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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1420 del 4 febbraio 2002
«Nel contratto di associazione in partecipazione, che mira, nel quadro di un rapporto sinallagmatico con elementi di aleatorietà, al perseguimento di finalità in parte analoghe a quelle dei contratti societari, è elemento costitutivo essenziale,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 15175 del 24 novembre 2000
«Nell'associazione in partecipazione, l'apporto cui è tenuto l'associato ex art. 2549 c.c. può essere della più varia natura, patrimoniale od anche personale. Esso può, pertanto, consistere anche nell'attività di intermediazione per la conclusione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 3936 del 6 maggio 1997
«La pattuita partecipazione dell'associato, il cui apporto abbia un contenuto patrimoniale, ai ricavi dell'impresa gestita in associazione, ancorché non sia perfettamente assimilabile alla partecipazione agli utili come previsto dall'art. 2549...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6951 del 26 luglio 1994
«L'associazione in partecipazione, inquadrabile nella categoria dei contratti di collaborazione, prevede il conseguimento di un risultato comune attraverso l'apporto dei partecipanti, che è in parte patrimoniale e in parte personale, di modo che la...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 4524 del 24 febbraio 2011
«In tema di distinzione fra contratto di associazione in partecipazione con apporto di prestazione lavorativa da parte dell'associato e contratto di lavoro subordinato, pur avendo indubbio rilievo il "nomen iuris" usato dalle parti, occorre...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 24871 del 8 ottobre 2008
«In tema di distinzione fra contratto di associazione in partecipazione con apporto di prestazione lavorativa da parte dell'associato e contratto di lavoro subordinato con retribuzione collegata agli utili dell'impresa, la causa del primo è...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1188 del 3 febbraio 2000
«In tema di distinzione tra contratto di associazione in partecipazione con apporto di prestazione lavorativa da parte dell'associato e contratto di lavoro subordinato con retribuzione collegata agli utili dell'impresa, la riconducibilità del...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11130 del 15 maggio 2006
«Ai sensi dell'art. 2555 c.c. l'azienda, quale complesso di beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa, è compiutamente identificata mediante la specificazione del tipo di attività svolta e dei locali nei quali essa è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 3973 del 27 febbraio 2004
«Costituisce azienda soltanto il complesso dei beni organizzato per l'esercizio di una specifica e ben individuata impresa, non di una qualsiasi possibile impresa astrattamente ipotizzabile, e, se è vero che per la configurabilità dell'azienda non...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 10992 del 3 novembre 1998
«L'azienda si distingue dai singoli beni materiali ed immateriali che la compongono, per cui il cambiamento totale o parziale di questi ultimi non comporta sempre e necessariamente il contemporaneo cambiamento dell'azienda la quale ben può...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8618 del 23 agosto 1990
«Nel caso previsto dall'art. 36 della L. 27 luglio 1978, n. 392, per cui il conduttore può sublocare l'immobile o cedere il contratto di locazione anche senza il consenso del locatore purché venga insieme locata o ceduta l'azienda, il conduttore...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 301 del 14 gennaio 1981
«L'azienda è un complesso di beni materiali ed immateriali economicamente collegati per l'esercizio dell'impresa che si distingue nettamente dai beni che la compongono, onde l'alienazione totale o parziale di questi ultimi non comporta sempre e...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1311 del 20 febbraio 1996
«Poiché, secondo quanto risulta dal disposto dell'art. 2557 primo comma c.c., la violazione del divieto di concorrenza non richiede un danno effettivo o una effettiva concorrenza, essendo sufficiente un danno potenziale per conseguire la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 10105 del 23 settembre 1995
«In tema di affitto di azienda, il mero fatto che l'affittuario dopo la scadenza del contratto non abbia restituito l'azienda al locatore, ed abbia continuato egli stesso a gestirla, può determinare l'insorgere di responsabilità dell'affittuario...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 27011 del 7 dicembre 2005
«In tema di trasferimento di azienda, la regola stabilita dall'art. 2558 c.c. — secondo cui si verifica il trasferimento ex lege al cessionario di tutti i rapporti contrattuali a prestazioni corrispettive non aventi carattere personale e, quindi,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 11318 del 16 giugno 2004
