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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7489 del 26 settembre 1984
«Ai fini della sussistenza del delitto di strage, di cui all'art. 422 c.p., il fine di uccidere, proprio perché integra il dolo specifico del reato, non può essere mai surrogato del dolo omicida eventuale. Pertanto, la morte di una o più persone...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 6571 del 2 giugno 2000
«L'obbligo di provvedere al taglio di rami di alberi in vicinanza di una linea elettrica in modo da assicurare una distanza di sicurezza dai conduttori aerei ed evitare — così — corti circuiti, fa capo — come previsto dall'art. 121 della legge n....»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 16193 del 26 aprile 2010
«Risponde del reato di naufragio e del reato di omicidio plurimo dei naufraghi il soggetto che abbia partecipato all'organizzazione del trasporto illegale di immigrati clandestini procurando l'imbarcazione fatiscente sulla quale sia stato caricato...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4026 del 3 aprile 1992
«In tema di pericolosità dell'acqua inquinata secondo i criteri di cui all'art. 440 c.p., se gli accertamenti di natura tossicologica concernenti l'individuazione delle sostanze inquinanti e la loro intrinseca pericolosità sono di spettanza del...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11224 del 16 novembre 1995
«È insindacabile in cassazione, se sorretta da congrua motivazione, la valutazione dei giudici di merito di insussistenza dell'elemento soggettivo del reato di cui all'art. 498 c.p. nel fatto dell'apposizione di targa all'ingresso di uno studio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4836 del 16 maggio 1985
«Il criterio distintivo tra l'omicidio preterintenzionale e quello volontario va individuato nella diversità dell'elemento psicologico. Nel primo, dove è voluto solo l'evento minore (percosse o lesioni) e non è, invece, voluto l'evento più grave...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7811 del 8 luglio 1992
«Il nesso della continuazione, essendo legato ad una intenzione del reo, che opera sul piano fenomenico, non può considerarsi necessariamente interrotto da un elemento del tutto formale, quale è quello rappresentato dalla sentenza di condanna o...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 38303 del 19 ottobre 2005
«L'aberratio ictus bioffensiva (art. 82, comma secondo, c.p.), che si realizza allorché l'autore abbia arrecato offesa alla persona diversa e anche a quella cui originariamente era diretta la sua azione, attribuisce la responsabilità per la parte...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2659 del 10 marzo 1982
«I certificati rilasciati da chi esercita un servizio di pubblica necessità, che non riproduca un fatto già rappresentato da altri documenti, presuppongono un'attività diretta di accertamento da parte di chi emette il certificato. (Nella specie è...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5342 del 11 giugno 1984
«In tema di reato di falsità materiale in copie autentiche di atti pubblici, previsto dall'art. 478 c.p., la falsa attestazione di conformità apposta dal pubblico ufficiale costituisce elemento integrante della fattispecie in argomento, e non reato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 8938 del 8 luglio 1977
«L'accordo tra emittente e prenditore di non riempire e negoziare l'assegno prima di una certa data, in quanto nullo, non è suscettibile di produrre gli effetti giuridici in esso contemplati e, cioè, di obbligare il prenditore ad utilizzare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 10265 del 13 novembre 1981
«La legge penale tutela il documento non per il suo contenuto ma per la sua attitudine probatoria. Pertanto, l'invalidità del rapporto giuridico rappresentato nel documento non esclude il delitto di falso. Tale delitto può venir meno soltanto se si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 17277 del 30 luglio 2014
«Il potere, spettante in via esclusiva al genitore che per primo ha riconosciuto il figlio infraquattordicenne, di esprimere il consenso al successivo riconoscimento, da parte dell'altro genitore, costituisce un corollario della paternità (o...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 594 del 15 gennaio 2015
«In tema di successione per rappresentazione, il discendente legittimo o naturale (rappresentante), nel subentrare nel luogo e nel grado dell'ascendente (rappresentato) - che non possa o non voglia accettare l'eredità - succede direttamente al "de...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 18220 del 11 marzo 2015
«In tema di elemento soggettivo, sussiste il dolo eventuale e non la colpa cosciente, quando l'agente si sia rappresentato la significativa possibilità di verificazione dell'evento e si sia determinato ad agire comunque, anche a costo di cagionarlo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8561 del 26 febbraio 2015
