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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 24457 del 18 novembre 2005
«La legitimatio ad causam attiva e passiva (che si ricollega al principio di cui all'art. 81 c.p.c., inteso a prevenire una sentenza inutiliter data), è istituto processuale riferibile al soggetto che ha il potere di esercitare l'azione in giudizio...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 8476 del 21 giugno 2001
«Non attiene alla legittimatio ad causam, ma al merito della lite la questione relativa alla titolarità, attiva e passiva del rapporto sostanziale dedotto in giudizio, risolvendosi nell'accertamento di una situazione di fatto favorevole...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15537 del 7 dicembre 2000
«Quando il convenuto eccepisca la propria estraneità al rapporto giuridico sostanziale dedotto in giudizio, viene a discutersi non di una condizione per la trattazione del merito della causa, qual è la legitimatio ad causam, ma dell'effettiva...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6420 del 17 maggio 2000
«Il difetto di legittimazione passiva (rilevabile d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, salvo il limite del giudicato eventualmente formatosi) sussiste quando il convenuto non risulti essere il soggetto nei cui confronti, secondo la legge...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 10843 del 5 novembre 1997
«Giacché la legitimatio ad causam attiene alla regolare instaurazione del contraddittorio, il suo difetto è rilevabile in ogni stato e grado del giudizio, con il solo limite che, sulla relativa questione siasi eventualmente formato il giudicato....»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 11190 del 27 ottobre 1995
«L'istituto della legittimazione ad agire o a contraddire in giudizio (legittimazione attiva o passiva) si ricollega al principio dettato dall'art. 81 c.p.c., secondo cui nessuno può far valere nel processo un diritto altrui in nome proprio fuori...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 3087 del 19 maggio 1982
«Il difetto di legitimatio ad causam, la quale si identifica nel potere o dovere di promuovere o subire un giudizio in ordine al rapporto sostanziale dedotto, e, quindi, di ottenere o subire una decisione di merito, favorevole o sfavorevole, è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15233 del 5 luglio 2007
«Chi agisce per il risarcimento dei danni non è tenuto a dare la prova della piena proprietà del bene danneggiato ma solo della titolarità della situazione sostanziale che è oggetto del rapporto giuridico controverso, poiché anche colui che si...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19786 del 14 settembre 2006
«Anche nell'ipotesi di rappresentanza e difesa facoltativa degli enti pubblici da parte dell'Avvocatura dello Stato, non è necessario che, in ordine ai singoli giudizi, l'ente rilasci uno specifico mandato all'Avvocatura medesima, né che questa...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 19074 del 23 aprile 2004
«Rientrano nella categoria dei videogiochi vietati non solo ai sensi dell'art. 110, comma sesto, T.U.L.P.S., ma anche dell'art. 22 della Legge 27 dicembre 2002 n. 289 gli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici che...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1026 del 10 aprile 2000
«In tema di sequestro probatorio, il fatto che il P.M. ritenga di disporre una consulenza tecnica per approfondire nel merito la sussistenza del reato ipotizzato, appartiene alla normale dialettica processuale e non può essere considerato come...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 7129 del 21 luglio 1998
«Il provvedimento che ammette l'accertamento tecnico preventivo non è suscettibile di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., trattandosi di provvedimento connotato dal carattere della provvisorietà e strumentalità, come risulta...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 10956 del 13 novembre 1992
«Il reato di cui all'art. 734 c.p. è di danno concreto, poiché la norma postula il deturpamento o l'alterazione delle bellezze naturali, indipendentemente dal nulla osta paesistico. La relativa valutazione è riservata al motivato apprezzamento dei...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 46992 del 3 dicembre 2004
«Per la sussistenza del reato di cui all'art. 734 c.p., non è necessario che l'alterazione del luogo protetto abbia carattere primario, ma la condotta di deturpamento può anche essere successiva ad altri fatti, sempre che il giudice motivi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 10805 del 13 ottobre 1986
«La ratio delle norme vigenti in tema di denuncia delle armi all'autorità risponde ad una duplice esigenza e, cioè: a) rendere agevole all'autorità di polizia di conoscere in qualsiasi momento da quali persone ed in quali luoghi siano detenute armi...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1098 del 22 gennaio 2010