«In tema di affitto d'azienda, l'art. 2558 c.c. considera come effetto naturale dell'affitto, salvo patto contrario, il subingresso dell' affittuario nei contratti inerenti all'esercizio dell'azienda stessa che non abbiano carattere personale, e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1294 del 5 febbraio 2000
«Le disposizioni contenute nell'art. 2558 c.c. in ordine alla successione dell'acquirente dell'azienda, salvo patto contrario, nei contratti stipulati per l'esercizio della stessa non ancora interamente eseguiti, che non abbiano carattere...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5636 del 19 giugno 1996
«In tema di cessione di azienda, la mancata comunicazione dell'esistenza di un dato contratto da parte del cedente al cessionario, e la conseguente ignoranza dello stesso da parte di quest'ultimo, non ostano, di per sé, al verificarsi della...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 13676 del 13 giugno 2006
«La cessione dell'azienda, a norma dell'art. 2559 c.c., ha carattere unitario ed importa il trasferimento al cessionario, insieme a tutti gli elementi costituenti l' universitas e senza necessità di una specifica pattuizione nell'atto di...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 4367 del 29 aprile 1998
«A norma dell'art. 2558 c.c. perché si realizzi l'automatismo della successione nei contratti da parte dell'acquirente dell'azienda occorre che si tratti specificamente di contratti stipulati per l'esercizio dell'azienda, non aventi carattere...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8076 del 31 marzo 2007
«La figura dell'affitto d'azienda ricorre anche quando il complesso organizzato dei beni sia stato dedotto nel contratto nella sua fase statica, ovvero al momento della conclusione dello stesso non fosse in grado di funzionare per la necessità di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15210 del 19 luglio 2005
«La concessione del godimento di un locale adibito ad esercizio commerciale può integrare affitto di azienda, ovvero locazione di immobile munito di pertinenze, a seconda che, sulla scorta della effettiva e comune intenzione delle parti, in...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 14647 del 15 ottobre 2002
«Perché sussista il contratto di affitto di azienda non occorre che la stessa sia già in grado di funzionare, essendo sufficiente che i vari elementi dedotti in contratto siano potenzialmente idonei allo svolgimento dell'attività aziendale.»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 5986 del 16 giugno 1998
«Nell'affitto di azienda l'oggetto è costituito da un complesso unitario di beni organizzati per l'esercizio dell'attività imprenditoriale, cosicché l'immobile è considerato come uno dei beni aziendali, sia pure principale, in rapporto di...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 8388 del 1 agosto 1995
«La differenza tra locazione di immobile con pertinenze ed affitto di azienda consiste nel fatto che, nella prima ipotesi, l'immobile concesso in godimento viene considerato specificamente, nella economia del contratto, come l'oggetto principale...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6656 del 13 giugno 1995
«L'art. 2573 c.c. (anteriormente alle modifiche introdottevi dal D.L.vo 4 dicembre 1992, n. 480 recante «Attuazione della direttiva CEE sul ravvicinamento della legislazione degli Stati membri in materia di marchi d'impresa») e l'art. 15 del R.D....»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8251 del 28 luglio 1995
«Il contratto, con il quale due società italiane, operanti nel territorio nazionale quali concessionarie per la vendita di autoveicoli della stessa fabbrica, fissino un reciproco divieto di negoziare con clienti non residenti nelle rispettive zone,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12196 del 28 dicembre 1990
«Il cosiddetto obbligo di contrarre — stabilito dalla legge a carico degli imprenditori che esercitino servizi di interesse generale in regime di monopolio giuridico — comporta che l'imprenditore debba stipulare il contratto con chiunque faccia...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7159 del 6 luglio 1990
«Nel contratto di fornitura di energia elettrica da parte dell'Enel (il quale, pur vertendosi in tema di servizio pubblico essenziale reso da un ente strumentale dello Stato, ha natura privatistica), deve ritenersi consentita la previsione di un...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7567 del 9 luglio 1993
«A norma dell'art. 2602 c.c., così come modificato dalla L. 10 maggio 1976, n. 377, la causa del contratto di consorzio non è più limitata alla disciplina della concorrenza tra imprenditori esercenti una medesima attività economica e attività...»