«In tema di elemento soggettivo, sussiste il dolo eventuale e non la colpa cosciente, quando l'agente si sia rappresentato la significativa possibilità di verificazione dell'evento e si sia determinato ad agire comunque, anche a costo di cagionarlo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10411 del 15 marzo 2011
«In tema di elemento soggettivo del reato, ricorre il dolo eventuale quando si accerti che l'agente, pur essendosi rappresentato la concreta possibilità di verificazione di un fatto costituente reato come conseguenza della propria condotta, avrebbe...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6880 del 9 giugno 1998
«L'azione posta in essere con accettazione del rischio dell'evento può implicare, per l'autore, un maggiore o minore grado di adesione della volontà, a seconda che egli consideri maggiore o minore la probabilità di verificazione dell'evento. Se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 832 del 27 gennaio 1996
«Il dato differenziale tra dolo eventuale e colpa cosciente va rinvenuto nella previsione dell'evento. Questa, nel dolo eventuale, si propone non come incerta, ma come concretamente possibile e l'agente nella volizione dell'azione ne accetta il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11222 del 24 marzo 2010
«La cosiddetta colpa cosciente (aggravata dalla previsione dell'evento) consiste nella rappresentazione dell'evento come possibile risultato della condotta e nella previsione e prospettazione che esso non si verificherà, e si differenzia pertanto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12664 del 22 settembre 1990
«L'art. 56 c.p. costituisce norma di confine di una concezione del diritto penale che ripudia la punizione della volontà delittuosa in quanto tale, se non estrinsecata in comportamenti lesivi. Detta norma impone all'interprete di ricostruire, sulla...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 12089 del 23 novembre 2000
«La sola presenza fisica di un soggetto allo svolgimento dei fatti non assume univoca rilevanza, allorquando si mantenga in termini di mera passività o connivenza, risolvendosi, invece, in forma di cooperazione delittuosa allorquando la medesima si...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 24330 del 16 giugno 2008
«In tema di prescrizione, ai fini dell'applicabilità della disciplina transitoria di cui all'art. 10, L. 7 dicembre 2005, n. 251, il momento della «pendenza » del giudizio di appello non coincide con quello della presentazione dell'atto di...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 3531 del 21 marzo 1998
«La fattispecie tipica del reato di getto pericoloso di cose di cui all'art. 674 c.p. configura un'ipotesi di reato di pericolo rappresentato dall'idoneità potenziale della cosa versata a molestare o imbrattare le persone in modo percepibile anche...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2068 del 28 febbraio 1995
«La configurabilità del reato di malversazione o, dopo la riforma legislativa attuata con L. 26 aprile 1990, n. 86, di peculato, va esclusa solo nell'ipotesi di un rapporto meramente occasionale tra il possesso della res oggetto di appropriazione e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 11737 del 24 agosto 1990
«In tema di corruzione, ciò che la norma richiede perché possa affermarsi l'esistenza del presupposto del reato rappresentato dall'atto d'ufficio da compiersi, è che l'atto appartenga alla competenza dell'ufficio cui il pubblico dipendente...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6038 del 13 maggio 1999
«Ai fini dell'integrazione dei reati di cui agli articoli 318 e 319 c.p., acquistano la qualità di pubblici ufficiali ai sensi dell'articolo 357 c.p., coloro che concorrono in qualità di organi a formare la volontà e ad attuare gli scopi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 15946 del 26 aprile 2012
«Integra il delitto di tentata concussione la condotta del veterinario di una ASL che, procedendo ad una ispezione di una mensa scolastica, tenti di indurre, anche paventando la possibilità di ulteriori futuri controlli, i dipendenti dell'istituto...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 25166 del 2 luglio 2010
«È legittimo il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente del profitto del reato di corruzione e rappresentato dall'indebito conseguimento di rimborsi Iva, anche qualora l'Erario abbia recuperato il debito tributario attraverso...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 35035 del 29 settembre 2005
«Nell'ipotesi in cui un sanitario addetto al servizio di guardia medica non aderisca alla richiesta di intervento urgente, sussiste il reato di omissione di atti d'ufficio solo quando sia comprovato che l'urgenza prospettata era effettiva e reale...»