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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 15461 del 1 aprile 2004
«In tema di giudizio di impugnazione, la disposizione di cui all'art. 597 primo comma c.p.p. va interpretata nel senso che esso attribuisce gli stessi poteri del primo giudice al giudice di appello: con la conseguenza che questi — fermo restando il...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 33063 del 5 agosto 2003
«Il giudice di appello, se accerta che il fatto è diverso da quello contestato, non potendo decidere in ordine allo stesso perché altrimenti sottrarrebbe all'imputato un grado di giudizio e ne violerebbe conseguentemente in maniera irreparabile il...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 11311 del 25 novembre 1992
«Il giudice di appello non ha poteri di cognizione e di decisione più ampi di quelli del giudice di primo grado, secondo il dettato dell'art. 597. Ne deriva che per ripristinare il corso ordinario del procedimento per decreto allorquando il Gip,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5980 del 30 maggio 1991
«L'effetto devolutivo dell'appello non impedisce il riesame e la decisione delle questioni necessariamente connesse ai motivi espressamente formulati, ma tale principio non può trovare applicazione nei rapporti tra il motivo esplicito riflettente...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 40981 del 2 ottobre 2014
«Ai fini dell'individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado dall'art. 597, comma primo, cod. proc. pen., per punto della decisione deve ritenersi quella statuizione della sentenza che può essere considerata in modo...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2390 del 12 marzo 1997
«Ai fini della individuazione dell'ambito di cognizione attribuito al giudice di secondo grado — limitato, in forza del primo comma dell'art. 597 c.p.p., «ai punti della decisione ai quali si riferiscono i motivi proposti» — per punto della...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 27460 del 24 giugno 2014
«Non sussiste la violazione del divieto di "reformatio in peius" qualora, ancorché sia proposta impugnazione da parte del solo imputato, il giudice di appello, senza aggravare la pena inflitta, attribuisca al fatto una diversa e più grave...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 42134 del 12 novembre 2008
«È illegittima la decisione con cui il giudice di appello - in assenza di impugnazione del pubblico ministero e della parte civile, e di richiesta di quest'ultima nel corso del giudizio - aumenti l'importo della somma a titolo di provvisionale,...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 7769 del 6 agosto 1997
«Il divieto di reformatio in pejus in assenza del gravame del pubblico ministero riguarda esclusivamente il dispositivo della sentenza di secondo grado ed il suo concreto contenuto afflittivo, concernente misura e specie di pena nonché tipo di...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9546 del 11 settembre 1995
«Il divieto della reformatio in peius riguarda il dispositivo della sentenza di appello e non si riferisce anche alla motivazione, potendo il giudice di secondo grado fornire una spiegazione logico-giuridica diversa da quella prospettata dal...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 21273 del 15 maggio 2003
«Il potere del giudice di appello di applicare, anche d'ufficio, la sospensione condizionale della pena, il beneficio della non menzione della condanna e una o più circostanze attenuanti è un potere eccezionale e discrezionale rispetto al principio...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 8558 del 24 settembre 1997
«Il potere riconosciuto al giudice di appello dall'art. 597, comma quinto, c.p.p., di applicare, anche d'ufficio, i benefici di cui agli artt. 163 e 175 c.p. e una o più circostanze attenuanti si pone come eccezionale e discrezionale rispetto al...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 896 del 30 luglio 1994
«Qualora il custode giudiziario di un reperto presenti istanza al procuratore della Repubblica, che abbia proceduto alla liquidazione del compenso per custodia, per dolersi del mancato adeguamento di questo alle tariffe ACI, il P.M. non può...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 29024 del 17 luglio 2001
«In tema di benefici penitenziari, attesa la natura necessariamente interinale e provvisoria della sospensione dell'esecuzione preordinata all'esame della richiesta di affidamento in prova c.d. «terapeutico», la quale, ai sensi dell'art. 91, commi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 47537 del 22 dicembre 2008
«Nel procedimento instaurato a seguito di opposizione ad ordinanza assunta "de plano" dal giudice dell'esecuzione non è consentita, pena la nullità del provvedimento finale per violazione del principio del contraddittorio, la modificazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 41334 del 6 novembre 2008
