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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11510 del 22 marzo 2011
«La competenza a decidere sulla richiesta di restituzione nel termine per l'opposizione al decreto penale di condanna spetta al giudice per le indagini preliminari che ha emesso il decreto opposto. (In motivazione la Corte ha precisato che la...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5064 del 9 febbraio 2006
«...dell'imputato sia espresso, nel rispetto dei principi di oralità, immediatezza e contraddittorio cui si ispira il processo penale, dalle stesse persone fisiche che hanno preso parte al dibattimento e presenziato all'assunzione delle prove.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 3404 del 16 marzo 2000
«È abnorme, perché determina un'indebita regressione del procedimento, il provvedimento con cui il tribunale dichiara la nullità del decreto di giudizio immediato conseguente ad opposizione a decreto penale di condanna e dispone la restituzione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8712 del 23 settembre 1993
«La nullità ex art. 522 c.p.p. per difetto di correlazione tra imputazione contestata e sentenza, se è di ordine generale nei confronti del P.M. in quanto riferita all'iniziativa del medesimo nell'esercizio dell'azione penale (art. 178, lettera b)...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 5604 del 4 febbraio 1994
«La nullità derivante da mancata motivazione del provvedimento con il quale, ai sensi dell'art. 104 c.p.p., venga differito l'esercizio del diritto dell'imputato detenuto di conferire con il suo difensore, prima dell'interrogatorio, siccome...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7774 del 27 febbraio 2002
«Nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica l'eventuale esercizio dell'azione penale da parte del pubblico ministero mediante citazione diretta quando trattisi di reato per il quale è prevista l'udienza preliminare non dà...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 116 del 19 aprile 1993
«...dell'azione penale, sancito dagli artt. 50 comma terzo e 60 comma secondo c.p.p., giacché nel procedimento pretorile il decreto di citazione a giudizio emesso dal P.M. costituisce l'atto che segna l'inizio dell'esercizio dell'azione penale).»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4969 del 29 dicembre 1994
«Pertanto, la proposizione dell'opposizione a decreto penale di condanna, senza denunciare le manchevolezze della notifica, costituisce accettazione sanante degli effetti dell'atto, ex art. 183, comma 1, lettera a) c.p.p. (Fattispecie relativa alla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 15157 del 19 aprile 2012
«...ai fini dell'art. 185 cod. pen., tra i decreti da cui promanano i relativi riti e restando il giudizio di primo grado insensibile alla validità delle vicende intervenute tra l'esercizio dell'azione penale e la richiesta di rito alternativo.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 416 del 10 marzo 1998
«...con il quale il tribunale dichiara la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e di tutti gli atti successivi ed ordina la restituzione degli atti al pubblico ministero in quanto viola il principio di irretrattabilità dell'azione penale.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11837 del 11 dicembre 1992
«...della sanzione penale (art. 372 c.p.) e, pertanto, la sua interpretazione deve essere strettamente legata al significato del suo contenuto letterale e non consente esclusioni che si pongano eventualmente in contrasto con tale significato.»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 391 del 18 gennaio 1993
«Poiché in dipendenza dell'oggettività giuridica del reato di cui all'art. 381 primo comma c.p., consistente nella tutela del normale funzionamento dell'attività giudiziaria, l'ambito del precetto penale deve essere definito alla stregua della...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4978 del 8 febbraio 2010
«Le riprese visive di una manifestazione tenutasi in luoghi pubblici, se effettuate al di fuori del procedimento penale, devono essere qualificate non già come prove atipiche, bensì come documenti, per la cui acquisizione, dunque, non è necessaria...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 80 del 4 gennaio 2006
«Nell'ambito del giudizio abbreviato, ai fini dell'affermazione di penale responsabilità dell'imputato, non può costituire valido elemento di riscontro alla chiamata in correità il racconto fatto a un ufficiale di polizia giudiziaria da un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2607 del 27 febbraio 1998
«L'art. 147 bis delle norme di attuazione del codice di procedura penale prevede infatti la possibilità di disporre che l'esame in dibattimento possa svolgersi mediante un collegamento audiovisivo, anche a distanza, quando si tratti di persone...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3288 del 27 agosto 1990
