esaurisce nell'affiancare la parte privata ed...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 397 del 14 gennaio 1999
«Lo speciale giudizio abbreviato previsto dall'art. 452, comma secondo, c.p.p., si caratterizza per il fatto che, a differenza di quanto previsto per la forma tipica di tale rito, che ha sede nell'udienza preliminare, esso non è legato alla...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3027 del 10 novembre 1997
«Deve intendersi che il legislatore delegato del 1989 abbia inteso dettare una disciplina generale del procedimento di oblazione (come si evince anche dalla rubrica del capo decimo e dell'art. 141 att. c.p.p.), secondo la quale è il giudice che,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 2361 del 5 maggio 2000
«È qualificabile come abnorme, e pertanto suscettibile di essere direttamente impugnata con ricorso per cassazione, l'ordinanza con la quale il giudice del dibattimento, in sede di controllo della regolare costituzione delle parti, ritenuto che la...»