«In tema di procedimento di esecuzione, la richiesta del condannato di acquisizione di documenti rilevanti ai fini della decisione deve essere comunque sempre rivolta a quel giudice, quand'anche concernente documenti contenuti nel fascicolo delle...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10771 del 10 marzo 2003
«In tema di contraddittorio nel procedimento di esecuzione (art. 666, comma 4, c.p.p.), qualora il condannato, detenuto in luogo posto fuori dalla circoscrizione del giudice che procede, chieda di essere sentito personalmente, previa traduzione...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 3127 del 22 gennaio 2003
«Nel procedimento di esecuzione, l'art. 666, comma 4, c.p.p., prevede che l'udienza camerale si svolga con la presenza necessaria del difensore dell'“interessato”, oltre che del pubblico ministero; a tal fine, una volta che il giudice abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1038 del 5 maggio 1992
«Il principio dell'immutabilità del giudice deve essere rigorosamente osservato anche nella procedura degli incidenti di esecuzione. Ne consegue che non può emettere la decisione come giudice monocratico, nè partecipare al collegio decidente un...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7877 del 20 febbraio 2015
«La preclusione del cosiddetto giudicato esecutivo è inoperante solo quando sono dedotti elementi nuovi, di fatto o di diritto, cronologicamente sopravvenuti alla decisione, ovvero sono prospettati elementi pregressi o coevi che, tuttavia, non...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7945 del 18 febbraio 2013
«È inammissibile la domanda di affidamento in prova al servizio sociale proposta dal condannato con riguardo a titolo di privazione della libertà sopravvenuto durante l'attuazione del diverso beneficio della detenzione domiciliare cui lo stesso...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 18288 del 13 maggio 2010
«Il mutamento di giurisprudenza, intervenuto con decisione delle Sezioni Unite, integrando un nuovo elemento di diritto, rende ammissibile la riproposizione, in sede esecutiva, della richiesta di applicazione dell'indulto in precedenza rigettata.»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3679 del 26 giugno 2000
«È illegittimo il provvedimento con il quale il tribunale di sorveglianza non consente all'interessato la produzione di copia di un provvedimento giurisdizionale, assumendone l'intempestività sotto il profilo del mancato rispetto dei termini...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 27702 del 1 aprile 2014
«Il mutamento di giurisprudenza intervenuto con decisione delle Sezioni Unite o anche di una delle Sezioni della Corte di cassazione, purché connotato da caratteristiche di stabilità e univocità, integra un "nuovo elemento" di diritto, che rende...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 37587 del 17 ottobre 2001
«La richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato deve contenere l'indicazione del processo cui si riferisce, giacché essa ha effetto soltanto nell'ambito di un singolo, specifico procedimento, essendo diversi gli interessi sottesi ad...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4732 del 9 dicembre 1998
«Non è ricorribile per cassazione il decreto con cui viene respinta l'istanza di sospensione dell'esecuzione del provvedimento reiettivo della domanda di affidamento in prova al servizio sociale nelle more della decisione sulla sua impugnazione.»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 37173 del 30 settembre 2008
«La mancata acquisizione di una prova può essere dedotta in sede di legittimità, a norma dell'art. 606, comma primo, lett. d ), c.p.p., quando si tratta di una «prova decisiva » ossia di un elemento probatorio suscettibile di determinare una...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 11807 del 15 ottobre 1999
«Il vizio della sentenza previsto dall'articolo 606, primo comma, lett. d), c.p.p. consiste in un error in procedendo che si verifica allorché l'omessa assunzione riguardi una prova decisiva, cioè una prova capace di incidere in modo significativo...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 9360 del 13 agosto 1998
«In tema di ricorso per cassazione, è consentito superare i limiti del devolutum e dell'ordinata progressione dell'impugnazione soltanto per le violazioni di legge che non sarebbe stato possibile dedurre in grado di appello, come nell'ipotesi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6181 del 25 giugno 1997
«Nel giudizio di appello con le forme di cui alla procedura prevista dal quarto comma dell'art. 599 c.p.p., la intervenuta rituale rinuncia al motivo concernente l'affermazione di responsabilità preclude il riesame di tale parte dell'impugnata...»