«La regola, dettata dall'art. 157 c.p.c., secondo cui l'obbligo del giudice di esaminare l'eccezione di nullità relativa di un atto processuale presuppone che la medesima sia stata dedotta dalla parte, oltre che tempestivamente, con la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 12410 del 19 settembre 2000
«Non è affetta da nullità la decisione sulla opposizione alla sentenza dichiarativa di fallimento cui abbia partecipato un giudice già componente il collegio decidente sulla dichiarazione del medesimo fallimento, giacché l'attuazione...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 5817 del 16 marzo 2006
«Il difensore fornito di procura solo per proporre istanze che si collochino nell'ambito originario della lite non può proporre domande fondate su un titolo diverso e autonomo rispetto alla domanda dell'attore, che eccedano l'ambito della lite...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 1076 del 10 febbraio 1983
«La dichiarazione di non voler proseguire la causa di merito, importando disposizione del diritto in contesa, deve provenire dalla parte, non essendo a ciò abilitato il procuratore munito del solo mandato ad lites e, pertanto, la sentenza che...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 6831 del 17 giugno 1991
«Nelle controversie di lavoro, la decisione definitiva sull'onere delle spese per la consulenza tecnica d'ufficio non si sottrae alla disciplina generale in materia (artt. 91, 92 c.p.c.), con la conseguenza che il giudice del merito può,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 22122 del 19 ottobre 2009
«Il giudice di merito, nell'ambito di una pronuncia di compensazione delle spese, adottata in un giudizio di divisione, può legittimamente porre le spese di consulenza tecnica di ufficio a carico di tutti i condividenti "pro quota", posto che, in...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1111 del 24 febbraio 1986
«Nel procedimento di divisione, le spese di causa vanno poste a carico della massa per gli atti che servono a condurre, nel comune interesse, il giudizio alla sua conclusione, mentre valgono i principi generali della soccombenza per le controversie...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 2572 del 22 febbraio 2012
«L'art. 92, secondo comma, c.p.c., nella parte in cui permette la compensazione delle spese di lite allorché concorrano "gravi ed eccezionali ragioni", costituisce una norma elastica, quale clausola generale che il legislatore ha previsto per...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 7523 del 27 marzo 2009
«In tema di regolamento delle spese processuali, nel regime anteriore alla novella dell'art. 92 c.p.c. recata dall'art. 2, comma 1, lett. a), della legge 28 dicembre 2005, n. 263, rientra tra i poteri discrezionali del giudice di merito disporne la...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 20598 del 30 luglio 2008
«Nel regime anteriore a quello introdotto dall'art. 2, comma 1, lett. a ) della legge 28 dicembre 2005 n. 263, il provvedimento di compensazione parziale o totale delle spese «per giusti motivi » deve trovare un adeguato supporto motivazionale,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 15882 del 17 luglio 2007
«La modifica dell'art. 92, comma secondo, c.p.c., da parte della legge 28 dicembre 2005, n. 263, il cui art. 2 ha introdotto l'obbligo del giudice di indicare i motivi della compensazione delle spese di lite, vale soltanto nei procedimenti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4388 del 26 febbraio 2007
«In tema di regolamento delle spese processuali, la violazione dell'art. 91 c.p.c. si verifica soltanto nel caso in cui le stesse siano poste a carico della parte totalmente vittoriosa, mentre rientra nei poteri discrezionali del giudice disporne...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 9597 del 15 novembre 1994
«La decisione del giudice di merito di compensare, in tutto o in parte, le spese di lite, essendo l'espressione di un potere discrezionale attribuito dalla legge, è incensurabile in sede di legittimità, a meno che essa non sia accompagnata dalla...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 27187 del 20 dicembre 2006
«Poiché la tutela giurisdizionale è tutela di diritti, il processo, salvo casi eccezionali predeterminati per legge, può essere utilizzato solo come fondamento del diritto fatto valere in giudizio e non di per sé, per gli effetti possibili e...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3330 del 7 marzo 2002
«L'assenza di interesse ad agire, richiesto per qualsiasi domanda dall'art. 100 c.p.c. è rilevabile anche d'ufficio in ogni stato e grado del procedimento, poiché costituisce un requisito per la trattazione del merito della domanda; pertanto, la...»