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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3077 del 23 marzo 1998
«Il debitore non ha la facoltà di imputare il pagamento parziale ad una piuttosto che all'altra delle pattuite modalità di adempimento ad un'altra, se il debito ha un'unica causa — nella specie accollo di mutuo e contanti, a titolo di prezzo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 238 del 11 gennaio 1997
«In tema di imputazione del pagamento, i criteri di cui all'art. 1193 c.c., in quanto dettati per la determinazione del debito cui l'adempimento si riferisce, si applicano ai pagamenti eseguiti volontariamente e non a quelli conseguiti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 2813 del 23 marzo 1994
«L'istituto della imputazione dei pagamenti regola l'ipotesi di pluralità di crediti fra le stesse parti, aventi titolo e causa diversi, e non trova applicazione quando si tratti di unico credito; pertanto, ove l'I.N.P.S. provveda al recupero...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7686 del 1 agosto 1990
«Il criterio dell'imputazione del pagamento, quale previsto dall'art. 1193 c.c., riguarda solo le obbligazioni per le quali il creditore possa pretendere l'adempimento e non si riferisce anche ai debiti prescritti, il cui pagamento costituisce un...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5498 del 9 novembre 1985
«L'imputazione del pagamento - che, secondo la norma generale del primo comma dell'art. 1193 c.c., costituisce una facoltà del debitore, al mancato esercizio della quale sopperiscono i criteri legali dettati dal secondo comma dello stesso articolo...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1347 del 17 marzo 1978
«I criteri dettati dall'art. 1193 c.c., per l'imputazione del pagamento eseguito da chi ha più debiti della medesima specie verso la stessa persona, trovano applicazione anche con riguardo ai pagamenti effettuati dal debitore prima della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1572 del 1 giugno 1974
«La locuzione «meno garantito», usata nell'art. 1193 c.c. per indicare il secondo dei criteri suppletivi — destinato ad entrare in funzione quando non vi sia stata imputazione espressa da parte del debitore e sussista una pluralità dei debiti...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 20574 del 29 luglio 2008
«L'art. 1994 cod. civ., che prescrive di imputare i pagamenti parziali prima agli interessi e quindi al capitale, si riferisce esclusivamente ai pagamenti volontari e non a quelli eseguiti coattivamente per ordine del giudice (fattispecie in tema...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 975 del 21 gennaio 2004
«Poiché l'art. 1194 c.c. contiene un criterio legale di imputazione, in forza del quale il debitore, senza il consenso del creditore, non può imputare il pagamento al capitale piuttosto che agli interessi e alle spese, allorquando il creditore (...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15053 del 9 ottobre 2003
«Il criterio legale di imputazione del pagamento agli interessi anziché al capitale (in difetto del consenso del creditore) di cui all'art. 1194 c.c. non costituisce fatto che debba essere specificamente dedotto in funzione del raggiungimento di un...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10281 del 27 luglio 2001
«La normativa contenuta nell'art. 1194 c.c. contiene criteri di imputazione dei pagamenti di carattere generale, pertanto applicabili non solo nell'ambito del processo di cognizione ma anche nell'ambito del processo di esecuzione.»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 819 del 25 gennaio 2000
«Al creditore non può essere riconosciuta la facoltà di imputare i pagamenti ricevuti ad estinzione del debito, ad interessi extralegali, ove questi ultimi non siano stati fatti oggetto di una valida pattuizione ai sensi dell'art. 1284, terzo...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5707 del 26 giugno 1997
«La disposizione dell'art. 1194 c.c. secondo la quale il debitore non può imputare il pagamento al capitale piuttosto che agli interessi o alle spese senza il consenso del creditore, presuppone che tanto il credito per il capitale quanto quello,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 2115 del 14 marzo 1996
«Poiché l'art. 1194 codice civile (il quale prescrive di imputare i pagamenti parziali prima agli interessi, e quindi al capitale) è stato dettato con riferimento alle obbligazioni pecuniarie, esso non trova applicazione in materia di risarcimento...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8063 del 20 luglio 1993
«I principi in materia di imputazione di pagamenti, dispositivamente stabiliti negli artt. 1193 e 1194 c.c., in particolare il principio per cui il pagamento che non estingua tutte le obbligazioni del debitore deve essere imputato prima agli...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1982 del 10 marzo 1990
