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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13908 del 14 giugno 2007
«In difetto di declinazione, da parte dell'originario convenuto (nella specie, rimasto contumace), della titolarità dell'obbligazione dedotta, con indicazione di quella del terzo, il giudice non può, d'ufficio, ipotizzata l'esistenza di un diverso...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 187 del 10 gennaio 2003
«L'attribuzione della qualità di parte all'interventore nel processo iussu iudicis non postula la proposizione di domande da parte del medesimo (né che domande siano, viceversa, formulate nei suoi confronti), essendo, per converso, sufficiente la...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8473 del 2 agosto 1995
«L'intervento in causa per ordine del giudice, ex art. 107 c.p.c., ha lo scopo di estendere gli effetti sostanziali del giudicato al terzo, cui il rapporto sostanziale controverso sia comune, ovvero sia connesso per il titolo o per l'oggetto con...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4247 del 21 settembre 1978
«L'interveniente in causa iussu iudicis acquista la qualità di parte indipendentemente dalla circostanza che egli proponga domande, o che queste siano proposte nei suoi confronti, e, pertanto, mentre può impugnare la sentenza, in via principale od...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4762 del 14 maggio 1999
«In caso di morte di una parte nel corso del giudizio tutti gli eredi assumono, a norma dell'art. 110 c.p.c., la veste di litisconsorti necessari, sicché in caso di impugnazione proposta nei confronti di alcuni soltanto, il giudice, anche...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 792 del 19 gennaio 2010
«In tema di legittimazione all'impugnazione di una sentenza da parte del successore a titolo particolare nel diritto controverso, qualora la successione riguardi un appalto con la P.A. ricompreso in un ramo di azienda oggetto di conferimento in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 18483 del 24 agosto 2006
«In caso di alienazione del diritto controverso, l'intervento o la chiamata in causa dell'acquirente non comporta automaticamente l'estromissione dell'alienante, producendosi tale effetto solo con il relativo provvedimento, adottato previo consenso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6945 del 22 marzo 2007
«Il principio della corrispondenza fra il chiesto ed il pronunciato, la cui violazione determina il vizio di ultrapetizione, implica unicamente il divieto, per il giudice, di attribuire alla parte un bene non richiesto o, comunque, di emettere una...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 13000 del 23 ottobre 2001
«Nel caso in cui il promittente venditore convenuto con l'azione personale ex art. 2932 c.c. alieni ad un terzo il medesimo bene, non si versa nella previsione dell'art. 111 c.p.c. sul trasferimento a titolo particolare del diritto controverso, e...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13021 del 2 ottobre 2000
«Il successore a titolo particolare per atto tra vivi di una delle parti del processo può intervenire volontariamente nel processo o esservi chiamato, senza che ciò comporti automaticamente l'estromissione dell'alienante o del dante causa, potendo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8889 del 27 febbraio 2002
«Il successore a titolo particolare nel diritto controverso non può essere considerato terzo, essendo l'effettivo titolare del diritto in contestazione, tanto da poter assumere la stessa posizione del suo dante causa, con la conseguenza che, come...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3768 del 2 maggio 1997
«In caso di successione a titolo particolare nel diritto controverso, se durante il giudizio di merito, non vi è stata estromissione dal giudizio dell'alienante ai sensi dell'art. 111, terzo comma, c.p.c., il ricorso per cassazione tempestivamente...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 12402 del 28 maggio 2007
«Al giudice compete soltanto il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire, anche in difformità rispetto alla qualificazione della fattispecie operata dalle parti, il nomen iuris al rapporto dedotto in giudizio, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 18068 del 8 settembre 2004
«Nell'interpretazione della domanda occorre tener presente essenzialmente il contenuto sostanziale della pretesa, desumibile, oltre che dal tenore delle deduzioni svolte nell'atto introduttivo e nei successivi scritti difensivi, anche dallo scopo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 13945 del 3 agosto 2012
«Il giudice ha il potere-dovere di qualificare giuridicamente l'azione e di attribuire al rapporto dedotto in giudizio un "nomen juris" diverso da quello indicato dalle parti, purché non sostituisca la domanda proposta con una diversa,...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 7653 del 16 maggio 2012
