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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2218 del 17 febbraio 1990
«In tema di cause di giustificazione, è esclusa la responsabilità penale dell'agente provocatore funzionario di polizia giudiziaria, qualora possa ravvisarsi nel suo operato l'adempimento di un dovere, in relazione alla norma contenuta nell'art....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6532 del 23 gennaio 1998
«Nel vigente ordinamento penale l'ammissibilità del tentativo punibile è esclusa soltanto con riguardo a tre categorie di reati: a) i reati contravvenzionali, riferendosi l'art. 56 c.p. solo ai “delitti”; b) i reati c.d. a consumazione anticipata,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4169 del 21 marzo 1990
«L'obbligo di restituzione, di cui al primo comma dell'art. 185, c.p., comporta a carico dell'autore del reato non solo l'obbligo della riconsegna delle cose sottratte, ma anche quello della restitutio in integrum, ossia il ripristino della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4060 del 25 gennaio 2008
«I danni non patrimoniali, rappresentati da turbamenti morali della collettività, sono risarcibili a favore degli enti pubblici esponenziali di essa, anche qualora taluno di tali enti sia stato costituito in epoca successiva alla consumazione del...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 1479 del 18 febbraio 1997
«In base al terzo comma dell'art. 2947 c.c., il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito, che sia considerato dalla legge come reato, si prescrive nello stesso termine di prescrizione del reato se quest'ultimo si prescrive in un termine...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9208 del 22 ottobre 1996
«È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 337 c.p., sollevata, in riferimento agli artt. 3, 27, terzo comma, e 97, primo comma, Cost., nella parte in cui prevede il limite minimo edittale di sei mesi di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6879 del 9 giugno 1998
«Con la legge 24 novembre 1981, n. 689 il legislatore ha modificato l'art. 334 c.p. intendendo mantenere nell'ambito di operatività della norma solo quelle fattispecie, perseguibili d'ufficio, che trovano fondamento nella violazione di vincoli di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4090 del 8 maggio 1997
«La sottrazione di cose pignorate su istanza dell'autorità amministrativa integra il reato di cui all'art. 388 c.p., perseguibile a querela di parte, e non l'ipotesi di reato di cui all'art. 334 c.p. Ciò in quanto, a seguito della modifica di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 4048 del 7 maggio 1997
«Nell'ipotesi di sottrazione di un bene sottoposto a pignoramento ad istanza dell'Intendenza di Finanza ed affidato al soggetto agente in custodia giudiziale, è configurabile il reato di cui all'art. 388 e non quello di cui all'art. 334 c.p. In...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2752 del 21 marzo 1997
«La sottrazione da parte del custode di cose pignorate per il recupero di spese giudiziarie configura il reato di cui all'art. 388 c.p. e non già quello previsto dall'art. 334 c.p.: ciò alla luce della collocazione sistematica delle due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7567 del 26 luglio 1996
«La sottrazione di cose sottoposte a pignoramento su istanza dell'autorità amministrativa integra il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, con conseguente perseguibilità a querela, e non il reato (perseguibile...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7516 del 2 luglio 1994
«La sottrazione di cose sottoposte a pignoramento nell'ambito di procedura per il recupero delle spese giudiziarie promosso dall'autorità amministrativa, integra l'ipotesi di reato previsto dall'art. 334 c.p. (sottrazione o danneggiamento di cose...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 19039 del 26 maggio 2006
«In tema di rifiuto ed omissione di atti di ufficio, rientrano negli atti di ufficio per ragioni di «sanità» a cui fa riferimento l'art. 328 c.p. esclusivamente quegli atti, con carattere di indifferibilità e doverosità, aventi natura propriamente...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 729 del 25 marzo 1969
«Le circostanze non vanno considerate soltanto come cause di aumento o diminuzione della pena. Esse valgono anche per sé, in quanto modificano in più o in meno la quantità del delitto, avuto riguardo specialmente al danno effettivo e alla...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 43466 del 3 dicembre 2001
«In tema di oltraggio, la circostanza che all'abrogazione del delitto non abbia fatto seguito l'introduzione di nuove o diverse figure di reato, non esclude la possibilità che la condotta già tipica del delitto abrogato possa integrare altra...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 29023 del 17 luglio 2001