«In tema di risarcimento del danno, i versamenti di somme effettuati in favore del danneggiato nel corso del processo di liquidazione non sono imputabili agli interessi non essendo applicabile il criterio previsto dall'art. 1194 c.c., che...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 888 del 30 marzo 1973
«La datio in solutum di cui all'art. 1197 c.c. sostanzia una facoltà del debitore, consentita dal creditore, di eseguire una prestazione diversa da quella originaria, nell'ambito dell'unica obbligazione dedotta in giudizio; e in tal caso...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 913 del 21 marzo 1969
«La norma dell'art. 1197 c.c. trova applicazione solo quando il consenso del creditore e del debitore è diretto a sostituire all'oggetto della prestazione originaria un oggetto diverso e ad estinguere, con la dazione di questo, l'obbligo del debitore.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12079 del 24 maggio 2007
«In base alla regola di correttezza posta dall'articolo 1175 c.c., l'obbligazione del debitore si estingue a seguito della mancata tempestiva presentazione all'incasso del titolo di credito (assegno bancario, nella specie) da parte del creditore,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27158 del 19 dicembre 2006
«Nelle obbligazioni aventi ad oggetto il pagamento di una somma di denaro, il pagamento effettuato mediante corresponsione di un assegno circolare, secondo gli usi negoziali, come è prassi per i pagamenti delle società di assicurazione o comunque...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15396 del 1 dicembre 2000
«L'accettazione del creditore di una somma di danaro di un assegno bancario di corrispondente importo rilasciatogli da debitore non estingue l'obbligazione, se il titolo di credito non va a buon fine, pur se per una ragione diversa dalla mancanza...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1326 del 3 febbraio 1995
«L'invio di un assegno di conto corrente per effettuare il pagamento del canone di locazione non ha efficacia liberatoria se non venga accettato dal creditore locatore. Tuttavia, l'efficacia liberatoria può ravvisarsi qualora la pregressa e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10617 del 5 novembre 1990
«A differenza dell'assegno postdatato, che è soltanto un titolo irregolare in quanto la legge ne consente il pagamento a vista, l'assegno senza data è un titolo nullo ed ha valore soltanto come promessa di pagamento (art. 1988 c.c.), implicando...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 4205 del 3 luglio 1980
«L'invio di assegni bancari o circolari da parte del debitore obbligato al pagamento di somme di danaro si configura come una datio in solutum o, più precisamente, come proposta di una datio pro solvendo , la cui efficacia solutoria dipende...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 3469 del 15 febbraio 2007
«In tema di cessione del credito in luogo dell'adempimento, ai sensi dell'art. 1198 c.c. grava sul cessionario che agisce nei confronti del cedente dare la prova dell'esigibilità del credito e dell'insolvenza del debitore ceduto, che vi è, cioè,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3921 del 22 febbraio 2006
«Poiché la quietanza costituisce atto unilaterale di riconoscimento del pagamento ed integra, tra le parti, confessione stragiudiziale — proveniente dal creditore e rivolta al debitore — che fa piena prova della corresponsione di una specifica...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 2298 del 19 marzo 1996
«L'art.1199 codice civile, con lo stabilire che il creditore che riceve il pagamento deve, a richiesta del debitore, rilasciargliene quietanza, concepisce quest'ultima come un documento scritto che, pur non richiedendo particolari forme, attesti...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2410 del 7 marzo 1991
«L'art. 1227, secondo comma c.c., il quale esclude il risarcimento dei maggiori danni che trovano la loro origine in un comportamento colposo del creditore, non può trovare applicazione in ordine alle maggiori somme che il debitore deve...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6991 del 21 agosto 1987
«La norma dell'art. 1199 c.c., sull'obbligo del creditore che riceve il pagamento di rilasciare quietanza al debitore che ne faccia richiesta, è derogabile, sicché il debitore, come può astenersi dal chiedere quietanza di un pagamento effettuato,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 1630 del 6 giugno 1973
«Il rilascio della quietanza costituisce una obbligazione del creditore, il cui mancato adempimento non può tornare a danno del debitore. Pertanto quest'ultimo ha il diritto di provare l'avvenuto pagamento dell'obbligazione a suo carico e...»