«Il vizio di omessa pronuncia su una domanda o eccezione di merito, che integra una violazione del principio di corrispondenza tra chiesto pronunciato ex art. 112 c.p.c., ricorre quando vi sia omissione di qualsiasi decisione su di un capo di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 16152 del 8 luglio 2010
«Il principio secondo il quale la portata precettiva di una pronunzia giurisdizionale va individuata tenendo conto non soltanto del dispositivo, ma anche della motivazione, trova applicazione soltanto quando il dispositivo contenga comunque una...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 19693 del 17 luglio 2008
«Il provvedimento di riunione di cause, che si adegua al principio dell'economia dei giudizi, costituisce espressione del potere ordinatorio del giudice che lo esercita incensurabilmente, e, pertanto, non è suscettibile di impugnazione dinanzi ad...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 11639 del 22 giugno 2004
«L'interpretazione della domanda spetta al giudice del merito, per cui, ove questi abbia espressamente ritenuto che una certa domanda era stata avanzata — ed era compresa nel thema decidendum tale statuizione, ancorché erronea non può essere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10124 del 30 aprile 2009
«L'art. 336 c.p.c. (nel testo novellato dell'art. 48 della legge 26 novembre 1990, n. 353), disponendo che la riforma o la cassazione estende i suoi effetti ai provvedimenti e agli atti dipendenti dalla sentenza riformata o cassata, comporta che,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 21745 del 11 ottobre 2006
«Essendo l'appello un mezzo di gravame con carattere devolutivo pieno, non limitato al controllo di vizi specifici, ma rivolto ad ottenere il riesame della causa nel merito, il principio della necessaria specificità dei motivi — previsto dall'art....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 16876 del 19 luglio 2010
«Nello stesso giudizio possono essere proposte, in forma alternativa o subordinata, due diverse richieste tra loro incompatibili, senza che con ciò venga meno l'onere della domanda ed il dovere di chiarezza che l'attore è tenuto ad osservare nelle...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2848 del 17 marzo 1998
«Il giudice competente a sospendere l'esecuzione non è il giudice dell'opposizione ad essa, bensì quello dell'esecuzione (art. 624 c.p.c.), e l'ordinanza è da questi revocabile e modificabile pur dopo la riassunzione del processo dinanzi al giudice...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8258 del 30 agosto 1997
«La domanda di accertamento dei diritti scaturenti da un contratto, proposta in via principale, postula la validità del contratto medesimo, con la conseguenza che il giudice può d'ufficio dichiararne la nullità anche in sede di impugnazione.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 21397 del 18 settembre 2013
«La liquidazione d'ufficio di un corrispettivo d'opera in misura inferiore a quella pretesa non richiede una specifica istanza dell'attore, non avendo le parti l'onere di sollecitare il giudice all'esercizio dei suoi poteri officiosi, qual è quello...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3863 del 15 febbraio 2008
«La domanda di accertamento del diritto del lavoratore ad essere inquadrato, anziché nella qualifica richiesta, in una qualifica diversa ed inferiore, ma pur sempre superiore alla qualifica attribuita dal datore di lavoro, può ritenersi domanda...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 26516 del 17 dicembre 2009
«La produzione e la vendita di tabacchi lavorati costituiscono attività pericolose ai sensi dell'art. 2050 c.c., poiché i tabacchi, avendo come unica destinazione il consumo mediante il fumo, contengono in sé una potenziale carica di nocività per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1684 del 26 febbraio 1999
«In tema di risarcimento del danno, l'ipotesi del fatto colposo del creditore che abbia concorso al verificarsi dell'evento dannoso (primo comma dell'art. 1227 c.c.) va distinta da quella (disciplinata dal secondo comma della medesima norma)...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 10523 del 1 agosto 2001
«In tema di risarcimento del danno dovuto al lavoratore per effetto della reintegrazione disposta dal giudice ai sensi dell'art. 18 dello statuto dei lavoratori, l'eccezione con la quale il datore di lavoro, al fine di vedere ridotto al limite...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8336 del 12 ottobre 1994
«Il termine di quindici giorni previsto dall'art. 19 della legge fallimentare (R.D. 16 marzo 1942 n. 267) per l'appello contro le sentenze che rigettano l'opposizione alla sentenza dichiarativa del fallimento o che revocano il fallimento deve...»