«In tema di oltraggio, l'abrogazione degli articoli 341 e 344 c.p., disposta dall'articolo 18 L. 25 giugno 1999, n. 205, integra un'ipotesi di abolitio criminis disciplinata dall'articolo 2, secondo comma, c.p., con la conseguenza che, se vi è...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2744 del 25 maggio 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, dell'art. 341 c.p. ha dato luogo non ad una pura e semplice abolitio criminis, disciplinata dall'art. 2, comma secondo, c.p., ma ad un fenomeno di successione...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2779 del 25 maggio 2000
«L'intervenuta abrogazione, per effetto dell'art. 18 della legge 25 giugno 1999 n. 205, del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, previsto dall'art. 341 c.p., non ha dato luogo ad un fenomeno di successione di leggi penali nel tempo, quale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3946 del 13 gennaio 2000
«A seguito della entrata in vigore dell'art. 18 della L. 25 giugno 1999, n. 205, che ha espressamente abrogato l'art. 341 c.p., qualora il procedimento penda davanti alla Corte di cassazione, deve essere annullata la sentenza di condanna per tale...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 42900 del 18 ottobre 2013
«Non può ravvisarsi continuità normativa tra le due figure di illecito penale di oltraggio a pubblico ufficiale, l'una abrogata per effetto dell'art.18 legge n. 205 del 1999, l'altra introdotta dalla legge n. 94 del 2009, sia per la diversità...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2253 del 19 gennaio 2006
«Integra il delitto di oltraggio a magistrato in udienza la condotta del difensore che, subito dopo la lettura della sentenza che definisce il processo penale nel quale ha svolto la propria funzione, esprime davanti al collegio giudicante il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 8651 del 7 luglio 1999
«Il reato di cui all'art. 340 c.p. (Interruzione di un servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità) è reato di evento la cui consumazione richiede un pregiudizio effettivo della continuità o della regolarità di un servizio pubblico e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2203 del 26 gennaio 2001
«L'art. 1 bis del D.L.vo 22 gennaio 1948, n. 66, introdotto dall'art. 17 del D.L.vo n. 507 del 1999, nel prevedere come illecito amministrativo, «se il fatto non costituisce reato», la condotta di chi, «al fine di impedire od ostacolare la libera...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 36676 del 6 settembre 2013
«È configurabile il reato di millantato credito nella condotta di millanteria di un avvocato rivolta non al potenziale cliente ma ai suoi familiari, atteso che l'oggetto della tutela penale del reato è il prestigio della P.A. e la condotta...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 30150 del 12 settembre 2006
«Ai fini della configurabilità del delitto di cui all'art. 346, comma secondo c.p. è irrilevante che il pubblico ufficiale abbia o meno emesso il provvedimento per il quale l'agente ha promesso il suo interessamento, in quanto il millantato credito...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 39089 del 16 ottobre 2003
«In tema di millantato credito, deve ritenersi che il millantatore sia tenuto a restituire alla parte offesa quanto abbia da questa ricevuto come prezzo della propria mediazione o del favore del pubblico ufficiale o impiegato, in quanto frutto di...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 10581 del 3 novembre 1992
«Il reato di millantato credito è configurabile anche quando l'iniziativa parte dal soggetto passivo, non occorrendo che l'agente vada alla ricerca della persona alla quale offrire la sua illecita ingerenza, giacché oggetto specifico della tutela...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15118 del 31 marzo 2003
«Il reato di millantato credito si differenzia da quello di truffa sia perché oggetto della tutela penale è il prestigio della pubblica amministrazione (mentre per la truffa è il patrimonio), sia per la particolarità del raggiro, caratterizzato da...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 470 del 19 gennaio 1987
«I delitti di truffa e millantato credito si distinguono per la diversità dell'oggetto della tutela penale, che è il patrimonio, nella truffa, e il prestigio della pubblica amministrazione, nel delitto di cui all'art. 346 c.p. Pertanto le due...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 48745 del 30 dicembre 2011
«Per la configurabilità del reato di usurpazione di funzioni pubbliche è richiesto il dolo generico, che consiste nella volontà di assumere ed esercitare la funzione pubblica sapendo di non esserne autorizzato, mentre lo scopo e i motivi che hanno...»