«...all'evasione fiscale, di documentazione contenente i nominativi dei clienti e i compensi percepiti, giacché il segreto professionale può essere opposto solo dal testimone, e l'unico segreto opponibile al magistrato penale è quello di Stato.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 16661 del 19 dicembre 1990
«In tema di valutazione della testimonianza, il sistema introdotto dal nuovo codice di procedura penale, separa nettamente la valutazione della testimonianza ai fini della decisione del processo in cui è stata resa e la persecuzione penale del...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20804 del 14 maggio 2013
«La chiamata in correità o in reità "de relato", anche se non asseverata dalla fonte diretta, il cui esame risulti impossibile, può avere come unico riscontro, ai fini della prova della responsabilità penale dell'accusato, altra o altre chiamate di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9676 del 7 settembre 1994
«...dibattimento degli atti irripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, rappresenta una deroga al principio dell'oralità cui è ispirata la nuova disciplina del processo penale e costituisce, pertanto, norma eccezionale di stretta interpretazione.»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1061 del 5 febbraio 1993
«Infatti, anche nella vigenza del nuovo codice di procedura penale conserva validità il principio secondo cui siffatti riconoscimenti vanno tenuti distinti dalle ricognizioni vere e proprie, costituendo essi atti di identificazione diretta...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6086 del 25 maggio 1998
«In tema di impugnazione relativa a processo in corso alla data di entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale e che prosegue con l'applicazione delle norme anteriormente vigenti, la mancanza della dichiarazione di impugnazione entro il...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 513 del 22 gennaio 1993
«...all'inizio delle operazioni) non è prescritta, a pena di nullità, la redazione di un verbale delle operazioni di analisi, secondo le modalità di documentazione stabilite per gli atti processuali dall'art. 134 ss., nuovo codice di procedura penale.»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 512 del 22 gennaio 1993
«Poiché l'accertamento non ha natura di perizia processuale, non è prevista la presenza del difensore e neppure la redazione di un verbale, secondo le modalità stabilite dal nuovo codice di procedura penale negli artt. 134, 135, 136, 137 ss.,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4845 del 10 settembre 1997
«Non è ricorribile per cassazione, in sede penale, il provvedimento con il quale il tribunale, in sede civile, ai sensi del combinato disposto dell'art. 11, commi quarto e quinto, della legge 8 luglio 1980 n. 319 e dell'art. 29 della legge 13...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 5863 del 15 febbraio 2012
«È legittima l'acquisizione, nel processo penale, della consulenza tecnica d'ufficio resa nel giudizio civile non ancora definito con sentenza passata in giudicato, dovendo la stessa considerarsi prova documentale in quanto formata fuori del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6297 del 16 febbraio 2010
«È legittima l'acquisizione, nel processo penale, della consulenza tecnica d'ufficio resa nel giudizio civile non ancora definito con sentenza passata in giudicato, dovendo la stessa considerarsi prova documentale in quanto formata fuori del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8854 del 30 luglio 1998
«...non esclude, tuttavia, che il giudice - in base al suo libero convincimento - possa trarre dagli indicati provvedimenti elementi di giudizio finalizzati al perseguimento del fine primario del processo penale, cioè dell'accertamento della verità.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10258 del 27 agosto 1999
«...il fatto che un certo imputato sia stato sottoposto a procedimento penale e che la sua posizione sia stata definita in un certo modo) e non per il fatto documentato (la ricostruzione dei fatti e la valutazione probatoria da parte del giudice).»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1061 del 6 febbraio 1997
«Dagli stessi, tuttavia, non può trarsi la prova dei fatti in essi descritti, essendo la piena valenza probatoria riservata espressamente dalla legge alle sole sentenze divenute irrevocabili (art. 238 bis c.p.p.); ciò non esclude, peraltro, che il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 7961 del 7 luglio 1998
«La relazione del curatore fallimentare diretta al giudice delegato non costituisce di per sè notizia di reato, ma documento a norma dell'art. 234 c.p.p., ed in quanto tale può essere acquisita ed utilizzata come prova nel processo penale per i...»